Caldo, frutta e verdura a prezzi bollenti. Danni stimati in 6 miliardi di euro
Ilcaldofa seccare frutta e verdura e pesa anche sul portafogli. Leondate di caloreche in queste settimane stanno colpendo varie regioni d’Italia – e in particolare laSicilia, dove nei giorni scorsi sono stati superati i46 gradi– provocanodanni alle coltivazionie fanno salire iprezzi di frutta e verdura. In Sicilia dunque, in questi giorni, si soffre il caldo, non si respira per gli incendi e spesso si sta anche senza acqua né luce a causa dei disservizi. Frutta e verdura che di solito sono gli alimenti più consigliati per affrontare il caldo costano di più. Due degli ingredienti principali della “dieta mediterranea“, che proprio in questi giorni è stata celebrata durante ilverticedelle Nazioni Unite sui sistemi alimentari, aRoma. A fare i conti dei rincari èColdiretti, che analizza datiIstat. “Dall’uva ai meloni, dalle angurie alle albicocche, dai pomodori alle melanzane.Con temperature superiori ai 35 gradi anche le piante sono a rischio colpi di caloree stress idrico”, spiega l’associazione. La stima è che idanni“supereranno isei miliardi“, tenendo presente “oltreun miliardosolo per l’alluvione in Romagna“. Parte delle perdite ricadrà suiconsumatori. Rispetto ai prezzi dello scorso anno, infatti, Coldiretti stima unaumentodel 7,8 per cento per la frutta e del 17,4 per cento per la verdura. In media, il 12,6 per cento in più. Con un picco del18,2 per cento per i pomodori, tra i principali ortaggi estivi. Leggi anche –Caldo e desertificazione, la Sicilia potrebbe diventare la nuova Tunisia In generale, secondo l’associazione, “i prezzi di frutta e verdura in media triplicano dal produttore al consumatore“. Il calo dellaproduzione– si va dal10 per cento del granoal60 per cento delle ciliegie, queste ultime danneggiate dal nubifragio emiliano – fa il paio con l’aumento dei costi. A pesare sulla filiera agricola sono soprattuttoimballaggietrasporti. Dopo gli aumenti del 2022, dovuti anche allaguerra tra Russia e Ucraina, i prezzi si erano raffreddati, ma negli ultimi mesi sono tornati a salire. Secondo il portale specializzatoUnirima, le quotazioni dicartaecartonesono cresciute in media di13 euro a tonnellatatra febbraio e marzo 2023. Il ministero dell’Ambiente stima unaumento dell’1,17 per cento per la benzina e dello 0,95 per cento per il dieseltra maggio e giugno 2023. Un “combinato disposto”, quello tra calo della produzione e aumento dei costi, deleterio per le tasche dei consumatori. Secondo Coldiretti a giugno si è registrata “l’inflazione alimentare più alta da 40 anni, che ha costretto gli italiani aspendere quasi quattro miliardi in più“. Leggi anche –Siccità, 95 milioni di mc in meno nelle dighe siciliane. “Ma non è emergenza” Tornando al caldo,a soffrire non è soltanto l’agricolturama anche il resto del settore alimentare. La produzione dilatte, per esempio, è scesa del 10 per cento. La ragione, spiega ancora l’associazione, è che lemucche“mangiano poco, bevono molto,fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 di periodi normalie producono di meno visto che per loro il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi”. Numeri che secondo Coldiretti impongono alla categoria delle contromisure, nel più breve tempo possibile. “Occorremigliorare la sostenibilità attraverso le tecnologie, che ad esempio consentono unrisparmio di acqua anche del 30 per centorispetto al passato”. Il mercato, prosegue l’associazione, si sta già orientando in questa direzione.“È cresciuto del 31 per cento in un anno il fatturato dell’agricoltura 4.0 che fra droni, robot, satelliti e controllida remoto supera i due miliardi di euro”. Investimenti necessari per diminuire i costi di produzione, spiega Coldiretti, ma soprattutto “persalvare i raccoltianche contro gli effetti delmeteo pazzo fra siccità e maltempo“. Leggi anche –Siccità, Roma “commissaria” le Regioni. In Sicilia scorte in calo del 26% Anche in Sicilia la situazione è preoccupante. Secondo laColdiretti regionale, “con questo caldo tutte le colture soffrono. Tuttavia,se il servizio idrico sarà garantito, come ci ha assicurato la Regione, dovremmo riuscire a mantenere la situazione sotto controlloe salvare la produzione”. Nessun allarme immediato per le produzioni, insomma, a parte alcuni casi locali che non dipendono dalla siccità. “Una situazione particolare riguarda l’uva di Trapani, che è attaccato da un parassita, laperonospera, e quindi va in sofferenza”, spiegano dall’associazione. Ma sul tavolo c’è anche la questione delladiga Arancio, nella provincia diEnna. Benché l’invaso contenga molta acqua – secondo i dati dell’Autorità di bacino si parla di34 milioni di metri cubi– per mesi essa non è stata utilizzata a causa di unainfestazione di alga rossa. A intervenire sul punto, ieri, è stato l’assessore regionale per l’Energia,Roberto Di Mauro, secondo cui “leanalisieffettuate hanno restituito daticompatibili con l’uso irriguo“. Di conseguenza le acque della diga “potranno essere utilizzate per i campi”, come chiesto per settimane da Coldiretti.
