Cemento, fauna e rifiuti: ecco i business delle ecomafie in Sicilia

Ciclo illegale delcemento, reati contro lafaunae ciclo deirifiutisono le tre principali filiere su cui nel 2022 in Sicilia si è registrato il maggior numero diilleciti. Lo sottolinea Legambiente Sicilia, che oggi aTrapaniha presentato l’ultimo rapportoEcomafia 2023, edito da Edizioni Ambiente, media partner Nuova Ecologia. Un monitoraggio dal quale continuano ad emergere, purtroppo, i tanti reati relativi al cemento illegale, dall’abusivismo edilizio agli appalti, ma ancor di più le azioni illecite ai danni deglianimali. Con5.224reatiin quattro anni, tra il 2018 e il 2022, l’illegalità contro glianimaliè il settore dove si addensa il maggior numero di casi, su un totale di più di 16.500 reati ambientali. Nel complesso ditutti i reati, sono ben 14.503 le persone denunciate e 103 gli arresti eseguito dalle forze dell’ordine.Palermospicca per il più alto numero di reati e relativi sequestri, Ragusa si colloca invece all’ultimo posto della classifica elaborata da Legambiente. Oltre 4.800 li illeciti nel cicli delcemento, con Siracusa e Messina che spiccano nel quadriennio. Sono invece più di 2.700 i reati ambientali registrati nell’ambito del ciclo dei rifiuti, con 3.762 persone denunciate e 76 arresti. “LaSiciliaè stabilmente tra le prime regioni, al terzo posto, del nostro Paese per numero di reati contro l’ambiente, come raccontiamo ogni anno nel nostroRapporto Ecomafia, di cui quest’anno ricorre iltrentennaledalla prima pubblicazione – dichiara TommasoCastronovo, presidente di Legambiente Sicilia -. Per contrastare la diffusione di questi fenomeni criminali, che vedono da sempre un ruolo attivo dicosa nostra, è indispensabile affiancare all’attivitàrepressivasvolta dalle forze dell’ordine e dalla magistratura un grande impegno culturale. L’ecomafia, infatti, affonda le sue radici in unhumusd’indifferenzae sottovalutazione, oltre che di connivenze e complicità”. PerLegambientequella contro l’ecomafia è unadoppiasfida, che si può vincere da un lato rafforzando le attività diprevenzionee dicontrollonel nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse stanziate con il Piano nazionale di ripresa e resilienza; dall’altro mettendo mano con urgenza, a partire dall’Europa, a unquadronormativocondiviso su scalainternazionale, con cui affrontare una criminalità organizzata ambientale che non conosce confini. Il RapportoEcomafiaè realizzato ogni annodall’Osservatorionazionaleambiente e legalità di Legambiente, in collaborazione con tutte leforze dell’ordine, (Arma dei Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia di Stato, Direzione Investigativa antimafia, Corpo forestale delle Regioni a statuto speciale), le Capitanerie di Porto, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’Ispra e il Ministero della Giustizia.