Amianto a Biancavilla. Fillea Sicilia chiede un Bonus 110% per le bonifiche

Fillea Cgilha presentato la video inchiesta “Amianto, i veleni di Biancavilla” sperando di aver avviato un nuovo corso sul “caso Biancavilla”. Il comune etneo continua a registrare decine di decessi all’anno permesotelioma pleurico. Colpa dellafluoro-edenite, il minerale che provoca il cancro, al pari dell’ amianto. A febbraio 2023 è stata effettuata una nuova bonifica sul territorio, ma il problema resta. Il sindacato propone l’istituzione dibonus 110per cento per accelerare le bonifiche e riconoscimenti previdenziali particolare per i lavoratori che hanno subito e subiscono gli effetti dell’amianto a Biancavilla. “Con le bonifichesiano molto in ritardo– ha spiegato il segretario Cgil Sicilia Alfio Mannino – appena il 10 per cento dei comuni possiede piani di bonifica dall’amianto. Questo è unproblema grave, che ha ricadute pesanti sull’ambiente e sullasalutedei cittadini. È necessario ungrande investimentosulle bonifiche, con agevolazioni anche ai cittadini per la rimozione dell’amianto.Su questo tema la Regione è latitante. È rimasta lettera morta unprotocollofirmato conCgil,CisleUilche prevedeva un percorso per l’eliminazione dell’amianto e sistemi di smaltimento adeguati. E la situazione è rimasta quella di sempre con coperture e manufatti che si trovano un po’ ovunque”. Con i suoi saluti il segretario generale della Cgil di Catania,Carmelo De Caudo, ha ricordato come anche nel 2016 laCamera del Lavoro etneasi è concentrata moltissimo sul caso Biancavilla, già noto a livello nazionale. Caudo ha chiesto attenzione per i lavoratori, “riconoscimento contributivoe previdenziale e una bonifica efficace perrestituire le aree alla natura, lì dove il danno provocò conseguenze”. Alberto Castiglione, autore della video inchiesta, ha poi auspicato che l’incontro organizzato per la proiezione sia solo la “prima tappa di un percorso, anche didenuncia, rispetto a ciò che è accaduto e che continua ad accadere a Biancavilla”. Subito dopo la proiezione è stato il giornalista de “La Sicilia”, Mario Barresi, a coordinare un dibattito sul tema al quale ha partecipato ancheBruno Giordano, magistrato in Cassazione. Giordano ha auspicato l’istituzione di unaProcura nazionale del lavoroe non ha nascosto le chiare difficoltà deimagistratia trattare casi come quelli dei lavoratori biancavillesi colpiti dal mesotelioma: “Pensate a questiprocessicome contesti in cui le prove si ricavano daarcheologie processuali, dove il capannone in cui il lavoratore ammalato lavorava adesso non esiste più. Dove è necessario cercare verbali dell’ ispettorato del Lavoro degli anniCinquantaeSessanta. Un processo dove spesso ildatore di lavoro è già morto. La legge, intanto, non dice che abbiamo l’obbligo di bonificare i siti”. Ilmesotelioma“cova” nel corpo umano anche40 annied è poi difficile contrastarlo e rintracciarne l’esatta provenienza. Il segretario della Fillea Sicilia, Giovanni Pistorio, ha aggiunto “Il caso Biancavilla potrebbe aprire anche ampi ed altri scenari su cui occorre far luce:che fine hanno fattole migliaia di tonnellate, precisamente97000 metri cubiti, di materiale cavato, contenente fluoro-edenite, dalla galleria della lineaferroviaria circumetneaa Biancavilla?” “Crediamo che ideare unsistema simile al bonus 110 per cento– spiega ancora GiovanniPistorio– possa mettere il paese in condizione di essereriqualificato in tempi non lunghi. Altro tema è quello deicostiche devono sobbarcarsi leditte artigianeper essere iscritte alregistro specialedelle aziende abilitate a lavorare in presenza di materiali speciali. Servirebbe un aiuto. Anche idintornidi Biancavilla andrebbero monitorati. Il sospetto è che i materiali possano essere stati destinati adopere realizzatein altre parti del territorio”. Troppi gli interrogativi, dunque, ma resta il monito del medicoMelissa Pappalardo, figlia di unavittima di Biancavilla. “Parliamo di una patologia rara perchè correlata a processi territoriali. In luoghi con un problema analogo come Casale Monferrato in Piemonte, l’impatto è stato diverso. Ogni cittadino dona per la ricerca. Biancavilla tende invece a rinnegare il problema”.