Visite mediche e liste d’attesa. Ecco come si può saltare la fila, per legge

Visitemedichenegli ospedali e nelle strutturesanitariepubbliche: le attese possono diventare unincubo, ma per legge si può saltare la fila. Dal momento della prenotazione al giorno della visita o dell’esame possono passaremesi, comepiù volte documentato da FocuSicilia. Lo stesso assessorato regionale dellaSaluteammette che ci sono30 mila ricoveriin arretrato efondistanziati per 90 milioni di euro proprio per abbattere le liste d’attesa. I numeri delleattesesi sono ridotti rispetto agli anni passati, ma dal momento della richiesta che avviene attraverso iCup(Centri unici di prenotazione) alla visita può passare un tempoinaccettabilerispetto alle condizioni del paziente. I cittadini sono così costretti a scegliere le struttureprivateotentarein altre regioni, conspeseulteriori. Ma c’è una leggenazionaleche viene in aiuto del paziente. Consente di aggirare l’ostacolo esaltarelafila, quando i tempi di attesa superano certi limiti. Non tutti però ne sono a conoscenza. Leggi anche –Salute: in Sicilia “si curi chi può”. Famiglie sempre più povere Quando i tempi diattesaper una prestazione medica in una struttura pubblica sono troppo lunghi, il cittadino può chiedere all’Asp oall’aziendaospedalieradi eseguire la stessaprestazione in intramoenia. Significa che la dovrà eseguire unmedico, nella stessa struttura sanitaria, come se fosse una prestazioneprivataa pagamento, ma in orari diversi da quelli riservati ai pazienti esenza alcun costo aggiuntivoa carico del cittadino, a parte il ticket già pagato. Insomma, si può saltare la fila e avere subito accesso alle visite mediche. Questa possibilità è prevista daldecreto legislativo 124 del 1998, articolo 3.Si tratta di una sorta disalvagenteprevisto dal legislatore nazionale già 25 anni fa proprio per fare fronte airitardidel sistema sanitario. Questa tutela scatta quando si superano i tempi massimi di erogazione delleprestazioni, fissati sempre per legge. Si tratta di30 giorniper levisite medichespecialistiche e60 giorniper gliesamidiagnostici. Sono le classi di priorità fissate dalPiano nazionaleper la gestione delle liste d’attesa (Pngla), approvato nel 2019. Leggi anche –Liste d’attesa troppo lunghe. In Sicilia sanità negata. Le armi dei cittadini Le possibilità offerte dalDlgs 124/2008sono ancora poco conosciute. Si apprende dafontiospedaliereche le aziende sanitarie sono effettivamentecostrettea procedere, fissando levisitein intramoenia ai pazienti che ne fanno richiesta dopo averdocumentatoattese inaccettabili. I casi non sono ancora tantissimi. Se tutti ricorressero a questo strumento, infatti, lasanitàpubblicanon potrebbe reggere alla mole di richieste. E servirebbe un nuovo intervento del legislatore. Nel frattempo, i cittadini si possono attivare perabbreviaretempi di attesa che a volte raggiungono persino un anno e mezzo. Succede ad esempio nel capoluogo dell’Isola. “Sono ormai centinaia i casidenunciatidagli utenti per i ritardi delle prestazioni sanitarie, visite specialistiche e di diagnosi, che si sono rivolti ai nostrisportelli“, conferma GiuseppeLo Bello, presidente provinciale diFederconsumatoriPalermo, aggiungendo che “il fenomeno riguarda l’Asp di Palermocosì come ilPoliclinico, l’azienda ospedalieraCervello/Villa Sofiae l’ospedaleCivico Di Cristina. Proroganosistematicamentei termini di esecuzione delle visite specialistiche e diagnostiche prescritti dal medico di base rispetto alla patologia del paziente”. Leggi anche –Visite convenzionate, Cimest: budget agli sgoccioli, stop da metà maggio FederconsumatoriPalermoha messo a disposizione dei cittadini un modulo con cui è possibile presentare la richiesta di risarcimento-rimborso alle aziende sanitarie (Asp o Aziende ospedaliere).FederconsumatoriCaltanissetta, presieduta da MicheleScarlata, ha unosportellodedicato, attivo da alcuni anni, dove raccoglie lesegnalazionidei pazienti e li assiste nel presentare alle aziende sanitarie la richiesta per ottenere la visita inintramoeniain tempi brevi. “Sembra che il sistema sanitariopubblico, dall’assessorato alla Sanità della Regione Siciliana all’Asp di Palermo e alle aziende ospedaliere non siano capaci diorganizzaretali servizi nei tempi prescritti daimedicidi famiglia, rendendosi così complici di un sistema della sanità privata che punta al massimo profitto sulla pelle dei pazienti”, commentaLo Bello, che osserva come, mentre le liste di attesa sono lunghe in modo intollerabile e ilcarico di lavoroper i medici specialisti convenzionati è bassissimo, le visite inintramoeniaa pagamento, complice il servizio sanitario pubblico, si possono effettuarein pochi giorni“.