Le campagne siciliane hanno sete. E la Regione siciliana tenta di creare le condizioni affinché possa dissetarsi. È il senso del piano di gestione della diga San Giovanni e del cosiddetto laghetto Gorgo, entrambi nell’Agrigentino, approvato nelle scorse ore dall’Autorità di bacino della Presidenza della Regione. Le due opere hanno finalità diverse. La prima, che sbarra il torrente Naro, si trova nel comune omonimo, il secondo invece, costruito lungo il “Fosso Gurra”, sorge nel territorio di Montallegro. “Un altro passo importante per la dotazione idrica di due invasi destinati ad uso irriguo, che consentirà un più efficace utilizzo e maggiori quantitativi d’acqua a disposizione degli agricoltori della zona”, commentano dall’Autorità di bacino.
I dettagli degli interventi
Il via libera al piano di gestione della diga San Giovanni, che presenta una capacità d’invaso totale di 16,30 milioni di metri cubi, consentirà un quadro previsionale delle operazioni di svaso, sfangamento e spurgo connesse con le attività di manutenzione dell’impianto. Il documento prevede inoltre la rimozione del sedimento nell’area dello scarico di fondo attraverso un’attività di sfangamento per un volume di circa 27.000 metri cubi. Stessi interventi anche per il laghetto Gorgo, capacità totale 3,4 milioni di metri cubi d’acqua, con l’obiettivo di conseguire nel tempo il ripristino della capacità utile originaria dell’invaso, proteggendola da fenomeni d’interrimento. Il progetto di gestione dei due invasi è stato affidato al dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione Siciliana e avrà validità decennale, con l’obbligo del gestore di presentare un aggiornamento ogni qualvolta mutino in modo sostanziale le condizioni.