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Bilanci comunali, sindaci ritardatari cronici. Ecco perché non ce la fanno

Su 390 Comuni siciliani, 302 sono stati commissariati per i ritardi nell'elaborare i bilanci consuntivi. Secondo Anci tra le cause ci sono i trasferimenti regionali in diminuzione, le case abbandonate che non producono gettito, i vincoli alle assunzioni di personale negli uffici

Dei 391 Comuni in Sicilia, 302 sono stati commissariati dalla Regione Siciliana per non aver approvato i bilanci consuntivi 2022. Il Testo unico degli enti locali fissa al 30 aprile la scadenza per l’approvazione. Ancora più difficoltosa l’approvazione del preventivo 2023: secondo le stime dell’Anci Sicilia, l’associazione che rappresenta i Comuni, ad anno più che inoltrato sono molto meno della metà gli enti che hanno adottato il Preventivo. Eppure, la legge prevede che vada approvato entro il 31 dicembre, appunto per garantire la programmazione economico-finanziaria dell’ente per l’anno successivo. Questo termine è stato prorogato al 31 marzo 2023, differito con la legge di bilancio al 30 aprile 2023 e ancora prorogato in Conferenza Stato-città ed autonomie locali al 31 maggio 2023. Il 30 maggio la stessa Conferenza ha deciso di differire il termine al 31 luglio. Nel frattempo, gli enti operano in “dodicesimi”, cioè possono spendere solo una quota mensile delle risorse annuali previste dagli atti contabili, limitando o addirittura strozzando di fatto l’attività amministrativa.

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Trasferimenti regionali in diminuzione

“Non fa piacere che si approvino i bilanci in ritardo – commenta il segretario regionale Anci, Mario Alvano – e si tratta di una distorsione che va in qualche modo eliminata, mettendo mano ai problemi di fondo”. Tra questi, le incertezze sui trasferimenti statali e regionali, la scarsa capacità fiscale e le difficoltà nella riscossione. Per Alvano il problema dei trasferimenti “non è un elemento da poco, perché non abbiamo un quadro certo e stabile delle risorse destinate ai Comuni. Ci sarebbe comunque in atto una forte diminuzione rispetto alle risorse dell’anno precedente e infatti ci sono delle interlocuzioni col governo regionale per capire quali misure vadano messe in atto per evitare che, rispetto alla condizione finanziaria del 2022, vi sia un peggioramento. La prima cosa è poter prevedere questo, sapere quali sono le risorse certe sulle quali il bilancio si costruisce più facilmente“.

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Case abbandonate, mancato gettito fiscale

Ma i trasferimenti non sarebbero il problema principale da affrontare. C’è anche la “capacità fiscale” dei Comuni, ovvero la riscossione dei tributi, con “un gettito che entra ridotto in partenza, perché gli enti non sono economicamente forti come in altre regioni del Nord, il reddito delle persone è minore, la presenza di imprese sul territorio è inferiore, il valore degli immobili complessivamente è ridotto rispetto ad altre realtà”, spiega Alvano. Tributi locali come l’Imu si basano infatti sul patrimonio immobiliare e “la condizione degli immobili in alcune realtà è preoccupante, specie nelle aree interne, ma non solo. Osserviamo persino capoluoghi con un gap grave tra il numero di immobili e il numero dei residenti e la qualità degli immobili è scadente. Le seconde case sono abbandonate, non si popolano mai. Questo è un segno di debolezza”, sottolinea il segretario Anci. Facile comprendere il problema del gettito fiscale mancante: tributi come l’Imu si basano proprio sulle seconde case, la Tari, la tassa sul servizio rifiuti, rende se la casa è abitata.

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Riscossione tassa rifiuti: un grande “buco nero”

Il tema della riscossione della Tari, “è un grande buco nero – riconosce Alvano – perché mentre sulla carta c’è un meccanismo che dovrebbe prevedere la copertura integrale dei costi grazie alla tassa che pagano i cittadini, alla fine i Comuni sono chiamati a compensare i costi della mancata riscossione. Non è un problema marginale, né legato a singole annualità”. Per l’Anci ci sarebbero effettivamente alcune decine di Comuni siciliani che non vivono questa condizione, ma tutti gli altri si trovano di fronte a un incasso ridotto, perché molti cittadini non pagano e l’ente ha difficoltà a riscuotere. “Una condizione strutturale, la definiamo noi, perché è un dato che persiste da anni e che non si modifica”, evidenza Alvano, per il quale è necessario “interrogarsi sulla gestione di alcuni tributi e chiedersi se sia questo il modello giusto, visto che non funziona, o se la riscossione vada immaginata in modo diverso. Ad esempio, non gestita autonomamente dal Comune, ma agganciata al meccanismo complessivo della gestione del settore rifiuti, per esempio a carico delle Srr o altri soggetti“.

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Manca personale per gestire i documenti contabili

Tra le ragioni che mettono in crisi le finanze comunali, ci sarebbe anche una insufficiente “capacità amministrativa dell’ente di gestire i documenti contabili e di programmazione”, ricorda Alvano, ed è un cane che si morde la coda, perché servono figure professionali adeguate come ragionieri generali e dipendenti preparati, ma gli enti hanno vincoli e non possono assumere, “neanche di fronte ai pensionamenti” e quindi “c’è un deficit, una progressiva perdita di unità lavorative anche nei servizi più strategici”. Soprattutto per questo l’Anci ha chiesto al governo nazionale, nel trattare alcune norme ancora in corso di approvazione, di non tener conto dei vincoli alle assunzioni in alcuni settori ritenuti strategici, come quello dei tributi e quello finanziario. Una deroga che occorrerebbe anche per portare avanti i progetti del Pnrr, per i quali servono tecnici e amministrativi. “Se chiediamo ai Comuni di fare un maggiore sforzo sui tempi di approvazione del bilancio, sulla qualità degli atti di programmazione, sulla riscossione e sul funzionamento degli uffici, allora dovremmo svincolare le assunzioni del personale che deve occuparsene”, conclude Alvano.

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Agostino Laudani
Agostino Laudani
Giornalista professionista, nato a Milano ma siciliano da sempre, ho una laurea in Scienze della comunicazione e sono specializzato in infografica. Sono stato redattore in un quotidiano economico regionale e ho curato la comunicazione di aziende, enti pubblici e gruppi parlamentari. Scegliere con accuratezza, prima di scrivere, dovrebbe essere la sfida di ogni buon giornalista.

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