Abuso della custodia cautelare in carcere, ingiusta detenzione, condizioni di vita detentiva proibitive, sovraffollamento delle strutture, area medica spesso insufficiente e diffusi problemi di salute mentale: anche in Sicilia i detenuti soffrono e la situazione è spesso “complicata”, parola che è un eufemismo, non rende l’idea della gravità, secondo Giorgio Bisagna, presidente regionale di Antigone, associazione che ispeziona periodicamente gli istituti penitenziari e aggiorna un Osservatorio che fotografa la realtà nazionale. Antigone ha un passato importante: nasce negli anni ’80 per occuparsi di giustizia, contro la tortura nelle carceri e per la tutela dei diritti umani delle persone private e della libertà e delle garanzie nel processo penale. I soci sono autorizzati dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (il Dap) a entrare nelle celle e acquisire dati sullo stato dei detenuti, usando un modello di rilevazione molto articolato, con 28 pagine di domande che vengono poste agli operatori delle varie case circondariali.
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Salute psichiatrica, nodo irrisolto delle carceri
Appena eletto presidente, una settimana fa, Bisagna è andato a visitare il carcere di Augusta, dove due detenuti erano morti da poco per via di uno sciopero della fame. Il vertice di Antigone riferisce di una struttura fatiscente, molte sezioni inadeguate quanto a cubatura per detenuto, solo una minoranza delle celle ha una doccia, ci sono aree totalmente inagibili e spazi aperti interdetti e non sembra che ci siano all’orizzonte interventi di ristrutturazione. “Abbiamo trovato cento detenuti in più rispetto alla capienza originaria – racconta Bisagna – a fronte di personale inadeguato: rispetto ai 350 previsti, ce ne sono 160 effettivamente operativi e le carenze di personale riguardano anche educatori e area medica, principalmente quella psichiatrica”. La situazione molto critica sul piano della salute mentale è un grosso nodo irrisolto delle carceri. “Fino a qualche anno fa, l’assistenza era curata dal ministero della Giustizia. Ora la competenza è delle Asp. I medici non si occupano solo delle carceri, ma anche di servizi esterni. Non se ne occupano a tempo pieno, vanno ad esempio una volta a settimana. I numeri dei malati psichiatrici e dei tossicodipendenti sono importanti”. Ad Augusta, per esempio, i detenuti con problemi psichiatrici sono 120 sui 450 ospitati attualmente.
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Ingiusta detenzione: abuso della custodia cautelare
I problemi strutturali riguardano in particolare le case circondariali delle grandi città e di tutti i capoluoghi: tutte in sovraffollamento, vetuste, bisognose di manutenzione. “Anche a Palermo il Pagliarelli ha un problema serio di sovraffollamento dopo la ristrutturazione dell’Ucciardone, destinato a casa di reclusione e non più a casa circondariale”. La ‘circondariale’ prevalentemente ospita chi è sottoposto a misure cautelari personali prima del processo o durante. La casa di reclusione tendenzialmente accoglie detenuti definitivi dopo la sentenza di condanna esecutiva. “C’è un problema di abuso della custodia cautelare in carcere – ricorda Bisagna – negli ultimi anni c’è stato un passo indietro ma fino a pochi anni fa le carceri erano piene di chi poi, è stato dimostrato, stava affrontando una ingiusta detenzione. Innanzitutto occorre che in carcere vada chi davvero deve andare“. Il sovraffollamento infatti parte da qui e le conseguenze sono il sovraccarico di lavoro per il personale, il tasso di suicidi, le proteste, gli episodi di autolesionismo. A questi problemi vanno trovare soluzioni e “chiaramente, serve poi che si investa adeguatamente”, conclude il presidente di Antigone, che si prepara alle prossime ispezioni prevista stavolta nel Catanese: nel carcere di Bicocca e all’Istituto penitenziario per minori di Acireale.