Assalti alle poste, Sicilia prima per rapine. Fabi: “Investire in sicurezza”

“Non siamo i peggiori in Italia, ma il problema esiste. Ed è grave”. Gabriele Urzì, responsabile salute e sicurezza di Fabi, commenta così l’episodio che stanotte ha interessato l’ufficio postale di Librino, popoloso quartiere alla periferia di Catania. Intorno alle 23 di ieri sera,ignoti hanno attaccato la Posta e tentato di asportare il bancomat. Di episodi simili, nel 2019, ne sono avvenuti sette. Dati che pongono la Sicilia all’ottavo posto tra le regioni italiane. Fa peggio la Lombardia, che con ventinove attacchi ad Atm si guadagna il primo posto in classifica. Meglio la Campania, che con cinque colpi si piazza al decimo posto. “Questa è una delle classifiche in cui bisognerebbe non avvicinarsi al podio”, dice Urzì. L’incidenza del fenomeno da noi non è tra le più alte. Ma nonostante ciò “bisogna investire in sicurezza e prevenzione”, per evitare che a pagar il prezzo “sia l’utenza finale”. Scorrendo il rapporto 2020 sulla “criminalità predatoria” stilato dall’Associazione bancaria italiana, risulta come tra le dieci città italiane più colpite dal fenomeno non ci siano città siciliane. Per Urzì l’isola “non è ai primissimi posti”, e tuttavia è tutt’altro che al sicuro. Se si guarda al numero delle rapine negli uffici postali, la Sicilia balza in cima alla classifica. Secondo Abi, nel 2019 si è confermata la regione più colpita, “con 37 episodi, nonostante un decremento dei casi di oltre il 39 per cento rispetto all’anno precedente, con 61 rapine”. Seguono la Puglia, con 27 episodi, la Campania con 21, la Lombardia con 19 e il Piemonte con 15.Dati in linea con quelli sulle rapine in banca, che vedono l’isola ancora prima.Con riferimento al livello di rischio, si parla di quasi tre rapine ogni 100 sportelli, in netta crescita rispetto al 2018. Episodi, ricorda Urzì, che riguardano soprattutto alcune aree. In particolare quelle “periferiche e poco sorvegliate”. Per fronteggiare questa situazione, servono opportune contromisure. A partire da “una migliore organizzazione dei servizi di vigilanza privata”. Il responsabile salute e sicurezza di Fabi invoca “una maggiore collaborazione con le autorità e le forze dell’ordine”. Al contempo, è necessario che banche e uffici postali si dotino “di Atm di nuova generazione”, con sistemi di protezione fisica della cassaforte. Strumenti come ghigliottine e gabbie perimetrali, efficaci “soprattutto in caso di attacchi con esplosivo”. Ciò che non è ammissibile, per il dirigente dell’Fabi, è che a pagare il prezzo siano gli utenti. “Abbiamo denunciato nelle scorse settimane comela carenza di sportelli sul territorio crei gravi disagi,soprattutto agli anziani”. Se i pochi sportelli presenti sono oggetto di assalti, conclude Urzì, “troppe persone rischiano di trovarsi senza alcun punto di riferimento”.