Autonomia differenziata, la Rete del “no” di Catania: “Divide il Paese”

“No” all’Autonomia differenziata, anche daCatania. Questa mattina è stata molto partecipata l’assemblea di stamattina nella sala consiliare del municipio. Sul banco della presidenza si sono sedutiPina Palella, presidente dell’Anpidi Catania (Rete Restiamo umani) che ha coordinato gli interventi, il segretario dellaCgil di Catania,Carmelo De Caudo, che è intervenuto a nome di tutte le associazioni che in città compongono la Rete del “No” all’ autonomia differenziata, insieme al segretario generale diCgil Sicilia, Alfio Mannino. I parlamentari e i sindaci che hanno accettato l’invito della Rete al confronto pubblico, e ai quali è stato consegnato il documento che racchiude l’appello al “No”, sono stati ideputato nazionaliAntony Barbagallo (PD)eGiuseppe Castiglione(Azione, il cui partito alla Camera voterà per il “No” alla legge), i deputati regionaliGiovanni Burtone(PD, sindaco di Militello),Luciano Cantone(M5S),Ersilia Saverino (PD), isindaciAlfio Cristaudo(Pedara),Giovanni Ferro(Mirabella Imbaccari),Ignazio Puglisi (Piedimonte),Quintino Rocca (Aci Sant’Antonio),Fabio Roccuzzo (Caltagirone)eNunzio Vitale (Ramacca). La Rete del “No” aveva però “invitato tutti gli eletti e i primi cittadini, a prescindere dall’appartenenza politica”, fanno sapere dal coordinamento di associazioni che ha organizzato l’incontro. Tra gli interventi istituzionali, anche quello diMaurizio Caserta, capogruppo del Pd al consiglio e diGraziano Bonaccorsi, consigliere comunale M5S. Ha partecipato al dibattito anche il segretario di PRC Catania,Mimmo Cosentino. Leggi anche –Subappalti e autonomia differenziata: la Sicilia soffrirà ancora di più L’intervento diDe Caudoha subito assunto un tono deciso: “Sappiamo che molti dei sindaci e dei deputati presenti oggi condividono il nostro “No” all’ autonomia differenziata, ma sappiamo anche che i “sì” sul territorio sono tanti e che accarezzano gli interessi politici di una maggioranza e non certo del Paese. Ma come ignorare gli effetti di un disegno di legge che proponeuna rottura costituzionale e un arretramento del principio di uguaglianzadei diritti indipendentemente se si abiti nel ricco Nord o nel problematico sud? La sanità, ad esempio, è davvero una delle questioni chiave, ma la nostra sensazione è che sia in atto un vero e proprio smantellamento e questo vale anche per il sistema scolastico. Il disegno di legge smantella anche  i contratti nazionali, prefigura il ritorno alle gabbie salariali, appoggia il sistema delle privatizzazioni e punta a tagliare i trasferimenti delle risorse finanziarie per il Mezzogiorno come se non bastassero i tagli di questi ultimi 15 anni. Tutto questo ci fa paura”.Pina Palelladell’Anpi ha sottolineato in particolare l’importanza di duemanifestazioni di protestaimminenti contro l’autonomia differenziata: quella del pomeriggio del2 marzo che partirà da via Etneaper poi fermarsi di fronte alla Prefettura, e quella nazionale del16 marzo a Napoli. Ha chiuso i lavori ilsegretario generale della Cgil siciliana, Mannino: “L’autonomia differenziata è un vero e proprio colpo basso contro il Sud. Il superamento delle disuguaglianze territoriali che vedono ancora la Sicilia arrancare su sanità, trasporti, istruzione, lavoro sarà un obiettivo impossibile da raggiungere. L’autonomia differenziata eliminerà di fatto le politiche perequative di coesione e solidarietà. Lo Stato non avrà più risorse per il  Mezzogiorno. Con questo provvedimento il governo e la maggioranza, con il triste assenso del governo regionale,hanno scelto di dare una spintarella in avanti alle regioni più ricchee una pedata verso il basso a quelle più in difficoltà, come se fossero zavorra. Questo è inaccettabile e avrà conseguenze catastrofiche. L’emigrazione avrà nuovo impulso, vedremo i nostri ragazzi andare via e la Sicilia perderà le proprie risorse più fresche, quelle in grado di contribuire allo sviluppo. Le ragazze e i ragazzi oggi hanno consapevolezza di ciò e crescono i movimenti di coloro che vogliono restare qui, avere un futuro in Sicilia. Ascoltiamoli, mettendo in campo una mobilitazione di massa contro l’autonomia differenziata”.