Comuni sciolti per mafia, Sicilia terza in Italia. Ben 14 enti sono “recidivi”
Castiglione di Sicilia e Palagoniain provincia di Catania,Mojo Alcantarain provincia di Messina. Sono questi i tre Comuni dell’Isolasciolti per infiltrazioni mafiosedal 1 gennaio 2022 al 30 settembre 2023. E che fanno dellaSicilialaterza regione d’Italiaper numero di provvedimenti nel periodo, dietro allaCalabria(sei Comuni) e allaCampania(quattro). Il dato emerge dalrapporto “La linea della palma”, pubblicato dall’associazione Avviso pubblico. Nel caso dei Comuni siciliani sciolti a partire dal 1 gennaio 2022, a determinare iprovvedimenti sono gli appalti pubblici. In tutti i casi di scioglimento analizzati “emerge una carenza sul piano dei controlli e delle verifiche antimafiaa cui ogni Amministrazione è tenuta”. ACastiglione di Sicilia, Mojo Alcantara e Palagoniaal momento dell’insediamento della Commissione d’accesso, primo organismo prefettizio che effettua i controlli,nessun dipendente dell’Ufficio Tecnico era in possesso delle credenziali Bdna, ovvero quelle necessarie all’accesso allaBanca dati nazionale unica antimafia, la cui verifica della documentazione presente all’interno è necessaria per stipulare contratti. Una violazione che nel caso di Castiglione e Palagonia si aggiunge almancato rispetto del principio di rotazione tra aziendeper gli appalti. Nel caso diMojo Alcantarasi è evidenziato inveceun sorteggio pilotatoper attribuire un appalto “in spregio delle regole”, come sottolinea il rapporto. I tre provvedimenti arricchiscono un lungo elenco che,dal 1991, vede la Sicilia con 92 enti sciolticon provvedimento delministero dell’Internoe dopo gli accertamenti previsti per legge, ancoraseconda regione dopo Calabria (133) e Campania (117). Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Parlamentare, e su cui si basa il rapporto di Avviso pubblico,dal 1 gennaio 2022 al 30 settembre 2023 sono stati 18 gli Enti locali scioltiper mafia in tutto il territorio nazionale, ovverouna media di uno scioglimento al mese. A livello nazionaledal 1991 al 30 settembre 2023 sono stati 383i decreti di scioglimentoin ben11 regioni,di cui sei collocate nell’area centro settentrionale del Paese.280hanno riguardatoconsigli comunali, in cui sono coinvolti sindaci, assessori, consiglieri e dipendenti della Pubblica amministrazione e in6 casiad essere commissariate sono stateAziende Sanitarie Provinciali. La procedura che porta allo scioglimento è lunga e complessa, ed è disciplinata dalTesto unico degli enti locali (Tuel), ma ha comunque portato aben 14 scioglimenti plurimi in Sicilia in 32 anni, sui 76 totali in Italia. Parliamo innanzitutto diMisilmeri, in provincia di Palermo, che ha il record di ben tre scioglimenti(1992, 2003 e 2012), mentre due volte perAltavilla Milicia(1996 e 2014),Bagheria(1993 e 1999),Caccamo(1993 e 1999), tutti e tre in provincia di Palermo,Calatabiano(provincia di Catania, 2000 e 2021),Campobello di Mazara(Trapani, 1992 e 2012),Cerda(Palermo, 1991 e 2006),Mascali(Catania, 1992 e 2013),Misterbianco(Catania, 1991 e 2019),Niscemi(Caltanissetta, 1992 e 2004),Riesi(Caltanissetta, 1992 e 2005),San Giovanni La Punta(provincia di Catania, 1993 e 2003,Torretta(Palermo, 2005 e 2019) eVillabate(Palermo, 1999 e 2004). Doppio scioglimento anche perScicli(provincia di Ragusa, 1992 e 2015), ma il provvedimento del 1992 è stato poi annullato.