L’Università di Catania ha inaugurato solennemente il nuovo anno accademico 2022-23, il
588 esimo dalla sua fondazione, con una cerimonia che si è tenuta questa mattina nell’aula
magna dell’ex Monastero dei Benedettini, alla presenza del Ministro dell’Università e della
Ricerca Anna Maria Bernini, del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, del
presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e di numerose autorità politiche, civili, militari e religiose. L’evento è stato dedicato al 40esimo anniversario dall’attivazione dei Dottorati di ricerca in Italia, e per tale ragione è stato conferito il titolo di Dottore di ricerca honoris causa a Massimo Inguscio, fisico atomico, accademico dei Lincei ed ex presidente del Cnr, e sono state consegnate le pergamene a una sessantina neo-dottori di ricerca che hanno appena completato gli studi.
Aumentati i corsi di dottorato
“Abbiamo fatto questa scelta – ha sottolineato il rettore Francesco Priolo nel suo discorso
inaugurale – per ribadire tangibilmente quanto l’Università etnea consideri strategico questo
livello di formazione accademica, il percorso privilegiato di avviamento alla ricerca scientifica, che negli anni ha anche visto crescere sensibilmente il numero di diplomati che riescono a spendere con profitto il loro titolo al di fuori dell’ambito universitario. A Catania negli ultimi cinque anni i corsi di Dottorato sono aumentati da 17 a 20, le borse disponibili sono aumentate di oltre il 30 per cento, passando da 163 a 213. E anche le politiche di internazionalizzazione hanno dato i loro frutti: oggi Catania accoglie infatti allievi da circa 20 Paesi di quattro continenti diversi”. Dopo il corteo accademico, il rettore ha parlato dei progetti di sviluppo già in cantiere per il futuro prossimo, illustrando le iniziative legate all’edilizia universitaria, al reclutamento di nuovi docenti, ricercatori e personale, di servizi agli studenti e di equilibri di bilancio, di infrastrutture e progetti di ricerca legati ai fondi del Pnrr, e delle attività cosiddette di “terza missione”, connesse cioè al trasferimento tecnologico, alla disseminazione culturale e scientifica, alla sostenibilità ambientale e all’inclusione sociale, svolte dalle aree e dai dipartimenti dell’ateneo.
La Via: “Investimenti nei servizi agli studenti”
Dati e numeri sono stati poi dettagliati dal direttore generale, Giovanni La Via: “Dal deficit di 2,32 milioni di euro del 2019 siamo passati, nel 2020 e nel 2021, ad un attivo rispettivamente di +12,1 e +19,6 milioni, riducendo oltretutto l’indicatore delle spese per il personale”. Anche la ricerca competitiva ha visto un forte aumento delle entrate: dai 7,7 milioni di euro del 2019 ai 25,4 milioni del 2022, ed è una cifra destinata a crescere. “Grazie a queste somme – ha aggiunto – abbiamo investito sensibilmente nei servizi agli studenti, nella ricerca, nella mobilità internazionale, nel diritto allo studio e nella riqualificazione edilizia, stanziando 170 milioni di euro per raddoppiare le residenze per gli studenti fuori sede (circa 600 posti in più), ampliare le aule (+ 5.600 posti), i laboratori didattici e di ricerca (+ 5.000 metri quadri)”.
Schifani: “Regione al fianco dell’Università”
“I giovani siciliani sono una delle priorità dell’azione del mio governo. Saperi e ricerca sono le chiavi per lo sviluppo della nostra Isola, creare le condizioni per offrire ai nostri studenti formazione di elevata qualità e occasioni di lavoro in Sicilia sono presupposti essenziali per guardare al futuro con ottimismo”, ha sottolineato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, durante la cerimonia. “Con i rettori degli atenei siciliani – ha proseguito – abbiamo avviato un percorso per consolidare la sinergia istituzionale. Il mio governo punta a rafforzare le misure per il diritto allo studio, a cominciare dalla creazione di residenze studentesche e dall’aumento delle borse di specializzazione, soprattutto nell’area medica, come abbiamo fatto con la legge di stabilità appena approvata. In più, è necessario mettere al servizio dell’Isola le competenze tecniche delle Università per sfruttare al massimo le risorse del Pnrr e gli altri fondi europei. L’Università di Catania opera in una delle aree economicamente più avanzate della Sicilia e la Regione è al suo fianco”, ha concluso il presidente.