Catania “città senza regole che cresce male”. L’urbanistica vista da Ance
Catania è un città senza piano regolatore. O meglio “con uno eccezionale per la sua epoca, ma scaduto da 50 anni. E una città senza regole cresce male”. Lo afferma Salvatore Messina, vicepresidente di Ance Catania, l’Associazione dei costruttori edili. All’interno dell’associazione Messina è delegato ai temi dell’Urbanistica, dell’edilizia privata e del superbonus. Nel capoluogo etneo, caratterizzato da una pianificazione del territorio risalante al 1964, anno di approvazione del piano regolatore aggiornato nel 1969, e da un elevato rischio sismico, il macrotema della pianificazione del territorio si intreccia in maniera strettissima alle problematiche apparentemente più semplici della gestione condominiale, con l’Ance “impegnata da anni in campagne di sensibilizzazione su questi temi”. Ma in una città che prova “a uscire dal dissesto che ha grossi problemi a gestire il quotidiano”, è complicato persino gestire le pratiche per le richieste di interventi sugli edifici. “La mole di documenti da produrre è tanta, e non è un caso che l’amministrazione comunale ci abbia chiesto aiuto per stare dietro alle richieste. Abbiamo inviato quattro stagisti”, ha spiegato Messina ieri in diretta a FocuSicilia La città è quindi legata a un piano concepito con una zonizzazione molto rigida, “adeguato per l’epoca, con Luigi Piccinato che era per l’epoca la migliore scelta possibile. E che non guardava ad esempio al rapporto con il mare”, prosegue Messina. La conseguenza di quelle scelte mai aggiornate è stata per anni “l’assenza di una architettura pubblica contemporanea, con scelte demandate a privati. E certamente discutibili, nel senso proprio del termine di discutere se fossero buone o cattive”. Scelte al di fuori di un piano generale che la nuova legislazione regionale dovrebbe non solo riportare dentro l’assemblea cittadina, ma dare voce aglistakeholders, cittadini portatori di interesse, con il Piano regolatore generale (Prg) che cambia nome diventanto Pug, Piano urbanistico generale. “La legge 19 del 2020 è un documento fortemente voluto dall’amministrazione regionale, ed introduce importanti novità come rigenerazione urbana, attenzione al consumo di suolo e partecipazione alle scelte dei cittadini”. Per definire molti aspetti mancano delle regole attuative “aspetti che abbiamo sottolineato come Ance insieme all’Istituto nazionale di urbanistica. Come spesso accade è un documento politico prima che tecnico”. Accanto alle problematiche di pianificazione, che rendono complessi gli interventi anche di recupero e sostituzione, ci sono però “le opportunità che rischiamo di perdere con i bonus sisma, il bonus facciate e l’ecobonus, tutti in scadenza nel 2021”. Sulla carta questi davano l’opportunità, per città come Catania caratterizzate da un grande rischio sismico, di aggiornare buona parte del patrimonio edilizio a criteri antisismici, “ma appena abbiamo imparato come tecnici ad usare questi strumenti ci vengono tolti”, lamenta Messina. A questi si aggiunge il superbonus che garantisce con la regola del 110% interventi di miglioramento del consumo energetico, la cui scadenza dovrebbe essere invece prorogata al 2023. “Il superbonus, come spesso si dice erroneamente, non è gratis. Le verifiche di fattibilità effettuate dai tecnici, quando le richieste non vanno a buon fine e possono essere inserite nei costi, vano pagate all’ingegnere, all’architetto o al geometra che le ha effettuate”. Problematica che accade molto spesso “basta una comune verandina non segnalata per bloccare tutto, perché il bonus parte da una situazione di regolarità”, spiega Messina. Situazioni semplici anche da risolvere, se non fosse per le difficoltà, nei condomini, di mettere tutti d’accordo. “Da recente un grande condominio ha dovuto bloccare tutto perché sei condomini non erano disposti a sanare le verande. Ed è un problema comunissimo. Stiamo cercando a livello nazionale di chiedere una deroga a questi piccoli abusi, che peraltro vengono tutti segnalati dai tecnici facendoli emergere, in modo da non bloccare i lavori”.