Cardiopediatria, a Palermo costi più alti di circa 1,5 milioni e “contratti precari”

Cambia la sede della cardiochirurgia pediatrica in Sicilia, da Taormina a Palermo, e cambiano anche gli accordi. Le regole d’ingaggio sono simili, ma ci sono alcune significative differenze. La più evidente riguarda i costi, lievitati notevolmente. Laconvenzionetra il San Vincenzo di Taormina e il Bambino Gesù di Roma, tra il 2020 e il 2021, è costata 800 mila euro l’anno, più una somma fino a un massimo di 380 mila euro “per la riduzione del 10 per cento annuo della mobilità passiva dei pazienti residenti nella Regione siciliana”. Nel complesso, circa 1,2 milioni. L’accordo tra il Civico di Palermo e il gruppo San Donato di Milano, secondo quanto comunica laRegione(la delibera di aggiudicazione non è pubblicata sul sito dell’Arnas Palermo) costerà otto milioni in tre anni, oltre a 320 mila euro di rimborso forfettario annuo. La cifra si aggira dunque intorno ai 2,8 milioni l’anno. L’altra differenza riguarda il personale. Il Bambino Gesù si impegnava a fornire “responsabili delle Unità di cardiologia e cardiochirurgia, pediatria con Utin [terapia intensiva neonatale, ndr], anestesia e rianimazione”, perlomeno finché “non saranno coperti dalla Asp di Messina”. Il San Donato invece fornirà soltanto “il responsabile dell’Unità”, poiché le altre figure sono “già presenti in Arnas”. Sembrerebbe logico: se hai già i professionisti perché farli venire da fuori? Peccato che alcuni di essi,denunciaCgil, sono stati assunti ad hoc con contratti a termine. E in un periodo in cui tutti gli ospedali siciliani lamentano carenza cronica dipersonalee in cui i precariCovidnon hanno trovato collocazione, un contratto a tempo determinato non rassicura sul futuro. Leggi anche –Sanità, il Governo si tiene i soldi dei siciliani. Statuto regionale violato La sfida tra Taormina e Palermo sulla cardiochirurgia pediatrica è stata raccontata da questo giornale indiversi articoli. In estrema sintesi la Sicilia, con i suoi 4,8 milioni di abitanti, avrebbe diritto a una sola struttura. A stabilirlo è ildecreto Balduzzidel 2012, che prevede un centro cardiologico pediatrico ogni quattro-sei milioni di abitanti. La convenzione originaria tra la Regione e il Bambino Gesù di Roma, risalente al 2010, prevedeva che la struttura sorgesse nell’ospedale “Villa Sofia – Cervello” del capoluogo. A causa di una mancanza di locali, il Centro fu dirottato temporaneamente sul San Vincenzo di Taormina. Da allora la struttura è rimastanel messinese, e la convenzione con il Bambino Gesù di Roma è stata rinnovata a più riprese, fino all’estate 2023. Proprio quando dovrebbe aprire la nuova Unità di Palermo. Con l’apertura della nuova struttura, secondo quanto prevede il decreto Balduzzi, quella di Taormina dovrebbe chiudere d’ufficio. Pochi giorni fa, tuttavia, il presidente della Regione Renato Schifani ha annunciato una“proroga tecnica”di sei mesi per il Centro messinese, in attesa di una interlocuzione con il ministero della Salute. Il motivo, sostengono dalla Regione, sta nella “complessità amministrativa” della vicenda e nella necessità di garantire “livelli di assistenza sanitaria sempre più all’avanguardia” ai piccoli pazienti. Voci negative sostengono che sia una mossa per prendere tempo al fine di avviare la struttura a Palermo. E pure le elezioni amministrative avrebbero avuto un ruolo. Leggi anche –Sanità, Regione proroga i commissari. Nuovi manager a giugno 2023 Per quanto riguarda la minore dotazione di medici, come detto, è il documento stesso a motivarla con il fatto che le figure non presenti a Taormina siano già in organico a Palermo. In realtà, denuncia Funzione Pubblica Cgil Messina, molte delle figure sono state assunte appositamente con contratti a tempo determinato, “con selezione speciale e retribuzione dorata” visto