Abuso d’ufficio, abrogazione non scalda i sindaci. “Presto per valutare gli effetti”

Abuso d’ufficio, abrogazione non scalda i sindaci. “Presto per valutare gli effetti”

Tra qualche mese ilreato di abuso d’ufficiopotrebbe non esistere più. A prevederlo è unDisegno di legge presentato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, che contiene l’abrogazione dell’articolo 323 del Codice penale. L’abuso d’ufficio, appunto, indicato da molti osservatori comeuna delle principali ragioni della “paura della firma”da parte di sindaci e amministratori locali. Con tutte le conseguenze del caso sul funzionamento della cosa pubblica, giàgravata da una burocrazia asfissiante, soprattutto nel Mezzogiorno. Il sospiro di sollievo degli amministratori locali, tuttavia, non c’è stato. “Gliilleciti a cui è esposto un sindaco,sul piano contabile e penale, sono così tanti che l’abolizione di una singola norma di per sénon cambia molto“, dice aFocuSiciliaMario Alvano, segretario regionale di Anci Sicilia. La cancellazione dell’abuso d’ufficio, precisa, “non è mai stata una richiesta della nostra associazione“, e in ogni caso“servirà tempo per valutarne gli effetti“. Leggi anche –Appalti, il nuovo Codice potrebbe ridurre di un quarto i tempi delle gare Le modifiche alreato di abuso d’ufficionon sono una novità. Introdotto dalRegio decreto numero 1398/1930,l’articolo 323 del Codice penale è stato cambiato più volte. Le ultime in ordine di tempo risalgono al 2012, quando furonoaumentate le pene,e al 2020, quando fuprecisata la fattispecie del reato.Nel mirino dei critici, il basso numero di condanne sul totale dei procedimenti avviati per questo reato.Secondo la rivista specializzata Sistema Penale, che cita dati del ministero della Giustizia, “nell’anno 2021, su 5.418 procedimenti definiti dall’ufficio Gip/Gup, le archiviazioni sono state 4.613“. Conti alla mano, oltre l’85 per cento del totale. Le sentenze di condanna, invece, sono state poche decine trapatteggiamento(nove) edibattimento(18). Numeri che secondo il GuardasigilliCarlo Nordiodescrivono unreato “evanescente”, la cui abrogazione “contribuirà ad un’accelerazione delle procedure e avrà unimpatto favorevole sull’economia“. Leggi anche –Corruzione in aumento: +47% di fascicoli nell’anno d’oro degli appalti Per i sindaci è laformulazione del reatoa non funzionare. “L’abuso d’ufficio è un reato residuale, cioè viene formulato quando gli inquirentinon riescono a individuare altre fattispecie“, chiarisce Alvano, che evidenzia due criticità principali. La prima è di merito. “In troppi casi abbiamo vistoamministratori inquisiti per molto tempo per l’ipotesi di abuso d’ufficio e poi prosciolti,con danno grave per la loro reputazione e per l’azione amministrativa“. La seconda è di metodo. “In questi processi si tende aindividuare responsabilità penali esclusivamente in capo ai sindaci e a nessun altro. Come se il sindaco potesse essere passibile di responsabilità penale oggettiva, cioè in quanto sindaco, mentre come sappiamola responsabilità penale è personale“. Da qui la richiesta dell’associazione “disemplificare il quadro normativo, per dare agli amministratori locali la possibilità di operare serenamente”. Senza per forza arrivare all’abrogazione del reato. Leggi anche –Appalti pubblici, tanti soldi, poca trasparenza. Anac: 60 miliardi senza gara Il Governo Meloni, invece, ha deciso dipercorrere proprio questa strada.Per il segretario di Anci Sicilia ilvenir meno dell’abuso d’ufficio“non dovrebbe creare grandispazi d’impunitànella cosa pubblica”. Nemmeno nel combinato disposto con lariforma del Codice degli appalti di luglio 2023, che ha reintrodotto, tra le altre cose, l’appalto a cascata. Il sistema, infatti, avrebbe garanzie sufficienti. “In particolareaffidamenti, contratti pubblici, assunzioni di personale,cioè leprincipali voci di spesa degli amministratori locali, sono ambiti fortemente irreggimentati dalla legge, attraversoprocedure molto stringenti“. Per un giudizio complessivo, conclude Alvano, occorrerà aspettare la “messa a terra” delle norme. “Vedremo cosa accadrà quando il quadro normativo sarà consolidato. Da parte nostra,quando un sindaco o un amministratore sbaglia è giusto che paghi. Quello che non è giusto èrestare appesi per anni,anzitutto per le comunità governate“.