Catania, sì alla fusione di Amt e Sostare. Approvato lo statuto di Amts
Sostare srl, la società che gestiste gli stalli di sosta nel comune di Catania, verrà incorporata dentro Amt spa, l’Azienda metropolitana trasporti. Le due partecipate formeranno una nuova azienda chiamata Amts. Un percorso di fusione ipotizzato nel 2013, messo nero su bianco nel piano di razionalizzazione delle partecipate, deliberato dall’allora giunta guidata da Enzo Bianco del 2015, e avviato ufficialmente il 27 dicembre 2018 con un atto di indirizzo dato dall’assemblea comunale all’attuale giunta municipale guidata da Salvo Pogliese. Dopo tre anni dal benestare alla fusione societaria, caratterizzati daldissesto dell’entee dall’epidemia Covid, il consiglio comunale ha approvato pochi minuti fa lo statuto della nuova società. Un ultimo atto, almeno in sede amministrativa, per una incorporazione “semplificata” ai sensi dell’articolo 2505 Codice Civile. E che creerà una nuova società per azioni, con quasi 800 dipendenti, denominata ufficialmente Azienda Metropolitana Trasporti e Sosta Catania, anche questa interamente partecipata dal Comune. Leggi anche –Catania, Amt assume venti autisti. Pubblicato il bando I dipendenti, rispettivamente 590 di Amt e 190 di Sostare verranno inquadrati all’interno della nuova Amts con contratto collettivo nazionale di lavoro Autoferrontanvieri, quello attualmente in vigore dentro Amt. Un cambiamento per i lavoratori Sostare che attualmente effettuano la propria vigilanza sui circa 8 mila stalli “strisce blu” con inquadramento da Ccnl terziario: i lavoratori attualmente svolgono mansioni su strada per 33 ore settimanali, un “full time” che per il nuovo CCNL dovrebbe arrivare a 39. Nonostante le differenze, tra i due contratt, che vedono nel caso del Ccnl terziario dei livelli, a fronte di una organizzazione a parametri per quello Ferrotranvieri, l’accordo di fusione approvato dalle due aziende il 27 novembre 2020garantisce che “non sono previste variazioni in senso peggiorativo nelle modalità della prestazione lavorativa”. Un concetto ribadito durante l’illustrazione del provvedimento in aula dal vicesindaco e assessore al Bilancio Roberto Bonaccorsi: “Il passaggio dei lavoratori, così come previsto dal codice civile, avverrà dopo la fusione con tutte le tutele. Abbiamo rispettato in maniera piena il mandato ricevuto dal consiglio comunale, dando una opportunità alla città”. Nessun problema conclude Bonaccorsi, anche per quanto riguarda gli organi societari: “Concludere ora l’operazione consentirà anche di arrivare alla naturale scadenza del consiglio di amministrazione di Amt, eliminando anche il problema di approvazione del bilancio, che per legge è possibile approvare entro il 31 luglio”. Leggi anche –Catania, fusione Amt e Sostare. Ugl: “Pogliese prenda in mano la situazione La votazione sullo statuto all’interno dell’assemblea, protrattasi per circa 3 ore con i consiglieri sia in presenza che collegati in modalità “a distanza” su una apposita piattaforma online, ha visto su 25 presenti, 21 voti favorevoli e zero voti contrari, 4 gli astenuti. Sul tavolo restano però ancora vari atti formali per una completa ed effettiva fusione tra le due società, che si occupano entrambe di mobilità pubblica ma con risultati di gestione, sottolineati dagli accordi preliminari, ben diversi. Mentre Amt opera da anni un servizio pubblico con bilanci in perdita, Sostare non ha debiti e crea anzi un notevole introito per le casse dell’ente. Casse che dovrebbero, secondo le intenzioni degli amministratori, giovare anche dei risparmi, quantificati in circa un milione e mezzo di euro l’anno, dovuti alla razionalizzazione della gestione societaria, delle sedi e, sulla carta, l’erogazione di servizi aggiuntivi e complementari. Entro fine mese, con una data indicativa comunicata ai lavoratori per il 28 maggio, dovrebbe essere formalizzata dai due cda,incontratisi ufficialmente già a ottobre 2019 per avviare l’iter, l’incorporazione. Un atto che, nelle prossime settimane o mesi, dovrà essere seguito dalla definizione sia del nuovo assetto societario e dirigenziale che dalla vicenda più complessa e spinosa: gli atti necessari per l’inquadramento definitivo dei lavoratori sotto un nuovo Ccnl, che dovrà passare anche dalla mediazione sindacale.