Dal primo luglio l’Azienda metropolitana trasporti di Catania, quella che si è sempre occupata del trasporto urbano su gomma, la mobilità con gli autobus insomma, non esiste più. Dopo tanti annunci a e un iter travagliato, si è fusa con Sostare che si occupava dei parcheggi a pagamento. È stato annunciato come il primo passo di una nuova mobilità per la città dell’elefante, che comunque annovera già un servizio di car sharing, da circa un anno, e uno nuovissimo di bike sharing. A questo si aggiunge l’avvio di un circolo virtuoso per il riciclo della plastica che permette un baratto tra bottiglie e biglietto dell’autobus. Una fusione, quella che ha portato alla nascita della nuova Amts, che secondo il presidente di Amt Giacomo Bellavia garantirà i dipendenti e porterà una maggiore razionalizzazione del servizio così come un maggiore efficientamento. Intanto Amt chiude il bilancio in attivo e si avvia a chiudere definitivamente i conti con un passato turbolento per cui si paventava finanche il fallimento.
Migliori viabilità e mobilità
Il nuovo corso dell’azienda è già partito e secondo il presidente di Amt non può che essere “un grande vantaggio” per la città di Catania che finalmente avrà un servizio “in linea con tutte le altre città metropolitane italiane”. La conseguenza di più diretta, secondo Bellavia, sarà il potenziamento dei servizi che sappiano tenere in conto le varie componenti della viabilità e della mobilità. Un esempio su tutti: la gestione dei parcheggi scambiatori, diversa a seconda del proprietario, Amt o Sostare. Con la nuova gestione ci sarà un piano unico per “mettere in connessione anche delle politiche di incentivazione della mobilità sostenibile” per tutta l’aerea metropolitana. Tra pochi giorni un nuovo consiglio di amministrazione alla cui guida, lo annuncia già Bellavia, non ci sarà né lui né Luca Blasi che fino ad oggi ha gestito Sostare. “In questi casi c’è sempre il terzo che gode”, dice ironicamente Bellavia.
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Dipendenti Salvaguardati, Tfr alla pensione
Nel processo di trasformazione rimango i dipendenti delle due aziende: 509 per Amt e 109 per Sostare. Dal primo luglio sono tutti dipendenti della nuova Amts e per tutti c’è un contratto da autoferrotranvieri. “Il passaggio è già avvenuto, sono stati tutti salvaguardati rispetto all’originario trattamento”. Possono stare sereni anche rispetto al trattamento di fine rapporto. Come a chiesto a FocuSicilia una lavoratrice ormai ex Sostare, non verrà erogato subito come poteva essere prevedibile data la cessazione della vita dell’azienda, ma al momento della pensione. “Rimarrà accantonato nella nuova società unica – spiega Bellavia – e poi verrà liquidato, come per legge, al momento del pensionamento”. Il prossimo passo sarà adesso quello di creare un unico gruppo di lavoro “che possa in maniera unitaria gestire i servizi dell’azienda”.
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Casse dell’Amt in netta ripresa
Perché il passaggio alla nuova azienda potesse essere portato a termine è stato necessario chiudere i bilanci del 2020. Amt ha chiuso con un utile di 4,13 milioni di euro, numeri non da poco anche in considerazione del passato a rischio default. Di certo, come sottolinea Bellavia, ha molto influito il dissesto della città di Catania “quindi tutti i crediti vantati dall’Amt verso il comune di Catania, maturati dal 2014 al 2018 in un solo giorno sono quasi svaniti del tutto”, afferma il presidente Amt. L’azienda ha dovuto fare di necessità virtù, “bisognava razionalizzare l’azienda e mettere tutto a regime”. Nonostante ulteriori mancati in cassi legati alla pandemia da Covid-19, sia il 2019 che il 2020 sono stati chiusi con un utile di bilancio. Nel primo anno di 2,5 milioni, nel secondo, come detto, di oltre quattro. Numeri “incoraggianti”, come li definisce Bellavia, che guarda ai conti della nuova Amts con fiducia anche perché “anche Sostare non ha grandi difficoltà”. Ammette che qualche problema c’è ancora, ma la strada, dice, è quella giusta. “Siamo contenti di avere lasciato ai posteri una società più organizzata e con una strutturazione economico-patrimoniale più solida”.
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Nuovi autobus elettrici
Nell’ottica del miglioramento del servizio che si annuncia per i cittadini, anche l’arrivo di 16 autobus elettrici. Si accompagneranno alla flotta esistente fatta perlopiù di mezzi a metano, circa il 70 per cento, e a gasolio (euro 5 e 6). Macchine, soprattutto quelle a metano, che Bellavia definisce “molto efficienti dal punto di vista energetico e con apparecchiature all’avanguardia come la localizzazione, l’impianto di video-sorveglianza interno, i monitor che segnalano le fermate”. Bellavia inoltre annuncia un potenziamento della flotta che oggi percorre circa sette milioni e 200 chilometri annui. Tra “nove-12 mesi – annuncia – anche a Catania ci saranno dei bus elettrici”.
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Dopo il car sharing anche il noleggio bici
Tra i servizi offerti ai catanesi da Amt non si possono non nominare il car e bike sharing. Il primo è partito un anno fa, il secondo solo da pochi giorni e presto verrà anche implementato. Dalle attuali cinque postazioni si passerà a circa 30. Servizi per cui, afferma Bellavia, l’azienda non cerca un guadagno anche perché “sono complementari”. Anche il costo che rappresentano per l’azienda non è elevato, circa 100 mila euro l’anno su un totale di fatturato di circa 50 milioni di euro. “Spesa che viene totalmente compensata con i ricavi”. “Il nostro utile è quello di dare un servizio ai cittadini e riusciamo a farlo in assoluta parità”. Nell’ottica di una mobilità green e di attivare un circolo virtuoso, l’Amt ha anche presentato il baratto plastica/biglietto. Con 20 bottiglie, non schiacciate mi raccomando, si può avere un ticket di viaggio per i bus urbani. Un’iniziativa nata da una convenzione del comune di Catania con il consorzio CoRipet. L’obiettivo dell’azienda non è il guadagno economico ma il lancio di un messaggio “che coniuga il tema della mobilità al tema dell’ambiente e un messaggio in tema di economia circolare”.