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Alluvione del 2018, risarcimenti quasi nulli agli agricoltori: “Una vergogna”

L'agronomo Corrado Vigo denuncia "la vicenda assurda" delle pratiche per i danni di tre anni fa alle aziende agricole siciliane. Indennizzi "come elemosina" in rapporto a quanto promesso

Da cinque miliardi a 580 milioni fino ad arrivare a (quasi) zero: sono le cifre degli indennizzi promessi e ancora non erogati agli agricoltori che subirono enormi danni in occasione della disastrosa alluvione che colpì la Piana di Catania e tante altre zone della Sicilia nell’ottobre del 2018. La vicenda è stata denunciata dall’agronomo Corrado Vigo, decenni di esperienza e tante cariche ricoperte nel corso della sua carriera. Profondo conoscitore della situazione agricola e soprattutto agrumicola della Piana di Catania, Vigo ha usato una sola parola per sintetizzare tutta la faccenda: “vergogna”.

Elenco con 610 aziende

Così ha scritto sul suo blog vigopensiero, sul quale ha anche seguito passo passo, nel corso di questi tre anni, il tormentato iter delle pratiche di risarcimento da quell’autunno del 2018, quando il ministro Di Maio annunciò cinque miliardi di fondi per i risarcimenti, fino ai nostri giorni. Qualche giorno fa infatti è stato pubblicato l’elenco delle aziende ammesse al risarcimento, 610 in tutta la Sicilia.

Assurda follia

“Quello che è successo è una follia totale, una cosa assurda – conferma a FocuSicilia – dopo tre anni ancora gli agricoltori non hanno visto un euro, e dubito che lo vedranno, considerando i meccanismi dei rimborsi e il fatto che ormai dall’80 per cento promesso siamo arrivati praticamente al sei per cento, una beffa. A me sembra che sia stato fatto di tutto per non indennizzare le aziende e usare i soldi in altro modo”.

Da cinque miliardi a 580 milioni

Per capire bisogna ripercorrere i vari passaggi. Dai cinque miliardi annunciati da Di Maio si arrivò a 580 milioni di stanziamento. Per accelerare l’iter e dare sollievo rapidamente agli agricoltori, “colpiti da una alluvione causata anche dalla mancata manutenzione del territorio e dei corsi d’acqua”, un provvedimento della Protezione civile siciliana prevedeva il risarcimento dell’80 per cento dei danni subiti a fronte di una perizia asseverata da un tecnico abilitato. La perizia asseverata doveva essere un modo per accelerare le pratiche, in quanto con questa modalità il tecnico stesso (agronomo, perito agrario o altra figura) si assumeva la responsabilità totale di quanto dichiarato, rispondendone personalmente in caso di falso o di contestazioni.

Scattano le decurtazioni

Nella direttiva della Protezione civile del febbraio 2019 si stabiliscono tempi velocissimi per la presentazione delle pratiche, e si stabilisce che il contributo sia decurtato del 50 per cento nel caso in cui l’agricoltore fosse stato assicurato contro i danni che aveva subito l’azienda. Tra tempi burocratici e richieste di integrazione di documenti passa circa un anno, e nel 2020 arriva la prima “amara sorpresa”. Il problema, dice Vigo, è che la norma sull’assicurazione era stata scritta in un “italiano imperfetto”, quindi qualcuno ha disposto di decurtare del 50 per cento tutte le richieste da parte delle aziende, che avessero polizza assicurativa o meno.

“Italiano imperfetto”

Il passaggio, riportato da Vigo è il seguente: “Gli aiuti concessi sono ridotti del 50 per cento salvo quando siano accordati a beneficiari che abbiano stipulato una polizza assicurativa a copertura di almeno il 50 per cento della loro produzione media annua o del reddito ricavato dalla produzione e dei rischi climatici statisticamente più frequenti nella regione per cui è prevista una copertura assicurativa”. A causa di questa interpretazione restrittiva il contributo scende dunque per tutti dall’80 al 40 per cento del totale.

Riduzioni “inspiegabili”

Ma non è finita. L’agronomo racconta che l’ispettorato agricoltura, competente per la materia, poi effettua le istruttorie e abbatte ulteriormente, “e inspiegabilmente l’importo dei contributi richiesti con le perizie asseverate dal 50 al 90 per cento, senza contraddittorio, senza sentire i tecnici o gli agricoltori. Allora a cosa sono servite le perizie asseverate?”, si chiede Vigo. Di fatto dunque il risarcimento scende di un ulteriore 60 o 70 per cento.

Un altro taglio del 50 per cento

La storia continua ancora, perché si arriva all’elenco dei beneficiari pochi giorni fa. Con una ulteriore poco piacevole sorpresa. “Finalmente – ha scritto Vigo – dopo ‘soli’ tre anni dall’evento ecco che esce fuori l’elenco definitivo dove, però nell’allegata disposizione n. 1385/2021 viene aggiunto (postumo rispetto alla direttiva principale) che ‘I contributi concessi saranno pari al 50 per cento dell’importo massimo ammissibile per ciascuna impresa’”. Quindi ancora un taglio ulteriore del 50 per cento del risarcimento.

Risarcimento come “elemosina”

Alla fine di questa girandola di tagli e decurtazioni i conti li fa lo stesso Corrado Vigo: “Una ipotetica cifra iniziale di 100 mila euro di danni diviene mediamente 30 mila con la decurtazione da istruttoria, scende a 24 mila con la riduzione da direttiva dell’80 per cento e arriva a 12 mila con la riduzione ‘coatta’ dell’applicazione dell’italiano imperfetto”. Gli ipotetici 12 mila si riducono ancora della metà per l’ultima disposizione e diventano sei mila. Così, un danno pari a 100 mila euro verrebbe risarcito con una somma di sei mila euro, “ma che verrà erogata solo dietro presentazione di fatture per i lavori di 100 mila euro più Iva, quindi di 122 mila euro”. Alla fine, conclude Vigo, “lo Stato incassa 22 mila euro solo di Iva, e ne restituisce in tutto sei mila, un’elemosina o peggio. Solo da vergognarsi”. Per dare un’idea dei risarcimenti previsti, la somma totale indicata nell’elenco delle aziende beneficiarie è pari a 12 milioni, da dividere per tutte le 610 imprese ammesse, e naturalmente da erogare al 50 per cento.

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Turi Caggegi
Turi Caggegi
Giornalista professionista dal 1985, pioniere del web, ha lavorato per grandi testate nazionali, radio, Tv, web, tra cui la Repubblica e Panorama. Nel 1996 ha realizzato da Catania il primo Tg online in Italia (Telecolor). È stato manager in importanti società editoriali e internet in Italia e all’estero. Nel 2013 ha realizzato la prima App sull’Etna per celebrarne l’ingresso nel patrimonio Unesco. Speaker all’Internet Festival di Pisa dal 2015 al 2018, collabora con ViniMilo, Le Guide di Repubblica e FocuSicilia. Etnalover a tempo pieno.

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