ViniMilo 2023, il bilancio di Fisar. “Da sagra di paese a vetrina internazionale”

“I vini dell’Etna sono un’eccellenza che merita di essere conosciuta in tutto il mondo, eVinMilo, da semplice sagra di paese, è diventata nel tempo unavetrina unicaper esperti, estimatori e semplici appassionati”:Antonella Carbone, delegato catanese diFisar, Federazione italiana sommelier albergatori e ristoratori, fa il punto sull’edizione 2023 dellamanifestazione vinicolache si è conclusa ieri a Milo. “In queste due settimane abbiamo accoltomoltissimi visitatori, molto interessati a scoprire ilpatrimonio enologicodel vulcano”, dice l’esperta aFocuSicilia. Fisar ha curato una delle serate più partecipate della manifestazione, dedicata all’Etna e alle sue contrade, mettendo a confrontoproduttoriesommelier. “Il nostro territorio è ricco distoria, cultura e tradizioni, da raccontare anche attraverso il vino. ViniMilo è un’occasione unicaper farlo, attraendo un pubblico che si fa sempre più vasto anno dopo anno”. Leggi anche –Vino Etna Doc, nel 2023 cresce la produzione. “Premiati dal mercato” Carbone mette a confronto la prima edizione di ViniMilo a cui ha partecipato, nel lontano 2001, con quella che si è appena conclusa. “Ventidue anni fa questa realtà era molto diversa, aveva una dimensione più dasagra di paese, sebbene sempre proiettata verso l’esterno”. Nel corso del tempo, spiega l’esperta, la manifestazione è cresciuta assumendo “rilievo nazionale e internazionale“. Le presenze si contano ormai in “decine di migliaia di persone”, e attraggono anche pubblico molto qualificato. “Come Fisar, negli ultimi anni, abbiamo organizzato eventi conproduttori del Nord, che hanno mostrato grande interesse per i vini del vulcano”. In questa rinascita pesa anche l’exploit dell’Etna Bianco Superiore, vino doc che può essere prodotto esclusivamente a Milo, seguendo un rigoroso disciplinare. “Questo prodotto ha contribuito a riaccendere l’attenzione su un territorio, quello dell’Etna, che rappresenta un’eccellenza assoluta”. Leggi anche –Il clima minaccia il vino: cinque gradi in più nel 2100, si coltiverà in collina Secondo Carbone, ilpotenzialedei vini del vulcano non è ancora espresso a pieno, ma vetrine come ViniMilo stanno contribuendo a valorizzarlo. “Tradizionalmente, quando si parla di vino, si divide il territorio siciliano intre valli. Potremmo dire che l’Etna rappresenta laquarta valle, per storia, specificità ed eccezionalità dei prodotti”. Fattori su cui esperti di tutto il mondo hanno acceso da tempo i riflettori, sottolinea l’esperta. “All’estero ci sonoriviste specializzateche dedicano ai vini del vulcano decine di pagine. E non si tratta soltanto di Europa, ma anche dimercati più lontanicome l’Asiae ilGiappone“. A mancare, prosegue Carbone, è la consapevolezza da parte di alcuni cittadini. “A volte siamo noi i primi a trascurare le nostre eccellenze. Un atteggiamento che vale nella vita di tutti i giorni, e che si ripercuote anche sul vino”. Leggi anche –Vinimilo, torna la più antica rassegna del vino di Sicilia. Il programma In questo senso il contributo di un’associazione come Fisar può essere importante. Ai piedi del vulcano la Federazione è attiva sin daglianni Novantae propone agli appassionati vari corsi, per conoscere il mondo del vino dalla produzione fino alla degustazione a tavola. “Noi non facciamolezioni, ma cerchiamo di accompagnare ilpubblicoalla scoperta di queste eccellenze, dai sempliciappassionatiai grandiesperti“, dice la delegata dell’associazione. Per quanto riguarda i vini del vulcano, in particolare, “cerchiamo di capire cosa li rende così straordinari, così amati dalle persone”. Per questo la partecipazione a ViniMilo, a tanti anni dalla fondazione, è irrinunciabile. “Questo Comuneha veramente qualcosa dimagico, che attrae i visitatori nel cuore vero delvulcano. Il vino è una marcia in più che rendeimpossibile rinunciare alla partecipazione“, conclude Carbone.