Food, il marchio “Sicilia” è il secondo più venduto. I dati di GS1 Italy

Food, il marchio “Sicilia” è il secondo più venduto. I dati di GS1 Italy

Nei carrelli del Bel Paese entrano sempre più spesso i prodotti con indicata l’origine. Italiana, preferibilmente. Secondo i dati raccolti direttamente dai codici a barre dei prodotti alimentari passati dalle casse dei supermercati nel periodo da giugno 2019 a giugno 2020, le vendite dei cibi sui quali campeggia una bandiera italiana sono aumentate del 5,3 per cento. E meglio ancora fanno quelli con denominazione “100 per cento italiano”, dove l’aumento è stato del nove per cento. A specificarlo è l’ottava edizione dell’osservatorio Immagino, elaborato da GS1 Italy, no profit costituita da una comunità di 35 mila imprese attive nel settore dei beni di largo consumo, insieme a Nielsen. Su un paniere totale di oltre 81.990 prodotti del mondo food, sono 21.023, pari al 25,6 per cento, quelli con “l’italianità” nel nome o in confezione. E tra questi quelli con richiami alla Sicilia sono secondi in classifica, preceduti dal solo Trentino-Alto Adige. Leggi anche –Sicilia, la (s)Fortune 500: tanti supermercati, poche industrie I prodotti food con richiami all’italianità nel periodo considerato sono arrivati a sfiorare gli 8,2 miliardi di euro di giro d’affari, il 26,3 per cento della quota sul totale alimentare. L’aumento nelle vendite, in un periodo per quasi metà caratterizzato dalla crisi pandemica, è stato del 6,3 per cento rispetto al periodo precedente (giugno 2018 – giugno 2019). E la Sicilia ha un ruolo primario in questo successo, con una crescita del 5,3 per cento. In totale, sull’intero paniere di oltre 81 mila alimentari presenti in super e ipermercati, un richiamo all’Isola è presente nell’1,3 per cento dei casi. A pesare soprattutto le categorie vino e sughi pronti. Alla crescita hanno però contribuito principalmente le birre, le arance, le passate di pomodoro, l’aranciata e il sale, facendo della Sicilia, con un valore dello 0,9 per cento, la seconda tra le regioni italiane. A primeggiare è però il Trentino – Alto Adige, con una quota di presenza tra gli scaffali del 1,2 per cento, ma un valore delle vendite del 1,1. Il primato è raggiunto grazie soprattutto a categorie come vini e spumanti, speck, yogurt, mozzarelle e latte. Tra giugno 2019 e giugno 2020 i prodotti di questa regione hanno registrato un giro d’affari in crescita del 4,2 per cento, sostenuto dall’aumento delle vendite di vini, spumanti e speck. Al terzo posto, subito dopo la Sicilia, il Piemonte, i cui prodotti sono presenti nel 1,4 per cento dei casi. La quota di mercato è identica alla Sicilia, lo 0,9 per cento, ma la crescita rispetto al periodo precedente si ferma al 5 per cento. Subito dopo, e sempre con una quota di vendite pari allo 0,9 per cento, l’Emilia-Romagna. La Regione del Grana padano, il Dop maggiormente diffuso, è presente comeclaimnel 1 per cento dei prodotti, ma la crescita è leggermente inferiore all’Isola, attestandosi al 5,2 per cento.