Convertire Termini Imerese alle mascherine: il progetto

Convertire Termini Imerese alle mascherine: il progetto

Trasformare il dramma di Blutec in un’opportunità per la produzione di dispositivi contro ilcoronavirus, non solo per l’intero sistema sanitario siciliano. È questo il progetto del distretto Meccatronica, giàimpegnato nella fabbricazione di mascherinee dispositivi di protezione. Anche l’ex stabilimento Fiat di
Termini Imerese, in provincia di Palermo, chiuso dal 2011, potrebbe
essere riconvertito per la produzione di dispositivi e macchinari da
destinare al sistema sanitario. L’idea è stata studiata ed
avanzata dal presidente del Distretto Meccatronica, Antonello Mineo.
“Nelle dieci aziende strategiche del distretto sono presenti
ingegneri che provengono dalla cassa integrazione Blutec”, spiega
Mineo. “Hanno creato una task force congiunta con gli ingegneri
informatici ed elettronici che sono ancora in cassa integrazione a
Termini Imerese”. E così, mentre le aziende del distretto stavano
progettando la propria conversione alle mascherine, un gruppo di
professionisti ha verificato la compatibilità dei programmi con le
macchine che si trovano nella Blutec. Secondo Mineo, quindi,
basterebbe trasferire le competenze delle aziende di meccatronica per
rendere la produzione “scalabile”. Cioè capace di crescere e di
adattarsi al fabbisogno di mascherine e dispositivi sanitari non solo
a livello regionale ma anche nazionale. Con la possibilità di
ricevere richieste dall’estero. Il vecchio stabilimento potrebbe
rappresentare quindi un grande hub tecnologico al centro della
Sicilia e del Mediterraneo. Il progetto deve ottenere
l’autorizzazione del commissario di Blutec, Giuseppe Glorioso, e
dei sindacati permetterebbe ai tecnici in cassa integrazione di
rientrare nello stabilimento. “All’interno delle fabbriche vi
sono macchine laser a cinque assi, con vasta produttività, tutte
perfettamente funzionanti”, spiega Mineo. L’unico ostacolo reale
consiste nella taratura delle punte focali dei laser. “Un’operazione
da centinaia di migliaia di euro, ma che rispetto all’opportunità
che si verrebbe a creare rappresenta un esborso sopportabile”. Sono stati già avviati contatti con i commissari, con i sindacati dei metalmeccanici e con la Regione siciliana, attraverso l’assessore regionale Mimmo Turano. Mineo per ora non accenna a contributi pubblici. Il progetto andrebbe avanti “autofinanziandoci, come abbiamo sempre fatto”. Se ci dovessero essere intoppi, il presidente del Distretto Meccatronica stima di poter avere i primi prototipi “entro una ventina di giorni”. Discorso diverso per i tempi di produzione: non è possibile ancora stabilire i termini, anche perché saranno al centro dell’incontro con Turano. Dopo aver lanciato l’iniziativa che ha visto protagoniste sette delle 110 aziende che formano il distretto Meccatronica per far fronte all’emergenza coronavirus, Mineo punta al progetto Blutec, che potrebbe rappresentare un’occasione per quei 750 lavoratori (o per una parte di loro) in cassa integrazione.