Sdraio, lettini, ombrelli: rincari in Sicilia. Ma le spiagge costano meno che in Italia

Chi vorràaffittare un ombrellone in Sicilianell’estate 2024 pagherà in media 8,5 euro, contro i sei del 2023. Unabbonamento giornalieroal lido costerà mediamente quasi 26 euro, contro i 23 dell’anno passato, mentre per l’abbonamento mensile bisognerà scucire 394 euro, contro i poco più di 380 del 2023. Sono lestime dei rincari dei servizi balneariin Sicilia fornite daFederconsumatori,che denuncia un aumento generalizzato dei prezzi sulle spiagge siciliane. I costi dei servizi rimangono “anche di moltoinferiori alla media italiana“, ma allo stesso tempo “sono più alti di quelli rilevati l’anno scorso”. Le stime sui rincari arrivano in unmomento storico particolare,con i gestori nel limbo tra chi li ritiene abusivi (a causa dellepronunce del Consiglio di Statoche ha dichiarato scadute le concessioni a dicembre 2023) e chi invece pensa che possanooperare legittimamente(come il governo Meloni, che ha convocato un tavolo sul tema). In mezzo ci sono i gestori, che hannogià pagato i canoni per il 2024.E non escludono ricorsi se non avranno risposte. Leggi anche –Concessioni balneari, il governo Meloni temporeggia sul rinvio delle gare Tornando ai rincari,la situazione cambia da un capo all’altro dell’Isola.Federconsumatori segnala in particolare i dati di tre province,Catania, Palermo e Trapani.Il Capoluogo etneo è il più caro sugliabbonamenti giornalieri:costano 27 euro, più dellamedia regionale di 26 euroma assai meno rispetto a quella nazionale, che supera i 33 euro. A Palermo l’abbonamento mensilesfiora i400 euro(come a Trapani), contro una media regionale di 394. Ben più alto il dato nazionale, che supera i 750 euro. Trapani, infine, segna diversi record di prezzi in Sicilia. A partire dalcosto dell’ombrellone,salito anove euro,contro gli 8,5 euro della media regionale. La provincia più occidentale dell’Isola primeggia anche sulettini(nove euro, contro gli 8,8 della Sicilia),pedalò(8,5 euro contro 8.2) eabbonamenti stagionali(1098 euro contro 1027). Ancora una volta i prezzi, benché in aumento, sonoinferiori alla media nazionale.In Italia infatti costano molto di più sia gli ombrelloni (13 euro) che i lettini (12,7), sia i pedalò (11,3) che gliabbonamenti stagionali(2.089). Leggi anche –Concessioni balneari, un affare di famiglia a buon prezzo: 2 euro al mq Andare al mare in Sicilia, insomma, restapiù conveniente rispetto alle altre regioni.Per ilpresidente di Federconsumatori Sicilia Alfio La Rosa,tuttavia, gli aumenti non vanno sottovalutati. Anche perché la tendenza al rialzo dura da qualche anno. “Già l’anno scorso eravamopreoccupati per i prezzi in crescita.Quest’anno non possiamo che essere ancor più preoccupati”. Aggravata dal fatto che malgrado il clima d’incertezza dovuto allo“scontro” istituzionaletra ilConsiglio di Statoe ilGoverno,le richieste di nuove concessioni continuano ad aumentare. Secondo le stime dell’associazione, sarebberooltre seimilaquelle pendenti nella Regione siciliana. L’auspicio dei consumatori è che la mappatura delle coste venga completata presto,garantendo la presenza di spiagge libere.Se ciò non avvenisse, aggiunge La Rosa, “sarebbe gravissimo, perché è vero che la Sicilia è una Regione afortissima vocazione turistica,ma è anche vero che èabitata da cinque milioni di sicilianiche hanno diritto ad andare al maresenza spendere un patrimonio“. Leggi anche –Spiagge, oltre duemila le proroghe fino al 2033. “Ma ne mancano molte” Asmorzare il valore dei rincari i balneari,secondo cui l’aumento dei prezzi è un fatto puramente tecnico. “Si tratta dipiccoli adeguamenti, dovuti all’inflazione,che ha coinvolto tutti. Soprattutto le aziende con spese fisse, come sono i nostri stabilimenti”, dice aFocuSiciliaLuca Maimone,presidente regionale e vicepresidente nazionale di Assobalneari. i prezzi insomma sarebbero sotto controllo. “Da unsondaggio internonon risultanoparticolari aumenti,a parte aggiustamenti dovuti all’aumento dei costi che si è verificato negli ultimi tempi”, aggiunge Maimone,titolare di un lido alla plaja di Catania.“Anche i canoni che paghiamo noi, del resto, prevedono adeguamenti tecnici all’inflazione, come è giusto che sia”. Per il dirigente di Assobalneari la priorità è un’altra. “Occorredare certezze a una categoria che dà lavoro a migliaia di persone e crea un indotto di milioni di euro sul territorio.Speriamo che il governo si muova in questo senso, perché i gestori hanno bisogno di certezze perprogrammare gli investimentie svolgere il loro lavoro”.