fbpx

Aste in aumento: è l’effetto Covid. In Sicilia è la nuova corsa al mattone

Nelle isole crescono gli immobili sottoposti a vendita forzata, in controtendenza rispetto al resto del Paese. Non mancano le attività ricettive. Una sciagura per qualcuno, un investimento per altri. Il report Sogeea

Il numero di immobili residenziali all’asta scende in Italia ma sale in Sicilia. Insieme alla Sardegna, l’isola conta oltre il tre per cento di “vendite forzate” in più. A livello nazionale, invece, calano del 24 per cento. Sono i numeri del rapporto semestrale sulle aste immobiliari del Centro studi Sogeea. Il calo avviene soprattutto al nord (meno 41 per cento), ma anche al Centro (meno 21 per cento) e al Sud (meno 17 per cento). Come detto le aste crescono nelle isole e lo fanno soprattutto quelle legate agli immobili turistici. Le vendite forzate di immobili destinati al settore crescono di oltre il 13 per cento a livello nazionale. “La crisi generata dalla pandemia influisce su questi numeri”, spiega a FocuSicilia Fabio Chisari, consulente immobiliare dell’agenzia Remax di Catania. Per l’esperto, il dato delle aste giudiziarie è legato all’andamento dell’economia e al perdurare della crisi. “Nel periodo post Covid ci sarà un boom di acquisti nelle aste giudiziarie, di cui si cominciano a vedere i segnali”.

Leggi anche – Immobili, nel catanese mercato in netta ripresa. Male l’edilizia non residenziale

Gli effetti della pandemia sul “mattone”

A cominciare dalla partecipazione, molto superiore al passato. “Le aste sono da sempre un’occasione per chi voglia fare degli investimenti”, dice Chisari. In questo momento, prosegue, ci sono fattori che favoriscono il mercato. Uno per tutti, l’accesso al credito. “I compratori sono favoriti dai finanziamenti a tassi molto convenienti forniti dalle banche, anche per le aggiudicazioni all’asta”, spiega il consulente. In passato, invece, chi voleva partecipare “doveva avere la disponibilità contante della somme”. Aste a parte, la tendenza è quella di una nuova “corsa al mattone”. “Chi ha bisogno di monetizzare mette in vendita seconde case, botteghe, garage”. Allo stesso tempo, chi vuole investire “può farlo in una condizione di mercato molto conveniente”. Per il consulente il valore del mattone inizia a salire, “ma ci vorrà qualche mese perché questo andamento si traduca in un netto aumento dei prezzi”.

Leggi anche – Edilizia, a Palermo l’accesso agli atti per il superbonus 110% si fa online

Come funzionano le aste giudiziarie

Tornando alle aste immobiliari, Chisari spiega il funzionamento. Le vendite riguardano gli immobili pignorati a persone fisiche o società che non sono state in grado di onorare i propri debiti. La cessione del bene ha come scopo quello di ottenere somme per liquidare i creditori. “L’immobile viene valutato da un perito, che fissa il suo valore. Da quel momento, si possono presentare le offerte partendo dal minimo ribasso del 25 per cento”. In altre parole, se un immobile vale 100 mila euro, le offerte partiranno da 75 mila. Se la “prima chiamata” va deserta, la seconda parte dal minimo ribasso precedente, ulteriormente ribassato del 25 per cento. “Ciò fa sì che normalmente alle prime due o tre chiamate non si presenti nessuno, in modo da far abbassare molto il prezzo”, spiega il consulente immobiliare. Una strategia che non sempre funziona. “In questo momento gli immobili si stanno vendendo a prezzi molto alti”. L’altro numero di partecipanti fa sì che, pur partendo da ribassi minimi, si raggiunga e si superi il prezzo originale dell’immobile.

Gli immobili destinati a uso residenziale sottoposti a vendita all’asta (dati del centro studi Sogeea)

Sicilia e Sardegna in controtendenza

Per questo il consiglio di Chisari “è di giocare d’anticipo” presentandosi direttamente alla seconda chiamata. “In questo modo, si avranno meno concorrenti e il prezzo finale dell’immobile sarà all’incirca lo stesso”. Le occasioni non mancano, soprattutto in Sicilia e in Sardegna. Come accennato, le isole sono in controtendenza rispetto alle altre regioni italiane, dove il numero di immobili all’asta è sceso rispetto alla rilevazione precedente. I dati nazionali Sogeea del primo semestre 2021 mostrano “un’inversione di tendenza di dimensioni inattese, che interrompe la crescita che si era registrata nel corso dell’ultima rilevazione: più 63,5 per cento rispetto a inizio 2021”. Dati positivi, ma da prendere con le dovute cautele. Per il centro studi “è rischioso spingersi sul terreno di previsioni ottimistiche”, e non è escluso che la stagnazione economica “possa tornare ad accentuare il fenomeno nel prossimo futuro, condannandoci ancora una volta a numeri più severi”.

