“Grazie al nuovo Piano di gestione rischio alluvioni, approvato dal Consiglio dei ministri, abbiamo a disposizione uno strumento aggiuntivo a tutela dei nostri territori, sempre più colpiti dagli estremi fenomeni meteorologici dovuti ai cambiamenti climatici in atto”. A dirlo è il segretario generale dell’Autorità di bacino della Regione Siciliana, Leonardo Santoro, che ieri ha partecipato anche all’incontro organizzato a Palazzo d’Orléans dal presidente della Regione Renato Schifani per la predisposizione di un piano straordinario per la mappatura e la manutenzione degli oltre ottomila corsi d’acqua presenti in Sicilia.
I dettagli del piano
Il Piano di gestione rischio alluvioni, pubblicato sull’ultimo numero della Gazzetta ufficiale del 20 febbraio, sarà condiviso ora con l’Anci per la conseguente programmazione. Tra i diversi aspetti trattati, ci sono le relazioni metodologiche e le mappe tecniche con le caratteristiche idrauliche dei territori dell’Isola, le mappe di rischio alluvione, delle aree soggette a cambiamenti climatici e di quelle soggette alle cosiddette “piene-lampo”. Il documento è finalizzato alla riduzione delle potenziali conseguenze negative per la salute umana, il territorio, i beni, l’ambiente, il patrimonio culturale e le attività economiche e sociali attraverso l’attuazione prioritaria di interventi non strutturali e di azioni che servano a ridurre la pericolosità.
Report siccità in arrivo
“L’esperienza del passato”, prosegue Santoro, “mostra come i costi dei danni causati dalle calamità idrogeologiche siano ingenti e sicuramente superiori alle risorse finanziarie disponibili. Il nostro obiettivo, dunque, è quello di privilegiare la programmazione degli interventi di carattere preventivo a difesa del suolo, in sinergia con i Comuni e le associazioni di categoria, per qualificare la spesa per un più efficiente utilizzo delle risorse. Con questo strumento, inoltre, la Regione risponde nel migliore dei modi a delle precise direttive comunitarie e alla normativa nazionale”. L’Autorità di bacino pubblicherà a breve anche il dettagliato “Report annuale siccità 2022” che fotografa gli effetti sui territori dell’alternarsi di lunghe stagioni di secca con sempre più brevi periodi di piogge intense che, oltre a provocare danni, non forniscono il necessario apporto per soddisfare il fabbisogno idrico.