Auto blu, tra i capoluoghi siciliani solo Catania segue l’Anac sulla trasparenza

Sono trascorsi quasi dieci anni, era il 2 luglio del 2013 e gli indici sollevati contro il palazzo iniziavano a moltiplicarsi: l’Unione Sindacale di Base annunciava per il giorno seguente uno sciopero perché a fronte di numeri che raccontavano di 553 milioni di euro di tagli coi quali l’Inps doveva fare i conti, con stipendi ridotti, servizi soppressi o passati di mano e una rabbia crescente, sulle cosiddette “auto blu”, cioè le auto di servizio a disposizione di politici o della pubblica amministrazione, non venivano previste riduzioni di alcun tipo. A due lustri di distanza, traspending review,crisi di bilancio degli enti locali, caro carburanti emigrazione verso mezzi a zero emissioni, gli obblighi di trasparenza su una tematica considerata legata al privilegio politico non vengono rispettati: in Sicilia c’è solo un comune capoluogo che informa i cittadini su quantità e utilizzo dei propri mezzi, ed è Catania. Dati alla mano, in effetti, appena qualche anno prima si contava un’auto blu ogni mille abitanti, per un totale di circa seicentomila, così fra proteste e censimenti iniziò una sorta di controllo febbrile votato alla riduzione che nel 2022 ha portato sotto gli occhi dei tecnici la cifra di 29.894 mezzi, con l’8,14 per cento di questi, cioè 2.432, facente capo a mezzi con autista, 850 dei quali a uso esclusivo. Il resto, dunque, appannaggio degli enti per usi diversi. Certo, si tratta di un dato in qualche modo zoppicante, perché alla fine del 2021 solo 8.142 enti su 10.218 hanno fornito una risposta riguardo i propri mezzi di servizio, ma è comunque un dato importante, soprattutto alla luce delladelibera 747 del 2021emanata dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) sulla scorta del DLgs 33/2013 (quello legato agli obblighi di trasparenza per la pubblica amministrazione italiana), delibera che ha cercato in qualche modo di seguire gli orientamenti popolari degli ultimi anni votati a una trasparenza quasi religiosa. A fare il giro sul web per controllare le sezioni “Amministrazione trasparente” nei siti web istituzionali dei nove capoluoghi siciliani, si scopre che solo Catania mostra di aver seguito quanto suggerito dall’Autorità Anticorruzione, avendopubblicato l’elenco aggiornatoal 2022, con 160 mezzi in tutto per un utilizzo dichiarato, in ciascuno dei casi, di tipo “istituzionale”. In maggioranza l’elenco fa contare più che altro utilitarie come Fiat Punto e Fiat Panda, una decina sono i furgoni e, per il resto, qualche automobile di dimensioni e cilindrata maggiore, ma non contiene lenuove autovetture elettricheacquistate recentemente dall’amministrazione comunale con fondi Pon Metro. Degli otto capoluoghi rimanenti soltanto Palermo ed Enna riportano un elenco, ma si tratta di un dato aggiornato in entrambi i casi al 2015 e, almeno per quanto riguarda Palermo, appare piuttosto parziale visto che si parla soltanto di 49 mezzi (riguardo Enna, invece, all’epoca ne venivano dichiarati 43). Le richieste avanzate in questo senso agli uffici dei Comuni interpellati, poi, hanno permesso di recuperare un solo elenco aggiornato, quello di Agrigento, che ha fatto pervenire una risposta allegando un elenco con 72 mezzi di servizio. Il resto degli Enti non ha fornito risposte e quest’ultimo dato salta agli occhi rispetto al censimento che alla fine del 2021 ha fornito risposta relativamente agli elenchi dei mezzi presenti nelle pubbliche amministrazioni, dato che in quel caso è stata riportata la risposta dell’80 per cento degli enti interpellati: nel caso dei capoluoghi siciliani la percentuale di chi ha risposto è decisamente più bassa. Sulla scorta di alcune condotte illecite rilevate, come quella resa nota il 13 settembre del 2022 con la condanna di un dirigente pubblico in Umbria per utilizzo improprio, l’Anac chiarisce che sarebbe cosa buona pubblicare sui siti istituzionali l’elenco delle autovetture di servizio, con tanto di specifiche relative alla tipologia e all’utilizzo da parte dei soggetti legittimati. La delibera è piuttosto precisa riguardo le modalità di pubblicazione, chiarendo che “tali dati possono essere pubblicati come ‘dati ulteriori’ nella sezione ‘Amministrazione Trasparente’ alla sotto sezione ‘Altri contenuti’”. Un buon suggerimento, non c’è forma d’obbligo, ma a dare un’occhiata in giro non pare sia stato recepito più di tanto.