Sicilia, i 133 comuni montani in crisi. “Subito la legge per non morire”
Fiscalità di sviluppo e infrastrutture per superare l’handicap dell’altitudine: è la richiesta dell’associazione zone franche montane della Sicilia, che per il 6 maggio ha organizzato una manifestazione a Roma per chiedere l’approvazione rapida di un provvedimento che possa scongiurare il declino umano e sociale che vivono le “terre alte” della nostra regione. Ne abbiamo parlato con Vincenzo Lapunzina, presidente dell’associazione e animatore delle battaglie che da anni i sindaci dei paesi montani conducono per sensibilizzare i cittadini, oltre che i politici e i rappresentanti istituzionali. I provvedimenti richiesti riguardano una grande parte di territorio e popolazione. Infatti sono 133 i comuni che hanno territorio sopra i 500 metri di altezza e in questi centri vivono quasi 500 mila siciliani. “I cittadini e gli operatori economici delle zone montane della Sicilia vivono un doppio svantaggio – spiega Lapunzina – innanzitutto per l’altitudine e poi perché ci troviamo su un’isola. Il Covid ha fatto esplodere una crisi che era già cronica, già presente da tempo. Ma adesso veramente le comunità delle terre alte della Sicilia non ce la fanno più”. In sostanza le richieste sono di avere per dieci anni un esonero dai contributi per i lavoratori dipendenti e altri sgravi fiscali per favorire gli investimenti in queste zone sopra i 500 metri. Naturalmente ai provvedimenti di politica economica vanno affiancati investimenti pubblici per migliorare la viabilità spesso disastrosa presente in montagna, strutture sanitarie e scuole, e ancora soprattutto digitalizzazione e connettività a banda larga in fibra ottica. Una criticità, secondo Lapunzina è però la burocrazia “che non riesce a spendere i fondi europei e tanti altre risorse disponibili. Ogni cittadino deve passare all’azione, deve sollecitare i propri referenti politici, i consiglieri comunali, i sindaci, i parlamentari, deve fare capire loro che stanno amministrando il nostro futuro”. La norma per lo sviluppo economico è attesa da oltre 2.200 giorni, e malgrado sia stata approvata dall’Assemblea Regionale Siciliana la legge si è incagliata al Senato. Dice Lapunzina: “La prima cosa che chiediamo è il diritto di residenza e di cittadinanza nelle terre alte di Sicilia, perché non siamo nati per errore sulle montagne siciliane. Riteniamo che la fiscalità di sviluppo sia un elemento essenziale per frenare la desertificazione imprenditoriale e umana”.