Leggi anche – Digitalizzazione del patrimonio immobiliare, intesa tra Regione e Demanio

Record di aste a Catania, a Messina solo otto

A livello nazionale, la Sicilia è la seconda regione per vendite forzate di immobili residenziali. Nell’isola sono 1.476 le abitazioni residenziali finite all’asta, il 13 per cento del totale italiano. Al primo posto c’è il Lazio, con 1.715 abitazioni, al terzo il Piemonte con 1.232 e al quarto la Campania con 1.206. Scendendo nel dettaglio delle province, a registrare il dato più alto nell’isola è Catania, con 408 abitazioni all’asta, il tre e mezzo per cento del totale nazionale. La provincia etnea è al quinto posto in Italia dopo Roma (1.088 abitazioni in vendita forzata) Napoli (588), Vicenza (419) e Bergamo (413). Per quanto riguarda il valore degli immobili, la maggior parte, oltre 300, ha un prezzo inferiore a 100 mila euro. Dalla parte opposta della classifica c’è la Città metropolitana di Messina, dove gli immobili all’asta sono soltanto otto. Quattro immobili hanno un valore inferiore a 100 mila euro.

Leggi anche – Edilizia: in dieci anni persi la metà dei lavoratori. Ma aumentano gli irregolari

Le altre province siciliane

L’isola segue la tendenza nazionale con la stragrande maggioranza di immobili venduti all’asta che non superano i 100 mila euro. Ciò significa che a subire le aste sono soprattutto i piccoli proprietari danneggiati dalla pandemia, ribadisce Chisari. “Le vendite forzate stanno aumentando per colpa della crisi economica, che già esisteva ed è stata aggravata dal Covid”. In Sicilia, secondo il rapporto Sogeea, solo 23 proprietà superano i 500 mila euro di valore, e soltanto 11 il milione di euro. Di queste, tre si trovano a Catania e otto a Palermo. Nel capoluogo di Regione le proprietà all’asta sono 367 (83 sopra i 100 mila euro), ad Agrigento 197 (23 sopra i 100 mila euro), a Siracusa 158 (24 sopra i 100 mila euro) e a Ragusa 150 (32 sopra i 100 mila euro). A Caltanissetta sono cento le proprietà all’asta (13 sopra i 100 mila euro), a Trapani 48 (otto sopra i 100 mila euro), a Enna 40 (otto sopra i 100 mila euro).

Gli immobili destinati a uso turistico sottoposti a vendita all’asta (dati del centro studi Sogeea)

Le attività del settore turistico

Il rapporto scende anche nel dettaglio delle attività del settore turistico sottoposte a vendita forzata. Come accennato, i numeri delle aste stanno aumentando i tutta Italia. “Alberghi, castelli, ospedali, conventi e teatri sono infatti 145, a fronte delle 128 rilevate all’inizio dell’anno”, si legge nel rapporto Sogeea. Il dato è in “netta controtendenza rispetto al residenziale”, e risente probabilmente della crisi del settore turistico generata dalla pandemia. Lo conferma Chisari. “Si tratta delle attività che hanno pagato maggiormente il Covid, andando in sofferenza bancaria”. La Sicilia, con 17 immobili del settore turistico all’asta, è terza dopo Sardegna (24 immobili), e Lazio (23). Come per il comparto residenziale, anche nel settore turistico soffrono le realtà più piccole. “Il 50 per cento dei complessi turistico-ricettivi finiti all’asta ha un prezzo inferiore al milione di euro. I dati evidenziano come il drastico quadro nazionale abbia generato difficili condizioni da cui nessuno può fuggire”, conclude Sogeea.

- Pubblicità -
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci
Valerio Musumeci, giornalista e autore. Nel 2015 ha esordito con il pamphlet storico-politico "Cornutissima semmai. Controcanto della Sicilia buttanissima", Circolo Poudhron, con prefazione della scrittrice Vania Lucia Gaito, inserito nella bibliografia del laboratorio “Paesaggi delle mafie” dell'Università degli Studi di Catania. Nel 2017, per lo stesso editore, ha curato un saggio sul berlusconismo all'interno del volume "L'Italia tradita. Storia del Belpaese dal miracolo al declino", con prefazione dell'economista Nino Galloni. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, "Agata rubata", Bonfirraro Editore.

DELLO STESSO AUTORE

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Social

24,800FansMi piace
691FollowerSegui
392FollowerSegui
652IscrittiIscriviti
- Pubblicità -

Ultimi Articoli