Aumenta il potere d’acquisto delle famiglie: più 1,3 per cento. I conti Istat
Iniziano isaldi invernali, e potrebbe essere un momento positivo per le imprese.Secondo i dati diffusi oggi daIstatinfatti ci sono più possibilità di spesa rispetto al recente passato. “Ilreddito disponibile delle famiglieconsumatrici èaumentato dell’1,8 per centorispetto al trimestre precedente, mentrei consumi sono cresciuti dell’1,2 per cento“, scrive Istat nella sua nota diffusa oggi sulterzo trimestre 2023. Il periodo di riferimento è quindi quello deimesi da luglio a settembredello scorso anno, ma l’aumento dellepossibilità di acquisto oggianche perché, nel frattempo,l’inflazione è sotto controllo. Dati che portano ilpotere d’acquisto delle famiglie consumatrici in crescita del 1,3 per centoa fronte di un aumento dei prezzi dello 0,5 per cento del periodo precedente. E questo, scrive Istat sempre in relazione alle famiglie, “la propensione al risparmio è stimata al 6,9 per cento, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente”. A tutto vantaggio degli acquisti in saldo, che dureranno fino al 15 marzo e chesono partiti oggi 5 gennaio con ottimi dati di crescitapari al 15,5 per cento. Nelconto trimestrale Istatsono presenti altre buone notizie per l’economia italiana. Nel terzo trimestre 2023l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (AP)in rapporto al Pil è stato pari al meno 5 per cento (meno 9,4% nello stesso trimestre del 2022). Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato anch’esso negativo, conun’incidenza sul Pil del meno 1,2 per cento(meno 5,6 per cento nel terzo trimestre del 2022). Il saldo corrente delle AP è stato quindi “positivo, con un’incidenza sul Pil dell’1,1 per cento(meno 1,2 per cento nel terzo trimestre del 2022)”. In calo anche la pressione fiscale, pari al 41,2 per cento e in riduzione di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Notizie meno positive per lesocietà non finanziarie, per le qualicala invece la quota di profitto, stimata al 42,5 per cento.Si tratta di una diminuzione di 0,7punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il loro tasso di investimento, pari al 22,2 per cento, è diminuito di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.