Gambero killer, precursore del granchio blu che fa danni a economia e ambiente
Ben prima delgranchio blu, a minacciare l’ecosistema marino italiano e siciliano è stato il “gambero killer“. Non si tratta di un soprannome allarmistico, ma della definizione messa nero su bianco dal ministero dell’Ambiente, nelPiano di gestione nazionaledella specie. Questo crostaceo d’acqua dolce, dopo essere arrivato in sordina neglianni Settanta, a partire dal 2018 ha proliferato fino a diventare un problema, anche a causa del riscaldamento del Mediterraneo. Molto aggressivo, può provocare danni all’ecosistema, agli argini e persino alle risaie. Un vero e proprio flagello, insomma, contro il quale si sono attivate leprocedure di contenimento, al momento senza troppo successo. Il Ministero ricorda come il gambero killer sia inserito nell’Elenco delle specie esotiche invasivedi rilevanza unionale, considerate cioè pericolose per l’ecosistema europeo. IlRegolamento Ue 1143/2014prevede “misure di rilevamento precoce e di eradicazione rapida”. L’Italia lo ha recepito con ilDecreto legislativo 230/2017, che contempla “l’eliminazione completa e permanentedella popolazione esotica”. Leggi anche –Sicilia, centinaia di specie aliene. E il “cimicione” ora minaccia il pistacchio Il vero nome del gambero killer èProcambarus clarkii, ma è noto come “gambero della Lousiana“, dalla regione di provenienza. A fornire i suoi “connotati” è il ministero dell’Ambiente, nel già citatoPiano di gestione.I crostacei “sono lunghi sui15 centimetri,ma possono raggiungere anche i 20 cm”, e si distinguono da quelli autoctoni per la loro “caratteristicacolorazione rosso scuro o marrone-rossastro“. Al momento della stesura del Piano, aggiornato a maggio 2021, la specie era presente “in quasi tutte le province e regioni italiane, anche sulleIsole maggiori“. Anche in Sicilia, infatti, è in corso un monitoraggio da parte dell’Università di Palermo. I tecnici del Ministero sottolineano la capacità di diffusione della creatura. Il gambero killer infatti “è in grado didiffondersi rapidamente“, non soltanto in acqua. “La specie può respirare l’ossigeno aereo,restare fuori dall’acquaper più di 10 ore edisperdersi anche via terra, percorrendo distanze superiori a un chilometro”. Inoltre le larve “possono essere trasportate anche accidentalmente da uccelli acquatici”, ma il motivo principale della rapida diffusione “è da imputarsi soprattutto all’azione umana, che ha trasportato e introdotto negli anni nelle varie zone”. Leggi anche –Centinaia di specie aliene nella banca dati messa a punto da Catania e Malta Le conseguenze per l’ambiente, come nel caso delgranchio blu, sono potenzialmentedevastanti. Secondo il Ministero, infatti, il gambero killer è “uningegnere ecologico,capace di modificare completamente l’ambiente invaso”. Il crostaceo infatti caccia “macro-invertebrati, anfibi, uova e avannottidi pesci”, modificando la catena alimentare e generando “impatti sull’intera comunità”. Inoltre può diventare una sorta di untore, propagando diversi parassiti tra cui “lapeste del gambero, letale per i gamberi nativi”. I danni all’ambiente, presto o tardi, danneggiano anche l’economia umana. IlProcambarus, come detto, “provocaingenti danni economiciper la sua intensa attività di scavo che causa il crollo degli argini”, e sul piano agricolominaccia le risaie, “per il consumo dei germogli e delle plantule”. Inoltre sono stati riportati danni alle attività di acquacoltura, “in particolare di specie ornamentali”.La soluzione non può essere quella di mangiarlo. “Sono numerosi rischi per la salute del consumatore a causa della sua capacità di accumulare metalli pesanti e tossine algali e di trasmetteremalattie infettivecome la tularemia”.