Nei cieli sopra l’aeroporto di Catania volano 600 milioni di euro di investimenti per le infrastrutture. Quelli che atterrano, però, sono molti meno. Nei piani degli investimenti della società di gestione, la Sac, tra il previsto e il realizzato ci sono notevoli differenze. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: le infrastrutture non bastano. Così, se un incendio blocca una parte dello scalo, l’aeroporto si ritrova in ginocchio. Il “Terminal B“, cioè la vecchia aerostazione “Morandi“, settemila metri quadri, è chiuso dal 2007. Se fosse stata ristrutturata, oggi avrebbe potuto raccogliere almeno in parte il traffico dell’aeroporto. Avrebbe sostituito il “Terminal A” dove si è sviluppato l’incendio del 16 luglio integrando il piccolo “Terminal C” che è insufficiente. Ma la “Morandi” in tutti questi anni è rimasta sempre chiusa e inutilizzata e si è sempre più degradata. Il 21 luglio Sac, Enac, Protezione Civile, Vigili del fuoco e Comune di Catania hanno fatto un sopralluogo all’interno della “Morandi” per valutarne le condizioni. Finora però non è stato scelto di utilizzarla in emergenza. In passato era stata impiegata solo per le vaccinazioni Covid, ma il suo destino era già segnato. Sac aveva deciso per la demolizione e la ricostruzione. La progettazione è già in corso: 2,4 milioni di euro le somme riservate nel bilancio 2022 di Sac, una prima versione del progetto già pronta, per la quale l’Ente nazionale dell’aviazione civile (Enac) ha chiesto modifiche.
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Grasso (Filt Cgil): “Aeroporto rischia di implodere”
“Siamo convinti che le infrastrutture vadano completate – dice il segretario generale di Filt Cgil Sicilia, Alessandro Grasso – e noi avevamo già sollevato il problema all’inizio del 2022. Lo pensiamo tuttora: l’aeroporto rischia di implodere e il Terminal C non basta rispetto alla crescita esponenziale dei passeggeri. Quasi due anni fa ci fu risposto che sull’accordo di programma con Enac erano previsti 32 milioni di euro per il 2022 proprio per il sistema infrastrutturale. Poi non ne abbiamo saputo più nulla. Noi sollecitavamo proprio l’intervento di demolizione e ricostruzione del ‘Terminal B’. Riteniamo che sia assolutamente necessario, ma ad oggi non c’è un bando di gara”. Cosa succede, se continua così? Il segretario lo ipotizza chiaramente: “Dovrebbe intervenire l’Enac e limitare l’aeroporto, perché gli spazi sono quelli che sono. Servono responsabilità da parte di tutti”. Per l’esponente del sindacato, la disavventura che sta attraversando lo scalo etneo deve “comportare un cambio di passo, da domani in poi – aggiunge – indispensabile per il sistema infrastrutturale di Catania e di tutta la Sicilia. Il sistema degli aeroporti va rivisto. Questa vicenda ne ha evidenziato le fragilità e le criticità”.
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Nel 2022 spesi 8 milioni di euro su 38 previsti
Tra il dire e il fare ci sono di mezzo molti milioni di euro. Tra il 2017 e il 2022 la società di gestione dello scalo, la Sac, aveva programmato 144 milioni di euro di interventi, ma secondo l’ultimo report dell’Ente nazionale dell’aviazione civile, ne ha spesi solo il 35 per cento: 50 milioni di euro. Nel 2022, gli investimenti previsti superavano i 38 milioni di euro. Ne sono stati spesi effettivamente meno di otto. Un quinto del previsto. Adesso, dopo i piano quadriennale 2017-2020 e il piano transitorio 2021-2022, Sac si prepara a presentare un nuovo piano 2023-2026. Gli interventi elencati riguardano il terminal passeggeri, la viabilità esterna, la pista, l’adeguamento e l’ammodernamento degli impianti, l’efficientamento energetico. L’obiettivo è prepararsi ad affrontare un traffico di 14 milioni di passeggeri nel 2030. Nel 2022 l’aeroporto di Catania si è piazzato al quinto posto in Italia con oltre dieci milioni di passeggeri. Nei primi sei mesi del 2023 lo scalo etneo è al secondo posto d’Italia, con 3,4 milioni di passeggeri e una crescita dell’11 per cento, secondo Enac.

Fonte: Enac, report degli investimenti negli aeroporti italiani, 2023
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Il Piano degli investimenti e le opere realizzate
Enac ha approvato il Piano degli investimenti 2016-2030 di Sac. L’istruttoria per la Valutazione di impatto ambientale è in corso. Per il nuovo Terminal B vengono impegnati oltre 140 milioni di euro. Il 2022 doveva concludersi con la “progettazione definitiva dell’intervento di demolizione del manufatto esistente” e con la “realizzazione del nuovo corpo di fabbrica”, su tre livelli. Negli ultimi prospetti delle opere realizzate e collaudate nel 2022, ci sono la nuova strada di collegamento tra l’aerostazione e la stazione ferroviaria di Rfi (1,9 milioni di euro), la manutenzione straordinaria degli uffici della Polizia di frontiera (130 mila euro), la riqualifica del varco fornitori del terminal A (65 mila euro). Risultano avviati a marzo 2022 ma non ancora completati i lavori di adeguamento alle nuove normative antincendio dell’aerostazione (1,7 milioni di euro), l’ampliamento dell’area partenze (marzo 2023, 696 mila euro) e altre opere come il progetto della viabilità esterna con il parcheggio nell’ex campo sportivo. A settembre 2022 inoltre risultano iniziati i lavori per la riqualificazione degli uffici amministrativi.