Superbonus, dal 31 dicembre addio al 110%. In Sicilia a rischio un miliardo

Venti giorni per portare a termine i lavori, entro il31 dicembre,per evitare di perdere ilSuperbonus 110 per centonella sua versione più “generosa” perfamiglie e imprese.Sul tavolo,per la Sicilia, circa un miliardo di euro,mentre il dato sale a circa25 miliardi a livello nazionale.Sono gli ultimi dati ufficiali pubblicati sul portaleEnea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile. Nel dettaglio, in Sicilia è stato completato l’81,5 per cento dei cantieri, per un valore di circa4,5 miliardi su 5,5 miliardiammessi a detrazione. A livello nazionale il dato sale all’83 per cento, per un valore di circa67,5 miliardi su 92,5 miliardiammessi a detrazione. Cifre enormi che, se non spese entro fine anno, verrannorimborsate soltanto al 70 per centodallo Stato, invece che con la formula del 110 per cento inizialmente prevista. Leggi anche –Superbonus, detrazioni al 90% e novità sulle unifamiliari. “Errori dai Governi” La spesa entro i termini, infatti, è ilrequisito essenzialeper non perdere il rimborso maggiore. La misura introdotta in piena pandemia dalgoverno Conte– attraverso ilDl 34/2020, meglio noto come decreto Rilancio– è stata oggetto dinumerose modificheda parte deigoverni Draghi e Meloni.Tra esse, le aliquote più basse per i lavori iniziati nel 2023 (90 per cento), e le limitazioni al meccanismo dicessione dei crediti d’imposta.Quest’ultima modifica era stata criticata da molte associazioni di categoria, costrette a ricorrere amisure alternative per sbloccare i crediti “incagliati”nei cassetti fiscali delle imprese. A oggi,salvo improbabili modifiche dell’ultim’orada inserire in Manovra, si prevede che l’aliquota più alta scatti solo per lespese sostenute entro il 31 dicembre,e solo per chi abbia completatoalmeno il 30 per cento dei lavori entro settembre 2023.Dal primo gennaio 2024,si scenderà al 70 per cento. Leggi anche –Superbonus 110%, in Sicilia cova la rivolta. Mezzo miliardo da rimborsare Il rischio è che molti lavori già finanziati siano rimborsati con un’aliquota notevolmente più bassarispetto al previsto. Enea fornisce i dettagli dei lavori in corso. In Sicilia i cantieri hanno interessato27.532 edifici,per la maggior parteunifamiliari(18.580),condomini(4.751) e unità immobiliari funzionalmenteindipendenti(4.201). Queste ultime, secondo la definizione dell’Agenzia delle Entrate,si differenziano dagli edifici unifamiliari perché “dotate di almeno tre delle seguenti installazioni di proprietà esclusiva: impianti per l’approvvigionamento idrico; impianti per ilgas; impianti per l’energia elettrica; impianto diclimatizzazioneinvernale”. Nell’Isola non risultano lavori sucastelli e palazzi di pregio,presenti invece in altre regioni. Per quanto riguarda l’aspetto economico, laspesa media sui condominisupera i 620 mila euro. Per gli edifici unifamiliari si scende a circa 115 mila euro, mentre le unità indipendenti si fermano a 100 mila. Leggi anche –Superbonus 110%, un incubo per le aziende. Resta il problema crediti I numeri crescono, evidentemente,a livello nazionale.Secondo Enea sono quasi 440 mila i cantieri complessivi, ancora una volta in prevalenzacondomini(237.925), anche se cresce la quota di unità immobiliari funzionalmenteindipendenti(115.448) a scapito degliedifici unifamiliari(84.757). Inoltre si contano sette interventi sucastellie palazzi di pregio. Sul piano economico, laspesa media sui condominisfiora i 643 mila euro. Per gli edificiunifamiliarisi scende a circa 117 mila euro, mentre le unità immobiliari funzionalmenteindipendentisi fermano a 98.500 mila. In due casi su tre, dunque, la spesa media siciliana risultainferiore a quella nazionale.Molto consistente, per via dellatipologia degli interventie del valore storico, la spesa media per icastelli, che supera i 250 mila euro. Questi ultimi sono localizzati inPiemonte(tre),Lombardia(due),Basilicata e Lazio(uno).