Catania: cominciata la partita a scacchi della politica, con un occhio a Palermo

Catania: cominciata la partita a scacchi della politica, con un occhio a Palermo

Mentre a Roma si discute Sagunto viene espugnata. Nella politica di oggi l’importante ormai non è partecipare, ma vincere, ma talvolta i tempi sono così dilatati che si finisce col guerreggiare al proprio interno dimenticando, come sempre, il fine comune. E così mentre a Palermo è cominciata la stagione dei “Lunghi coltelli” o “La notte dei cristalli”, a Catania si pensa a non finire come Sagunto e nell’area del centrodestra ci si comincia ad organizzarsi per non farsi trovare impreparati qualora Pogliese decida di fare un passo verso le dimissioni oppure si arrivi al commissariamento del Comune che aprirebbe la strada alla vera campagna elettorale. D’altronde le dimissioni tanto richieste, per ultimo dal segretario provinciale del Pd, Angelo Villari, lasciano pensare che i partiti abbiano già cominciato a discutere al proprio interno di quelli che potrebbero essere gli scenari futuri della città al di là di quello che potrebbe avvenire in campo regionale e nella citta di Palermo. Va letto in questo senso, ad esempio, l’ultimo comunicato emesso dal deputato regionale della Lega (ex Pd e poi Italia viva), Luca Sammartino, che insieme alla deputata nazionale del carroccio, Valeria Sudano (anche lei ex Pd e IV) stanno forse per dare il via a una lunga campagna elettorale che porterà alle elezioni per il rinnovo del sindaco. Sammartino, soprannominato mister 32 mila preferenze dopo il grande successo alle  regionali e soprattutto la Sudano negli ultimi anni sono rimasti un po’ alla finestra sulle vicende della città a meno di casi molto importanti. Ora questa uscita così perentoria lascia sospettare che abbiano deciso di passare all’azione energicamente prendendo spunto dalla grave crisi della Pfizer per chiedere al ministro un tavolo tecnico col coinvolgimento del Comune. Proprio la richiesta del coinvolgimento del Comune potrebbe lasciare intendere un certo avvicinamento tra Sammartino e Pogliese. La questione, forse, ruota tutta intorno ai rapporti col sindaco sospeso Salvo Pogliese, per via di una legge, la Severino avverso alla quale il primo cittadino ha presentato un nuovo ricorso e attende anche che la legge di modifica venga incardinata in parlamento. Voci accreditate sostengono che la marcia di avvicinamento tra il Pogliese coordinatore regionale di Fratelli d’Italia e il duo Sammartino-Sudano possa far ipotizzare possibili scenari futuri. E’ chiaro che se il sindaco sospeso dovesse allearsi con la Lega di Sammartino, nonostante le forti frizioni in campo nazionale tra Fdl e il carroccio, partita a Catania non ce ne sarebbe con nessuno. L’orientamento potrebbe essere quello che vede Pogliese, nonostante la sua voglia di restare, alla fine magari cedere e mirare a uno scranno nazionale che gli darebbe anche lo scudo giudiziario necessario qualora dovesse incappare in una conferma  in appello della condanna per la nota vicenda delle spese pazze all’Ars. A questo punto la strada per lo scranno a sindaco per la Sudano sarebbe cosa facile. A meno che non scenda in campo un fine tessitore come l’ex governatore Raffaele Lombardo che fresco di assoluzione dalle sue note vicende giudiziarie intende ravviare a tessere apertamente la tela, ma sempre dal di fuori dalla tenzone. E così si dice insistentemente in ambienti politici della città che Lombardo, già stratega quando era governatore di esperimenti politici anche con fette del Pd, sia sceso già in campo, nientepopodimeno che per avviare quel processo di realizzazione di una ampia area di centro tendente a sinistra. Infatti c’è chi giura e spergiura di aver visto l’ex governatore nello studio dell’avvocato Giuseppe Berretta, ex sottosegretario alla Giustizia del governo Bersani e sino a poco tempo fa esponente di spessore di un Pd che a Catania è praticamente sparito.  Nessuno esclude che Lombardo sia andato in quello studio per questioni personali, ma mai dire mai, e se le vicende narrate dovessero concretizzarsi presto potremmo ritrovarci davanti a una sfida per il nuovo sindaco tra Sudano e Berretta. Una partita che con la discesa  in campo delle truppe del Mpa potrebbe non essere del tutto scontata per l’altro fronte e che potrebbe già avere scossoni anche nell’attuale consiglio comunale. E il Pd? In questo scenario sembra giocare il ruolo del terzo incomodo o del figlio minore,  non avendo alcuna chance di entrare mai in partita. E in effetti quanto vale oggi il Pd in una città come Catania? Il 2 per mille, il 2 per cento o meno di tutto questo? Il partito democratico in questi quasi cinque anni di consiliatura dalla clamorosa sconfitta dell’ex sindaco Enzo Bianco non è riuscito a ricostruire alcunché, neanche a far valere nuovamente il suo simbolo, sparito anche dal consiglio comunale, sprecando tempo prezioso per raggranellare piccoli spazi che sembrano comunque ininfluenti. A questo punto le strade per un partito praticamente al lumicino (meraviglia che il segretario nazionale Letta e soprattutto le sue truppe regionali, si sia disinteressato di come versa il Pd a Catania) potrebbero essere due: o un’alleanza con quello che resta dei Cinquestelle, già però logorati al loro interno, oppure una ampia alleanza, appunto, anche con le truppe lombardiane per sbarrare il passo al duo leghista. In questo contesto si possono inserire dinamiche e progetti anche cosiddetti indipendenti o comunque avversi alle costruzioni che potrebbero materializzarsi, come quello già avviato da alcuni spezzoni del Pd per spingere a candidarsi un autorevole esponente della passata consiliatura. Oppure come quello annunciato dall’ex assessore regionale Antonio Fiumefreddo che intende così puntare a un riscatto di una Catania al tappeto e con un decremento demografico a dir poco preoccupante. E Fiumefreddo lancia anche alcuni nomi di possibili candidati a sindaco, in una intervista a Livesicilia, come quello dell’attrice Donatella Finocchiaro. Un nome gettato lì a caso, magari col rischio di bruciarlo sin dall’inizio, solo per dire ai due fronti “ci siamo anche noi”? Scenari, ipotesi, chiacchiericci? Chi vivrà vedrà ricordando che con questa politica , è evidente, nulla va dato per scontato.