Appalti, il nuovo Codice potrebbe ridurre di un quarto i tempi delle gare

Il nuovoCodice degli appaltipotrebbeaccorciare del 20 per cento, se non addirittura del 30 per cento, i tempi per completare le gare di opere e servizi pubblici. È quanto emerso stamattina durante l’incontro deicostruttori di Ance Catania, riuniti a Sant’Agata Li Battiati per la prima di un ciclo di tre giornate dedicate alla riforma del settore introdotta dal Decreto legislativo 36/2023. La Sicilia, tuttavia, Regione a Statuto speciale e conpotestà legislativain materia di lavori pubblici, deve ancora recepire il Codice, adottando una propria legge regionale. Al momentose ne sta discutendo in quarta commissione(Ambiente, territorio e mobilità) all’Ars. Poi il disegno di legge dovrà passare al vaglio dell’Aula. La previsione ottimistica da parte dei costruttori è che l’iter possa completarsigià a luglio o comunque entro l’estate. Nell’attesa, per operatori del settore, tecnici, imprese ed enti pubblici, la parola d’ordine è“formazione”e gli incontri di Ance serviranno proprio ad esaminare ogni aspetto tecnico del Codice. Guarda l’intervista completa al presidente di Ance Catania, Rosario Fresta Leggi anche –Nuovo Codice appalti, sindacati in protesta. “Rischio infiltrazioni mafiose” Il principale obiettivo del Codice è alleggerire ilpeso finora eccessivo della burocrazia, che rallenta e complica le procedure di gara. “Snellire l’attività burocratica è fondamentale per l’uso difinanziamenti regionali e nazionalie per realizzare le opere in maniera più celere, forte e concreta”, ha sottolineatoMarco Rubino, sindaco di Sant’Agata Li Battiati, che ha ospitato l’evento nel Polo culturale “Verga”. Gli enti locali dovranno abilitarsi, “qualificarsi” come stazioni appaltanti, secondo i criteri stabiliti dal Codice. Ci sono una serie di novità e “più veloce sarà il tempo di apprendimento di dirigenti e funzionari che fanno parte degli uffici – ha aggiunto il primo cittadino – più si potranno accorciare i tempi delle gare”.Tempi spesso lunghissimi. “Dall’idea di un’opera pubblica al bando possono passare, statisticamente, anchesette anni– ha ricordatoRosario Fresta, presidente di Ance Catania– e col nuovo Codice vengono eliminati tutti una serie di passaggi ed eliminati i livelli di progettazione. Dovremmo esserepiù veloci e con meno costi per noi, perché già paghiamo la nostra insularità in tante cose, come il costo dei materiali”. Guarda l’intervista completaal sindaco di Sant’Agata Li Battiati, Marco Rubino Leggi anche –Codice degli appalti, la Regione vara il decreto per recepire le novità in Sicilia “Il Codicenon è ancora applicabile in Siciliain quanto aspettiamo il recepimento della Regione in tempi brevissimi. Porterà una sburocratizzazione e semplificazione delle procedure. Sarà possibilesvolgere in tempi rapidi le procedurepreviste dal Pnrr”, ha sottolineato Fresta, secondo il quale “il nuovo codice pone un principio importante, quello dellafiducia, nei confronti della pubblica amministrazione e delle imprese. Noi ci assumiamo la responsabilità che ci è stata data e cercheremo di rispettarla. Condividiamo tutti i principi del Codice, i nostri dubbi riguardano laqualificazione delle Pa, i tempi che hanno per qualificarsi”. La qualificazione “si lega agli investimenti tecnologici e ladigitalizzazione è la chiave del sistema– ha osservato Michele Corradino, presidente di sezione del Consiglio di Stato, che ha lavorato al testo del Codice – ed è pensabile che tutti possano raggiungere un determinato livello di qualificazione puntando su digitale, nuova tecnologia e formazione”. Guarda l’intervista completaal presidente di sezione del Consiglio di Stato, Vittorio Corradino Leggi anche –Nuovo Codice degli appalti: gare solo sopra i 5,4 milioni, subappalti “liberi” Tre i punti di forza individuati dal Codice, secondo Ida Nicotra, professore ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Catania: “Il principio della fiducia, il principio del risultato e la digitalizzazione. Fiducia vuol dire che si investe sulla persona, sul funzionario pubblico ed è un concetto strettamente collegato all’idea che le istituzioni camminino sulle gambe delle persone”. Inoltre, “superare l’idea della cultura del sospettoaiuta certamente a realizzare il risultato: la Pubblica amministrazione, le stazioni appaltanti devono tendere all’obiettivo, cioè alla realizzazione dell’opera e alla prestazione nei confronti dei cittadini, nel rispetto dell‘articolo 97 della Costituzioneche richiama all’efficienza”. Infine, la digitalizzazione: “Usare piattaforme informatiche affinché tutto sia tracciabile, conoscibile e più veloce”. Guarda l’intervista completaalla docente di Diritto Costituzionale, Ida Nicotra