fbpx

Superbonus negato, nuovo dramma per imprese e consumatori

La protesta di Confartigianato Imprese Sicilia, Adoc, Cna, Confedercontribuenti, Anci. Si chiede un confronto immediato con le deputazioni locali e misure straordinarie per sostenere il mondo produttivo, dopo la decisione del governo nazionale di cancellare la cessione dei crediti

“Grave errore, nessuna risposta alle imprese, danni enormi per l’Isola, scelte scellerate decise a sorpresa”. Le associazioni di categoria insorgono dopo la decisione del Consiglio dei ministri di approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia di cessione di crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali. Il decreto di fatto blocca l’esercizio di tutte le cessioni e gli sconti in fattura per tutte le tipologie di bonus edilizi, Superbonus 110 compreso, che “in Sicilia a dicembre 2022 vedeva un ammontare di 4.122 milioni di euro ammessi a detrazione di cui 2.936 milioni di euro per lavori conclusi (il 71,3 per cento)” secondo i dati di Confartigianato Imprese Sicilia, che sottolinea inoltre: “Il Superbonus 110 in Sicilia aveva attivato il 70,8 per cento del valore aggiunto del settore, quota di gran lunga superiore a quella media nazionale (58,6 per cento)”. La federazione, insieme ad Anaepa (Confartigianato Edilizia) ha lanciato un sondaggio web per dare voce agli imprenditori e cogliere la reale dimensione del fenomeno dei crediti incagliati nei cassetti fiscali e il suo impatto sulle imprese. “Con questo decreto – dichiara Daniele La Porta, presidente di Confartigianato Sicilia – speravamo in una soluzione che risolvesse il problema dei crediti incagliati che non è arrivata”.

Leggi anche – Superbonus, detrazioni al 90% e novità sulle unifamiliari. “Errori dai Governi”

Adoc: “Le famiglie dovranno farsi carico dei costi”

Anna Rea, presidente nazionale Adoc, parla di “un grave errore del governo nazionale, con ricadute e disagi pesanti che graveranno sulle famiglie che già devono fare i conti con i reiterati aumenti del costo della vita, mentre gli stipendi sono fermi al palo. Con questo provvedimento le famiglie dovranno farsi carico dei costi, attingendo dai propri risparmi per saldare le imprese e utilizzare il credito con le detrazioni d’imposta che rivedranno in dieci anni”. La decisione “graverà sui consumatori che si troveranno ad avere problemi di liquidità, inoltre, è in netto contrasto con gli obiettivi di efficientamento energetico fissati dalla direttiva europea”. Senza considerare le “ripercussioni anche per imprese e lavoratori a rischio licenziamento in un settore da sempre trainante per la crescita economica del nostro Paese”, ha aggiunto Rea. Non è stato facile il percorso dei bonus edilizi. Sempre Confartigianato ricorda i 224 interventi su detrazioni fiscali edilizie e superbonus: 29 interventi legislativi distribuiti su 16 differenti leggi, decreti legge e decreti ministeriali, nell’ultimo anno una modifica legislativa ogni 16 giorni. Si sommano nove provvedimenti del direttore dell’Agenzia delle entrate e 186 documenti di prassi.

Leggi anche – Superbonus 110%, “grido d’allarme” di Ance: “Si rischia il blocco totale”

Cna chiede un “confronto immediato con le deputazioni”

“Non solo non si prospetta nessuna risposta ai problemi di oltre 40mila imprese della filiera in enorme sofferenza – commentano da Cna Catania – non solo viene fatto divieto alle pubbliche amministrazioni di essere cessionarie dei crediti di imposta, ma addirittura viene cancellata la possibilità di continuare ad applicare lo sconto in fattura o a cedere i crediti. Una decisione incomprensibile quella del governo Meloni, che determinerà il blocco del mercato”. L’organizzazione datoriale degli artigiani catanesi chiederà immediatamente un confronto con le deputazioni locali di tutte le forze politiche, di governo e di opposizione, annunciando sin da adesso la mobilitazione delle imprese e dei lavoratori di fronte a quella che viene definita come “una decisione incomprensibile che allontana profondamente l’Italia dagli obiettivi europei di efficientamento energetico delle case e degli immobili entro il 2030” e che inoltre “amplifica e soprattutto legittima per decreto il divario Nord-Sud. Una decisione presa solo dopo gli esiti confortanti delle elezioni regionali. Il tutto a dare l’idea di un governo sempre più vicino a quello che lo ha preceduto e lontano da quello che milioni di italiani immaginavano a settembre nelle cabine elettorali”.

