Pensioni più pesanti, ma non abbastanza per fronteggiare un’inflazione galoppante. Dal primo gennaio 2023, poco meno di 400 mila pensionati “minimi” siciliani riceveranno un aumento del 7,3 per cento nell’assegno mensile. Una media di circa 40 euro in più al mese, con cui mettere un po’ di spesa aggiuntiva nel carrello. Non si tratta di una misura del nuovo Decreto Aiuti del governo Meloni, ma dell’adeguamento annuale al costo della vita calcolato ogni anno dall’Inps, Istituto nazionale di previdenza sociale. Una procedura standard che però, di fronte alla crisi in atto, rischia di non essere sufficiente. Secondo Istat, a ottobre 2022 l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto di poco meno del 12 per cento a livello nazionale, il valore più alto dal 1983. In alcune zone della Sicilia, come a Catania e Palermo, l’inflazione potrebbe superare il 15 per cento. Più del doppio rispetto all’adeguamento Inps, che inoltre presenta alcuni paradossi nella distribuzione.
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Le simulazioni di aumento
Il decreto del Governo non è ancora stato pubblicato, ma le prime simulazioni sono significative. Essendo calcolato sul totale della pensione, l’aumento diventa più consistente con il crescere degli assegni, al netto delle imposte e delle riduzioni (che sono del 10 per cento per chi riceve tra 4 e 5 volte il trattamento minimo e del 25 per cento per chi riceve oltre 5 volte il trattamento minimo). Si parte dalle pensioni minime, fissate per il 2022 a 523 euro mensili. Dal dal primo gennaio 2023 l’assegno sarà alzato a 564 euro, non soggetti a tassazione. Chi invece nel 2022 ha ricevuto mille euro nel 2023 avrà un aumento netto di circa 50 euro. Chi ha ricevuto duemila euro avrà 100 euro in più, chi ha ricevuto quattromila euro 150 euro in più. Un paradosso, visto che si tratta di una cifra quasi quadrupla rispetto a quella ricevuta da chi percepisce una pensione otto volte più bassa.

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I numeri delle pensioni
Complessivamente, le pensioni erogate dall’Inps nell’Isola nel 2021 sono state poco più di un milione e 650 mila. La spesa totale ha superato i 20 miliardi e 350 milioni di euro, per un assegno medio annuo di circa 12.300 mila euro. La situazione delle pensioni è molto variegata. Secondo i dati forniti da Inps a FocuSicilia, 389 mila cittadini ricevono pensioni minime o addirittura inferiori. Circa 103 mila persone, infatti, ricevono un assegno fino a 249 euro, e altre 286 mila tra i 249 e i 500 euro mensili. Ci sono poi 590 mila persone che ricevono tra i 500 e i 749 euro – la classe di importo più ampia in assoluto – e 132 mila persone che ricevono tra i 749 e i 999 euro. Conti alla mano, oltre 1,1 milioni di pensionati siciliani su 1,6 milioni complessivi sopravvivono con meno – spesso molto meno – di mille euro al mese. Si tratta di quasi il 69 per cento delle erogazioni totali.
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Le pensioni più consistenti
Nell’Isola vengono pagate anche pensioni più consistenti. Circa 320 mila persone ricevono infatti tra mille e duemila euro mensili, mentre 137 mila tra i duemila e i quattromila euro. Non mancano casi di pensioni ancora superiori, anche se rappresentano una minoranza. Coloro che percepiscono più di quattromila euro al mese sono soltanto l’1,6 per cento del totale dei pensionati dell’Isola, ma visto il peso degli assegni costano all’erario quasi due miliardi di euro. Nel dettaglio, circa 11 mila persone beneficiano di una pensione tra i quattromila e i cinquemila euro lordi al mese, mentre ben 15 mila ricevono cinquemila euro e oltre. Anche costoro, dal prossimo gennaio, si vedranno aumentata la pensione di qualche centinaio di euro. Una cifra ben più alta rispetto a quella ricevuta dai “minimi”.