I borghi siciliani rischiano di sparire. La “Resistenza” di 23 sindaci

I 23 borghi siciliani riuniti nell’Associazione i Borghi più Belli di Siciliahanno deciso di istituire unacabina di regiaper presentare allaRegione sicilianaunprogramma mirato contro lo spopolamento. L’obiettivo è salvaguardare l’esistenza dei piccoli centri fermando il taglio dei servizi essenziali e gli accorpamenti. La Sicilia, si sa, perde ogni anno milioni dei suoi residenti. Secondo l’ultimocensimento Istat, ilcalo demografico nel decennio è del 3,4 per centonella popolazione dell’Isola.Sono 233 (su 391) i comuni dove lapopolazione diminuiscee i piccoli centri soffrono di più. Ilvice presidente dell’Associazione i Borghi più Belli di Sicilia,Pippo Simone, ha spiegato il motivo per cui non è più possibile contare sullestrategie di ripopolamentoche hanno reso i borghi siciliani comunque famosi nel Mondo. Parliamo del processo, dal grande successo internazionale, dellecase a un euro. Una prassi adottata da moltiComunima che come dice Simone,non può durare per sempre. “Possiamo anche continuare a proporre case ad un euro o immaginare che losmart workingsia la soluzione per ripopolare i nostri centri, ma se immagino di abitare un borgo e non ho una banca, una scuola,collegamenti infrastrutturaliche garantiscono una mobilità con le zone circostanti, non si può immaginare di programmarestabilmentela propria vita qui”. “Aiutateci a non scomparire”è stato l’appello lanciato dall’Associazione i Borghi più Belli di Sicilia all’indomani dell’assemblea organizzata a Cefalù, in provincia di Palermo. Un appello che è fondato suinumeri di abbandono dei borghi, in crescita esponenziale in Sicilia rispetto al resto d’Italia. I borghi siciliani sono sottoposti a unospopolamento del 4,2 per cento annuo, dato cheaumenterà nel decennio 2020-2030 arrivando al 4,4per cento, rispetto a una dinamica nazionale del 2,8 per cento. La perdita di servizi essenziali è il motivo principale per cui la popolazione tende a spostarsi dai piccoli centri, di fatto smettendo di viverci. “Se Borghi più Belli di Sicilia ha contribuito negli anni ad incrementare iflussi turisticiattraverso le proprie strategie, consentendo l’arrivo di viaggiatori sia locali che stranieri, ora intende puntare sunuoveazioni. Partiamo da una realtà inconfutabile – ha spiegato Simone – la logica di ricondurre tutto ad una“questione di numeri”porterà alla scomparsa dei borghi. L’80 per cento dei nostri centri non ha più unosportello bancario, è rimasta solo la Posta. Lescuolenon esistono più se non a 40 chilometri di distanza. Oggi la politica deve dirci se i borghi hanno ildiritto di continuare ad esisterea prescindere dai numeri o se vogliamo abbandonarli al loro destino”. Leggi anche –Un registro regionale per la pesca mediterranea e i borghi marinari Tutti isindacidei borghi siciliani coinvolti (è attualmente escluso il Comune di Castiglione di Sicilia, commissariato per infiltrazione mafiosa) hanno trovato l’accordo per la costituzione dellacabina di regia. Di un laboratorio da cui nascerà unastrategiada portare allaRegione. “Se è necessario – conclude Simone – ci rivolgeremo anche algoverno nazionale. Ci siamo dati una sede e una data che è circoscritta tra novembre e dicembre 2023. Naturalmente serviranno piùappuntamenti, ma siamo pronti ad iniziare. L’obiettivo è presentare una proposta concreta. La nostra è una vera e propria Resistenza”. IlConsiglio dei ministriha dato il via libera aldisegno di leggedi promozione dellezone montane, che include interventi per agevolare idocentiimpiegati proprio nelle scuole di queste aree. In particolare, la legge prevede l’assegnazione dipunteggi aggiuntivinelle graduatorie provinciali di supplenza. Inoltre, alpersonale scolasticoche lavora nelle scuole di montagna sarà concesso uncredito d’impostaper lespese di affitto degli immobiliin modo da contribuire a coprire parte delle spese di locazione.