Leggi anche – Video per i lavori del Superbonus 110? Sicindustria: “Eccessivo”

“Far precipitare l’edilizia in una profonda crisi”

“Il Governo Meloni ha deciso di far precipitare l’edilizia in una profonda crisi e di distruggere oltre 55 mila imprese italiane”: il grido di allarme giunge dal presidente nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, il quale sottolinea che “continua purtroppo il tentativo di far fallire le piccole e medie imprese italiane, visto che è stata bloccata la cessione del credito, quale fondamentale elemento di sviluppo. Noi siamo pure convinti che, così facendo, si stanno inducendo tante imprese a rivolgersi perfino al mondo dell’usura criminale, pur di evitare il fallimento”. Il vertice dell’associazione parla di una ” decreto-legge varato a sorpresa ieri sera dal governo Meloni sia da considerare una “vera e propria pietra tombale sul Superbonus” che segna di fatto “la fine degli incentivi in edilizia”. Lo dimostrano “il divieto di acquisti da parte delle pubbliche amministrazioni – prosegue Finocchiaro – la disattivazione della norma quadro che regola le cessioni; il fatto che Comuni, Province e Regioni non potranno più incollarsi i crediti fiscali legati alle ristrutturazione e l’alleggerimento delle responsabilità dei fornitori che applica lo sconto in fattura”.

Leggi anche – Superbonus 110%, un incubo per le aziende. Resta il problema crediti

Anci: “Sostenere il sistema con misure straordinarie”

“Ci auguriamo adesso che il governo possa prontamente intervenire introducendo misure a sostegno delle imprese, al fine di favorire la cessione dei crediti maturati e rimettere così in moto l’economia”, dicono Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale di Anci Sicilia, dopo aver annullato un incontro informativo, previsto per il 22 febbraio, nel quale si dovevano dare indicazioni operative agli enti locali per aiutare il sistema produttivo nel grave momento di crisi. “Continueremo a fare il possibile – aggiungono i vertici Anci – affinché gli  enti locali dell’Isola possano, nei limiti della legislazione vigente, sostenere il tessuto economico e produttivo dei territori consapevoli che solamente per questa strada e attraverso i tributi locali si potranno garantire servizi di qualità ai cittadini e alle stesse imprese. È urgente che le istituzioni, le forze economiche e sociali e il mondo delle professioni e della ricerca cooperino per rompere questo circolo vizioso che trasforma la debolezza del  sistema produttivo in debolezza delle istituzioni locali e le difficoltà finanziarie dei Comuni in maggiori tributi e minori servizi, aggravando così ulteriormente la condizione delle imprese  e dando di conseguenza meno opportunità ai giovani, così costretti ad emigrare e a creare reddito e sviluppo in altri territori”.

- Pubblicità -
Redazione
Redazione
Business, Lavoro, Ambiente, Legalità e Sicurezza. FocuSicilia ha l'obiettivo di raccontare i numeri dell'isola più grande del Mediterraneo. Valorizzare il meglio e denunciare il peggio, la Sicilia dei successi e degli insuccessi. Un quotidiano che crede nello sviluppo sostenibile di una terra dalle grandi potenzialità, senza nasconderne i problemi.

DELLO STESSO AUTORE

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Iscriviti alla newsletter

Social

21,128FansMi piace
511FollowerSegui
357FollowerSegui
- Pubblicità -

Ultimi Articoli