“Il dirigente responsabile del Parco Archeologico di Tindari ha predisposto, inopinatamente, il trasferimento di 19 dipendenti addetti alla fruizione e alla vigilanza museale all’interno dei siti delle aree archeologiche di pertinenza del medesimo parco che si trovano distanti anche fino a quasi 50 Km gli uni dagli altri. Un’operazione di trasferimenti, organizzata, fra l’altro, unilateralmente dal dirigente responsabile del Parco Archeologico di Tindari, senza alcuna condivisione con la parte sindacale”. A dichiararlo sono Michele D’Amico, responsabile regionale del Cobas/Codir per le politiche dei beni culturali e Simone Romano, coordinatore regionale del Cu.Pa.S./Codir (Custodi del Patrimonio Culturale Siciliano), movimento che aderisce al Cobas/Codir. “Un’operazione tanto inutile quanto dannosa – commentano i due sindacalisti – che non produrrà nessun beneficio, in termini di tutela, fruizione e valorizzazione delle aree archeologiche ma che, invece, penalizzerà fortemente, sul piano economico, i Lavoratori: si prevede per taluni di loro un’incremento delle spese per raggiungere il nuovo luogo di lavoro pari al 20 per cento dello stipendio percepito”.
Gestione servizi “sempre più ardua”
“Siamo ben consapevoli”, continuano i due sindacalisti, “che il collocamento in quiescenza di personale, delle varie qualifiche, del Dipartimento Beni Culturali (circa mille dipendenti nell’arco di tempo compreso tra il 2015 e il 2020), come del resto dell’intera Amministrazione regionale, ha reso una realtà sempre più drammatica dal punto di vista della dotazione organica restante. Una realtà da noi più volte denunciata e che certamente, con il passare degli anni, renderà sempre più arduo il compito della gestione dei servizi di vigilanza, custodia, sicurezza e apertura dei beni culturali ma fare gravare tale situazione sulla pelle dei Lavoratori è inaccettabile”. “Abbiamo chiesto al Dirigente Generale del Dipartimento Beni Culturali”, proseguono D’Amico e Romano, “di convocare un urgentissimo incontro sindacale al fine di ricondurre la vertenza a livello dipartimentale anche perché temiamo che quanto verificatosi al Parco Archeologico di Tindari possa essere emulato in altri ambiti, considerata la sempre più evidente carenza di personale e la mancanza di una seria politica per il potenziamento organico dei beni culturali”.
Confronto tra Istituzioni e sindacati
“Ci aspettiamo”, concludono i due sindacalisti di Cobas/Codir e di Cu.Pa.S./Codir, “che il Dirigente Generale convochi subito le Organizzazioni Sindacali per affrontare, non solo la problematica qui evidenziata, ma anche le misure che si vogliono adottare sul superamento del terzo dei festivi, sulle condizioni dei sistemi di allarme e di sicurezza dei siti, sulle condizioni ambientali dei luoghi di lavoro del personale addetto alla tutela e alla vigilanza che, in taluni casi, non sembrano essere compatibili con le previsioni normative”.