Un immobile storico in via Pistone, nel pieno del quartiere San Berillo, da decenni zona ai margini della città di Catania pur trovandosi in pieno centro. Qui la cooperativa Trame di Quartiere ha avviato un progetto di housing sociale nell’ambito del progetto denominato Sottosopra: Abitare Collaborativo. Coordinato da Oxfam Italia, il progetto è in partenariato con Diaconia Valdese, Sunia Catania, Impact Hub e Comune di Catania. Destinatari di un alloggio all’interno dello storico palazzo De Gaetani, ristrutturato per l’occasione nei piani superiori e arredato con l’aiuto di Ikea Italia, sono quattro uomini in emergenza abitativa. Sono tre giovani stranieri e un italiano, selezionati da team di esperti che gestisce il progetto, e che avranno la possibilità di ricevere non solo un alloggio in una casa dignitosa, ma anche di valorizzare le proprie capacità con l’obiettivo di sviluppare e mantenere nel tempo una propria autonomia economica, sociale e abitativa. Ai quattro iniziali, si aggiungeranno altri cinque ospiti che condivideranno il grande appartamento di cinque vani più servizi.
Per San Berillo sfida sociale e urbana
Secondo Luca Lo Re, presidente di Trame di Quartiere, si tratta di un “un sfida urbana anche per il quartiere San Berillo, che per tanti anni ha visto avvicendarsi progetti e mai realizzazioni, e che oggi viene utilizzato solo per accoglienza turistica e la movida. Questo è soprattutto un processo innovativo che introduce a Catania le politiche di housing sociale”. Secondo Lo Re è di qualcosa di ben diverso “da servizi come quelli del progetto Habito a cui partecipiamo e dove sono attivi dormitori e alloggi di transizione, e anche dalle comunità alloggio. Non è un progetto relegato alla casa e all’emergenza, ma al potenziamento delle competenze personali e all’abitare attivo”.
Borse lavoro e percorso di autonomia
Gli ospiti hanno sottoscritto un contratto di servizio che comprende, oltre all’aspetto abitativo, l’impegno a una serie di attività. Previsti percorsi laboratoriali sul mercato della casa, a cura del Sunia, e il supporto all’inserimento lavorativo a cuira della Diaconia Valdese. A disposizione ci sono peraltro “otto borse di lavoro. Ad oggi dei quattro ospiti solo uno lavora, ma complice il suo essere straniero ha molte difficoltà a trovare un alloggio”. Gli altri tre ospiti, uno solo con cittadinanza italiana, vengono tutti da situazioni di “informalità abitativa, un termine ampio che racchiude l’essere ospiti e il vivere in situazioni di sovraffollamento con nessun contratto. Uno di loro era un senza fissa dimora”, spiega Lo Re. E, precisa, “qui si viene per un abitare temporaneo, per trovare un proprio percorso. Un anno e mezzo due anni al massimo e si è in grado di trovare una nuova sistemazione”. Un obiettivo che dovrebbe riuscire anche grazie alla costruzione di “relazioni proattive con gli abitanti del quartiere, che coinvolgeremo in uno spazio che è via Carro proprio davanti il palazzo. In questo ci aiuterà la nostra rete di organizzazioni, anche esterne al progetto, riunita nella Rete San Berillo”, conclude Lo Re.