Ars: sindaci per tre mandati anche nei comuni fino a 5 mila abitanti

Ars: sindaci per tre mandati anche nei comuni fino a 5 mila abitanti

L’Assemblea regionale siciliana ha deciso: anche i sindaci dei comuni fino a 5000 abitanti potranno concorrere per un terzo mandato consecutivo. Il nuovo limite al rialzo, inizialmente previsto per i comuni fino a 3 mila abitanti, è stato inserito all’interno del Ddl Autonomie locali dopo l’approvazione di un emendamento con primo firmatario il deputato e segretario regionale del Partito Democratico, Anthony Barbagallo. “Una norma di buonsenso che riguarda 210 comuni siciliani in cui i cittadini possono rieleggere i sindaci che hanno ben operato”, dichiara Barbagallo. E sul tema si sono espressi favorevolmente anche i sindaci siciliani, per voce dell’Associazione dei comuni Anci. “Salutiamo con favore la norma sul terzo mandato consecutivo per i sindaci dei comuni fino a 3000 abitanti, ritenendo che, per il contesto siciliano, potrebbe essere introdotta un’estensione anche per i comuni fino a 5.000”, aveva scritto Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia e sindaco di Palermo, appena poche ore prima dell’approvazione. Anci esprime il proprio giudizio anche sull’intero testo del Ddl. “Riteniamo che gli interventi in materia di Autonomie Locali vadano sempre meditati con particolare attenzione. Perché, com’è accaduto nel recente passato, rischiano di determinare conseguenze nefaste sulle dinamiche degli enti locali, già segnate da profonde criticità sia sul piano finanziario sia sul piano organizzativo”, ha dichiarato Orlando. Sotto osservazione per l’associazione dei comuni in particolare “le norme che incidono sul tema dell’approvazione dei bilanci e della decadenza dei sindaci e dei consigli comunali, sulle quali, talvolta, si pensa di poter fare riferimento a norme nazionali dimenticando le specifiche criticità degli enti locali dell’Isola. Si pensi, in particolare, ai ritardi strutturali nell’approvazione dei documenti contabili”. In base ai dati forniti dal dipartimento Autonomie Locali, infatti, a fine 2020 circa la metà dei comuni non avevano ancora approvato né il bilancio di previsione 2020-2022 né il bilancio consuntivo 2019. C’è quindi per Anci la “necessità di dare quanto più possibile stabilità agli assetti definiti con le elezioni e, fermo restando il legittimo utilizzo della mozione di sfiducia, di scongiurare i rischi di “balcanizzazione” dei consigli comunali”, hanno aggiunto il presidente Orlando e Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell’Associazione dei Comuni siciliani.