Incentivi per l’acquisto di auto elettriche sì, ma per pochi. Con l’ultima Legge di bilancio, la Regione siciliana ha destinato 200 mila euro per “promuovere una mobilità sostenibile”. Somme che vanno a sommarsi a quelle statali. Il singolo contributo è di quattromila euro, dunque a beneficiarne saranno solo 50 automobilisti. “Si tratta di un primo passo, visto che in Sicilia non c’erano mai stati incentivi di questo tipo”, dice a FocuSicilia José Marano, deputata regionale del Movimento 5 Stelle, prima firmataria dell’emendamento inserito nella Manovra. L’auspicio “è di rifinanziarli il prossimo anno”, magari rimodulando i fondi europei per avere una dotazione “di qualche milione di euro”. Una speranza condivisa anche dal mondo produttivo. “Si tratta di un intervento molto limitato, visto che solo a ottobre, in Sicilia, sono state immatricolate quattromila nuove automobili”, spiega Antonio Gatto, presidente di ConfAuto Palermo, l’associazione dei concessionari aderente a Confcommercio. Con queste cifre, aggiunge, la norma è “quasi un solletico”, anche se è da apprezzare “la volontà di intervenire sulla questione”.
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I numeri delle automobili in Sicilia
Un primo obiettivo per ridurre le emissioni, prosegue Gatto, “sarebbe di raggiungere almeno il dieci per cento di elettrico sul parco auto siciliano”. Secondo gli ultimi dati dell’Aci, Automobile club d’Italia, il parco auto della Regione siciliana nel 2020 sfiora i tre milioni e 400 mila vetture. Di queste, poco più di 16 mila hanno una alimentazione ibrida o elettrica, meno dello 0,5 per cento del totale. La media è di 69,5 auto ogni cento abitanti, la sesta più alta d’Italia dopo Campania (69,6), Toscana (70,3), Molise (71,6), Umbria (74,3) e Valle d’Aosta (177). Numeri confermati dall’ultimo rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente, pubblicato nelle scorse ore. Le città siciliane sono tra le più “motorizzate” in Italia, con tutte le conseguenze del caso su traffico ed emissioni. Il dato peggiore è a Catania, dove ci sono 77 auto ogni cento abitanti, seguita da Agrigento (75), Ragusa (74), Caltanissetta (71), Siracusa ed Enna (70), Trapani e Messina (64) e Palermo (61). “Mezzi per la stragrande maggioranza con motore termico”, puntualizza Gatto.
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Sicilia in ritardo sugli incentivi
Per questo sarebbe necessario incentivare l’acquisto dei veicoli elettrici. Nel dettaglio, la norma regionale punta a incoraggiare “la rottamazione di veicoli usati di classe da Euro 0 a Euro 3”, e il successivo acquisto “di veicoli con alimentazione elettrica o ibrida di classe Euro 6”. Per Marano, gli incentivi puntano soprattutto a tutelare la salute dei cittadini. “I morti per inquinamento ambientale nel mondo sono milioni ogni anno, ma sono dati non fanno notizia”. Da qui la norma sulla mobilità sostenibile, “realizzata insieme agli uffici dell’assessore ai Trasporti Marco Falcone, che da subito ha mostrato di volerla attuare”. Lo stanziamento per il 2021, ammette Marano, “non è ingente”, ma si tratta di un primo passo per superare “un ritardo frutto della poca attenzione del passato”. La sfida della mobilità sostenibile, però, non si ferma agli incentivi. Lo spiega il presidente di Confauto Palermo Gatto. “È importante che la norma venga rinnovata, diventando strutturale. Senza le infrastrutture, però, non si va da nessuna parte”.
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Il problema delle colonnine
Proprio nel capoluogo siciliano, dice ancora Gatto, la quantità di colonnine elettriche è esigua. “Non voglio fare polemica, ma questo è davvero difficile da giustificare in una città ad alto tasso di inquinamento”. Le colonnine elettriche sull’isola sono gestite da Enel X. Secondo la mappa disponibile sul sito della società, consultata da FocuSicilia, al momento sono 400 le colonnine attive, contro le 348 di dicembre 2020. Di queste solo 15 si trovano a Palermo, contro le 51 di Catania e le 30 di Messina. Fa meglio del capoluogo di regione anche Siracusa, con 20 colonnine. Al di là dei singoli numeri, per Gatto l’intera regione è indietro sul fronte delle infrastrutture elettriche. “Questo intervento sarebbe prioritario, anche rispetto a quello sul parco auto circolante”. Uno stato di cose che contribuisce a spiegare l’arretramento dell’isola sul fronte della mobilità sostenibile. “Rispetto ad altre Regioni, soprattutto al Nord, siamo all’anno zero”, dice il presidente di Confauto.
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Gli interventi delle altre Regioni
Se la Sicilia ha deciso solo quest’anno di stimolare l’acquisto delle auto elettriche e ibride, in altre Regioni gli incentivi esistono da anni, con modalità di erogazione differenti. Una selva normativa in cui non è facile orientarsi. Per fare qualche esempio, l’Emilia Romagna ha stanziato tre milioni di euro dal 2020 al 2022, e concede un contributo “pari al valore di tre annualità della tassa automobilistica regionale”, 573 euro in tre anni. Il Lazio ha destinato un milione nel 2020, come “contributi per acquisto di autovetture a basso impatto ambientale”. Gli assegni vanno dai mille ai 3.500 euro, e prevedono la rottamazione del vecchio mezzo utilizzato. In Sardegna, gli incentivi sono stati rivolti in particolare alle Pmi. Il bando risale al 2018 e ha stanziato quattro milioni di euro, “a supporto delle imprese per lo sviluppo della mobilità elettrica”. Gli ultimi contributi sono stati erogati a maggio 2021.
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Le misure del Governo nazionale
A livello nazionale, a ottobre il Governo Draghi ha rifinanziato con 100 milioni l’ecobonus per l’acquisto di veicoli a basse emissioni. Non un provvedimento di sostegno al mercato dei veicoli, precisano dal ministero dello Sviluppo economico, ma di una misura “con una finalità tutta ambientale, andandosi a integrare alla vigente normativa europea sulla qualità dell’aria e dell’ambiente”. Le domande si sono aperte il 27 ottobre, e i fondi sono andati esauriti in pochi giorni, sia per le auto elettriche che per le ibride. “Queste ultime rappresentano circa il 65/70 per cento del nostro fatturato”, spiega Gatto. Le risorse ancora disponibili riguardano i motocicli elettrici (otto milioni di euro), i veicoli commerciali elettrici (3,5 milioni) e soprattutto l’usato (38 milioni). Quest’ultimo contributo, conclude il presidente di Confauto, è il più difficile da erogare. “Per ottenere l’ecoincentivo, l’usato deve avere alcune caratteristiche che non si trovano facilmente in circolazione”.