che le retribuzioni arriverebbero “a 80 mila euro l’anno […] ben oltre il regolare stipendio”. Il sindacato cita cinque delibere (1369 e 1435 del 2022, 18, 425 e 521 del 2023), per un totale di 14 posizioni lavorative. L’ultimoavvisoin ordine di tempo riguarda “un dirigente medico di cardiochirurgia e un dirigente medico di anestesia e rianimazione l’attività della Uoc Cardiochirurgia pediatrica”. Proprio alcune delle figure citate nell’accordo con il San Donato come “già presenti” in struttura. Gli incarichi “hanno una durata di cinque anni”, ma si prevede che possano essere risolti in anticipo “in caso di immissione in servizio di dirigenti a tempo indeterminato”. Per il sindacato le assunzioni arrivano proprio mentre a Taormina viene tagliato “personalemedicoe infermieristico arruolato mediante concorso pubblico a tempo indeterminato e ormai con esperienza decennale”. Una scelta che Cgil non esita a definire uno “scippo”, visto l’utilizzo di “metodi poco ortodossi”. Leggi anche –La sanità digitale frenata da personale vecchio e “paura della firma” Quel che è certo è che i tempi sono stretti, visto che la Regione ha annunciato che il nuovo centro sarà operativo dal primo luglio di quest’anno. Secondo i dirigenti di Fp Cgil Messina Antonio Trino, Francesco Fucile e Guglielmo Catalioto e il segretario generale di Cgil Messina Pietro Patti, la “proroga tecnica” annunciata da Schifani sarebbe legata proprio alla tempistica. “Non vorremmo che sia dovuta al timore che non vengano trovati i dirigenti necessari a garantire il percorso assistenziale a inizio luglio, visto che ancora a fine maggio vengono pubblicati avvisi”, dicono i dirigenti del sindacato. Il rischio è che la nuova struttura “non sia pronta in tempo”, motivo per cui la palazzo d’Orléans avrebbe deciso “di far proseguire per un po’ Taormina, in modo da evitare problemi”. Strettamente connesso alle assunzioni anche il tema dell’esperienza del personale. In un ambito delicato come la cardiochirurgia pediatrica, l’esperienza decennale dei medici del San Vincenzo rappresenta un valore aggiunto. Un’esperienza che non si conquista dall’oggi al domani, comeconfermatoaFocuSiciliadal dottor Francesco Poli, ex commissario dell’Asp di Messina “La nuova struttura a Palermo avrebbe bisogno di un lungo rodaggio, visto che le competenze per operare un neonato a cuore aperto non si improvvisano da un giorno all’altro”. Leggi anche –Cardiochirurgia pediatrica, prosegue la “guerra” tra Taormina e Palermo Tornando alle carte il San Donato, come già il Bambino Gesù, si impegna a fornire una lunga serie di servizi, messi nero su bianco dall’avvisopubblico dell’Arnas Palermo: coordinamento clinico e di formazione, “in riferimento alla cardiologia, cardiochirurgia e terapia Intensiva”; individuazione degli specialisti e delle altre figure professionali, “di volta in volta ritenute necessarie ad effettuare le attività di collaborazione”; messa a disposizione di specialisti, “con particolare riguardo ai quesiti clinici di rilevante complessità e che richiedono elevate expertise”;teleconsultosistematico per piano chirurgico e conferenza medico chirurgica collegiale “con almeno tre specialisti”; formazione medico infermieristica in ambito intensivo e semintensivo, cardiologico e neonatologico, “per il miglioramento continuo dellaqualitàdelle cure”; percorso protetto per patologie complesse, con presa in carico dal San Donato “nel caso di pazienti con patologia multipla e complessa il cui trattamento non è possibile in Regione”; meeting infettivologico, oltre a una conferenza settimanale a distanza per il “controllo sistematico delle terapie con antimicrobici sistemici”; consulenza medico legale in ambito pediatrico; condivisioneinformaticadei dati per analisi cliniche; supporto nella riduzione della mobilità passiva dei pazienti.