Banche, rapine in aumento. Maglie nere per Catania, Palermo e Agrigento
Banche: nel2022c’è stato unaumento delle rapine del 42,5 per cento rispetto al 2021(da 87 a 124). In crescita anche l’indice di rischio (numero di rapine ogni 100 sportelli) pari a 0,6 contro lo 0,4 del 2021 e resta elevato anche l’ammontare medio per evento pari a 49.000 euro e vicino al valore di 50.800 euro registrato nel 2021 e più che doppio rispetto alla media di 24.000 euro registrata nel 2013. I dati sono stati elaborati dal sindacati dei bancariFabi di Palermosulla scorta delRapporto Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria 2023 dell’Ossif, il Centro di ricerca ABI sulla sicurezza anticrimine, che evidenzia un aumento sensibile delle rapine ai danni delle banche. “Evidente il dato preoccupante dellaSicilia che con 18 rapineè subito dopo la Lombardia – affermaGabriele UrzìDirigente Nazionale Fabi e Responsabile Salute e Sicurezza Fabi Palermo – ed è purtroppo alprimo posto se si considera il livello di rischiocon un valore di 1,6 rapine ogni 100 sportelli”. Entrando nello specifico dei territori, con un occhio all’Isola, dopo Milano (18 colpi) troviamo Catania al secondo posto (9 eventi criminosi), Palermo al sesto con 4 rapine e Agrigento all’ottavo con tre. Brutte notizie anche per l’indice di rischio: al terzo nazionale posto troviamo Catania (4,0 rapine ogni 100 sportelli) al quinto posto da Agrigento (2,7 colpi ogni 100 sportelli) e Ragusa al nono posto con 2,3 rapine ogni 100 sportelli. Riguardo agli orari quasi un quinto dei colpi èstato messo a segno tra le 12 e le 13mentre, tenuto conto del numero di malviventi, i colpi sono stati effettuatida due persone nel 29 per cento dei casi e da una sola nel 39 per cento dei casi. Il52 per centodelle volte è stata utilizzata un’arma da taglio,il 21 per cento armi da fuoco, il21 per cento minacce verbali e il 6 per cento armi improprie o finte. Le rapine sonodurate meno di tre minuti nel 33 per cento dei casimentre quelle compiute da 4 a dieci minuti sono salite al 34 per cento. Al 14 per cento quelle durate oltre 30 minuti.Nel 79 per cento degli episodi criminosi l’accesso in Banca dei malviventi è avvenuto dall’ingresso principale. Da sottolineare chenel 41,1 per cento dei casi le rapine sono fallite. Il35 per cento dei colpi è avvenuto di venerdìe nel 75 per cento dei casi i malviventi avevano il volto travisato”. “Purtroppo colpisce negativamente – continua Urzì – il dato delle città siciliane e anche se siamo lontani dai numeri terribili degli anni dell’indulto (2006/2007) la situazione è davvero preoccupante anche perché anchenel 2023si sono registrati numeri preoccupanti conben 11 rapine portate a termine o tentate in Sicilia. “C’è unasottovalutazione del problema da parte delle banche–continua Urzì– e occorrono massicci investimenti in sicurezza prima che accada qualcosa di veramente grave, ripristinando la guardiania armata che costituisce il deterrente più efficace contro i malintenzionati e ricollocando i metal detector, sacrificati sull’altare dei nuovi “layout” di filiale e ritenuti “fastidiosi” per l’utenza. Basta guardarele tabaccherie che si stanno dotando tutte di vetri blindati. Le banche devono aumentare la prevenzione che non può basarsi soltanto sugli impianti di videoregistrazione e videosorveglianza, anche perché hanno le risorse economiche per aumentare massicciamente gli investimenti in sicurezza, magari diminuendo le stratosferiche remunerazioni del top management. Ormai dipendenti e clienti non si sentono più al sicuro quando entrano in una agenzia”.