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Autotrasportatori contro il decreto clima

Il ministro dell'ambiente Costa vorrebbe definire entro la settimana prossima il decreto clima, ma gli autotrasportatori non sono d'accordo. Assotir contro la riduzione del rimborso sulle accise

Protestano gli autotrasportatori contro i provvedimenti previsti dalla bozza del Decreto Clima che il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, vorrebbe definire in Consiglio dei Ministri la settimana prossima. Si tratta di interventi per favorire il passaggio all’era green del mondo produttivo italiano, ma tra le tante voci c’è anche quella che, progressivamente, elimina ogni tipo di agevolazione per il recupero delle accise per gli autotrasportatori. Significa che se fino ad oggi, per gli autoarticolati da 7,5 tonnellate o più che rientrino almeno nella categoria Euro 3, si poteva chiedere il rimborso delle accise sul carburante, a partire dal 2040 non si potrà più. Già del 2020 ci sarà una riduzione del 10 per cento sul rimborso.

Pmi destinate al fallimento

“Il rimborso delle accise rappresenta l’ossigeno per le piccole e medie imprese e toglierle significherebbe ucciderle. La concorrenza è fortissima”, afferma Pino Bulla, vice presidente nazionale di Assotir, Associazione italiana imprese di trasporto. “Già paghiamo il secondo prezzo più alto in Europa, dopo la Grecia, per il carburante e gli oneri sull’inquinamento in Italia sono più alti di quasi il 20 per cento rispetto a Francia, Spagna e Germania, se poi ci tolgono il bicchiere d’acqua che per anni ci ha aiutato ad andare avanti, saremo costretti a morire di sete”, continua.

Lettera aperta al prefetto di Assotir

Per fare sentire il proprio dissenso ha anche mandato una lettera aperta al prefetto di Catania, Claudio Sammartino, voce dello Stato sul territorio. Nella missiva Bulla chiede che il prefetto faccia da intermediario con il governo per rappresentare le tante difficoltà degli autotrasportatori. Difficoltà che, come abbiamo detto, secondo i rappresentanti di categoria, si aggraverebbero con il via libera al Decreto Clima così come si aggraverebbe le distanze tra nord e su del Paese. “Pensiamo al fatto che i lavoratori siciliani e sardi, già adesso, pagano un prezzo più alto per il carburante rispetto alle altre regioni. Che fine fanno?”, si chiede il rappresentante di Assotir. “Se a questo aggiungiamo che la Regione siciliana, a differenza di altre, non è in grado di garantire nessun supporto economico e cje i pagamenti delle aziende, soprattutto le multinazionali e la grande distribuzione, pagano le fatture oltre i 90 giorni, significa che gli imprenditori devono anticipare tutto. Spesso sono costretti a chiedere prestiti alle banche su cui poi pagheranno gli interessi passivi. Lo diciamo da anni che si deve aiutare il comparto e non affossarlo, ma nessuno ci ascolta”, dice.

L’auspicio del comparto

Bulla lamenta una situazione difficile e variegata sul territorio nazionale pertanto auspica un avvio di agevolazioni vere per il ricambio del parco mezzi, una diffusione degli impianti di gnl, il gas naturale liquido e un incremento del servizio marittimo prima di eliminare il rimborso delle accise sul carburante come previsto nel decreto clima. “Un primo tentativo in favore del rinnovo dei mezzi, in realtà, c’è stato nel 2016”, racconta Bulla. “Attraverso un decreto si spingeva per il ricambio dei mezzi dando fino a 20 mila euro, ma in tanti aspettano ancora”. In questi anni, secondo Assotir, il vero aiuto agli autotrasportatori è arrivato dal trasporto marittimo. Imbarcando il camion fino a destinazione o quasi, si riducono gli incidenti e si evita di danneggiare i mezzi sulle tante strade dissestate.

Gnl unico vero carburante green

Anche il nuovo impianto di produzione di bio diesel annunciato da Eni a Gela non convince del tutto Bulla. Definisce il gnl “l’unico vero carburante green” e dunque vorrebbe che lo si aggiunga alla produzione come vorrebbe impianti di distruzione per questo gas al sud. “Gli unici che ci sono sono nel nord del nostro paese – afferma – e questo è un ulteriore elemento di divario tra le regioni del territorio. Come al solito ci sono tante parole e pochi fatti e visto il futuro che ci attende, come ho scritto al prefetto, sarebbe meglio prevenire piuttosto che curare”.

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Desirée Miranda
Desirée Miranda
Nata a Palermo, sono cresciuta a Catania dove vivo da oltre trent'anni. Qui mi sono laureata in Scienze per la comunicazione internazionale. Mi piace raccontare la città e la Sicilia ed è anche per questo che ho deciso di fare la giornalista. In oltre dieci anni di attività ho scritto per la carta stampata, il web e la radio. Se volete farmi felice datemi un dolcino alla ricotta

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