Di tumore si muore meno tra i Comuni di Milazzo, Pace del Mela e San Filippo del Mela. In totale 43 mila abitanti, che dagli anni ’60 condividono il territorio con una raffineria, un impianto siderurgico, una centrale elettrica, un ex industria di produzione di manufatti in cemento-amianto – la Sacelit – e una discarica di rifiuti industriali. Lo rivela l’ultimo rapporto Sentieri (Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento). La mortalità prematura per malattie croniche nell’area industriale di Milazzo, è diminuita del 22 per cento per gli uomini (70,9/100 mila casi) e di oltre il 13 per cento per le donne (25,1/100 mila casi). La mortalità generale per tutti i tumori maligni e le malattie dell’apparato digerente è “in difetto rispetto all’atteso, per entrambi i generi”. Buone notizie, anche se le stime di Sentieri vengono dichiarate ancora ‘incerte’, e comunque controbilanciate in negativo da eccessi di mortalità per malattie del sistema circolatorio, malattie ischemiche del cuore e dell’apparato urinario. Le problematiche ambientali sono legate alla “diossina per la combustione dei rifiuti (discariche abusive o abbandonate), agli stabilimenti industriali dismessi e alla presenza di notevoli quantità di amianto, idrocarburi e metalli”, come evidenzia il ministero dell’Ambiente.

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Tumore del polmone: non ci sono eccessi di mortalità
Nel territorio interessato non c’è però “nessun alto livello di deprivazione”, secondo Sentieri, perché “solo il 15,3 per cento degli abitanti del sito” risiede in sezioni censite come particolarmente esposte al rischio di inquinamento e quindi penalizzate anche sul piano sociale ed economico, oltre che della salute. Si potrebbe dire che tra i quattro Siti di interesse nazionale (Sin) siciliani perimetrati dal ministero dell’Ambiente, quello messinese parrebbe il meno compromesso rispetto a Priolo, Gela e Biancavilla. A Milazzo “non sono stati registrati eccessi di mortalità per il tumore del polmone”, una patologia che viene associata con l’esposizione ad amianto e impianti petrolchimici e siderurgici, mentre si rilevano eccessi di ospedalizzazione e mortalità per malattie dell’apparato urinario, in particolare nefrite, sindrome nefrosica e nefrosi e insufficienza renale cronica, nella popolazione maschile. Eccessi già rilevati negli studi precedenti e associabili con la presenza di impianti siderurgici. Un recente studio ha inoltre dimostrato che queste patologie sono in eccesso nei siti caratterizzati dalla contaminazione di solventi e metalli pesanti, sostanze presenti nel suolo e nelle acque di falda del sito in concentrazioni oltre i limiti di legge. Come nel report precedente, si conferma l’ospedalizzazione in eccesso per il tumore della prostata e del tessuto connettivo, associati alla presenza di impianti petrolchimici.

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Confermate le anomalie congenite in genitali e arti
In fatto di anomalie congenite, il quadro complessivo conferma la precedente rilevazione 2010-2015 e quindi gli eccessi di anomalie nei genitali e degli arti, “che richiedono un’attenta attività di sorveglianza”, secondo Sentieri, che non conferma invece il precedente eccesso di anomalie congenite del cuore. Rispetto alla varietà delle patologie, la situazione appare cambiata rispetto al precedente rapporto Sentieri 2019. Non ci sono, in generale, gli eccessi legati a contaminanti correlati ad amianto: mesoteliomi, tumore polmonare, malattie respiratorie e cardiocircolatorie, dell’apparato urinario e malattie renali. I dati però, facevano “ipotizzare un ruolo di esposizioni ad amianto in ambito occupazionale”, come l’incidenza di mesoteliomi tra maschi e femmine residenti nel sito, riconducibile a esposizione professionale in settori lavorativi del cemento-amianto, della produzione di energia elettrica e gas e dell’industria metalmeccanica. Solo per quanto riguarda gli ex lavoratori della Sacelit, un recente studio ha riportato eccessi di patologie correlate ad amianto, sia come mortalità, che ospedalizzazione, che incidenza.
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Il Piano regionale, “esempio virtuoso” per Sentieri
Alla luce di questi aggiornamenti, Sentieri suggerisce di insistere con il Piano di sorveglianza sanitaria rivolta agli ex lavoratori della fabbrica del cemento-amianto e ai lavoratori di alcune aziende presenti sul territorio, insieme ai loro familiari”, attività già in corso da parte dell’Asp di Milazzo. Il sito industriale di Milazzo è infatti inserito nel “Piano straordinario di interventi sanitari nelle aree a rischio ambientale della Sicilia” che la Regione Siciliana conduce dal 2014, coordinato dal dipartimento Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico regionale. L’attività consiste nell’effettuare specifici studi epidemiologici analitici e promuovere azioni mirate alla razionalizzazione dell’offerta territoriale diagnostica e assistenziale, con screening oncologici e promozione di stili di vita corretti. “Il piano della Regione Siciliana rappresenta un esempio virtuoso di interventi da parte delle strutture sanitarie in territori affetti da contaminazione ambientale”, è l’apprezzamento degli esperti nazionali di Sentieri.

