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Comunità energetiche: ci sono i decreti di finanziamento, manca tutto il resto

A un anno dal via siamo alla fase degli studi di fattibilità seppure sono arrivati i soldi per farli. Tante le famiglie siciliane in povertà energetica che potrebbero trarre giovamento dalle comunità energetiche ma ci sono alcune criticità

Quattro Comuni su cinque (312 su 391) hanno aderito al bando per la creazione di comunità energetiche rinnovabili della Regione Siciliana. Ad oggi, sono 78 i decreti di liquidazione emessi e i Comuni possono procedere allo studio di fattibilità. Un percorso iniziato ad aprile dello scorso anno. Grazie ai fondi Poc (Programma operativo complementare) 2014-2020, sono stati messi sul piatto 5 milioni di euro (2 milioni nel 2022 e 3 milioni nel 2023) per la creazione delle comunità energetiche rinnovabili. Delle 312 istanze pervenute, undici non sono state ammesse. Si tratta di: Belpasso e Misterbianco (Catania), Burgio, Menfi, Palma di Montechiaro e Porto Empedocle (Agrigento), Cerda e Marineo (Palermo), Fondachelli-Fantina, Librizzi e Ucria (Messina).

L’azione della Regione

“Da settembre a dicembre abbiamo emesso 100 decreti di finanziamento e di impegno per i Comuni – commentata Domenico Santacolomba del Dipartimento Energia della Regione siciliana, in occasione della tavola rotonda che si è svolta a Palermo nell’ambito del settimo congresso “Facciamo la differenza” di Federconsumatori Sicilia. “Abbiamo atteso la Finanziaria regionale a fine febbraio e nei mesi di marzo e aprile abbiamo emesso 78 decreti di liquidazione del 40 per cento del finanziamento, l’anticipazione che la Regione stanzia come “startup” per i Comuni in modo da procedere con l’affidamento dell’incarico per lo studio di fattibilità”. Nel bando era previsto che almeno il 10 per cento dei partecipanti dovevano rientrare nella casistica della povertà energetica (l’incapacità da parte di famiglie o individui di acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici, con conseguenze sul loro benessere).

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Troppe famiglie siciliane in povertà energetica

Secondo quanto riportato dall’Oipe (Osservatorio italiano sulla povertà energetica), Sono almeno 9 milioni gli italiani a rischio povertà energetica e la Sicilia è tra le regioni più vulnerabili: la forchetta oscilla tra i 481mila e i 722mila nuclei familiari che non saranno in grado di provvedere al pagamento dei costi derivanti dal consumo di energia. Nel 2021, poco più di un quarto delle famiglie italiane in Pe (Povertà energetica) avevano almeno un minore in famiglia. Si tratta di circa 583 mila famiglie e di 950 mila minori (il 10 per cento del totale) che risiedono in ambienti poco salubri, scarsamente riscaldati e/o raffrescati, oppure poco illuminati. Questo espone i minori, specialmente quelli più piccoli, a maggiori rischi, ad esempio per l’aumento di problematiche respiratorie, riduce la qualità del tempo vissuto in casa, e, in ultima analisi, può influenzare le prospettive di mobilità sociale.

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Alcune criticità delle comunità energetiche

“Speriamo che le associazioni a tutela dei consumatori possano fare anche da trade union con i privati cittadini o i Comuni – aggiunge Santacolomba – Possano aiutare, per esempio, condomini e pensionati ad aderire. Questa è una delle criticità che incontriamo. Una seconda criticità è che in questo momento facciamo riferimento alla cosiddetta condivisione dell’energia virtuale, un elemento che ci taglia le gambe nella realtà”. Detta anche “commerciale” o “su perimetro esteso”, questo tipo di condivisione prevede l’utilizzo della rete pubblica per lo scambio di energia tra unità di generazione e di consumo. Discorso differente per la condivisione fisica, che prevede una connessione diretta privata tra impianto o impianti di generazione e utenze domestiche/comuni, con un unico punto di accesso (Pod – Point of delivery) alla rete pubblica. “Attualmente, nel business plan – specifica il dirigente regionale – inseriamo incentivi dai 100 ai 120 euro al Megawattora, ma l’energia venduta è molto fluttuante. In questo modo, il consumatore perde la quantità di energia che andrebbe scomputata dalla bolletta. Un aspetto che abbiamo segnalato in conferenza Stato-regioni”.

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Sfruttare tutte le tipologie di energie rinnovabili

“Bisogna puntare sempre più sulle fonti rinnovabili – sottolinea Francesco Cappello, esperto in gestione dell’energia -. In passato, in Sicilia ci sono stati grandi opportunità, soprattutto nel fotovoltaico e nell’eolico, con enormi investimenti”. Ma chi guadagnava dallo sviluppo di energie rinnovabili? Da uno studio di Cetri-Tires è emerso che nei grandi impianti fotovoltaici superiori a 200 KWh, il 94,2 per cento del guadagno finiva ai non residenti e solo il 5,8 per cento restava in Sicilia. Con gli impianti piccoli, il 92,2 per cento rimaneva in Sicilia e il 7,8 per cento andava fuori regione. “L’Europa si è resa conto che c’è una necessità anche sociale ed è intervenuta con la direttiva 2022/2018, inserendo come priorità l’efficienza energetica – aggiunge Cappello – Questo significa manutenzione, quindi, lavoro locale. Gli edifici, adesso, vengono visti in una logica di produzione democratica dell’energia, come una struttura intelligente, in direzione nZEB”. Ovvero estremamente efficiente dal punto di vista energetico. “Voglio, infine, ricordare che le fonti rinnovabili non si limitano al fotovoltaico o all’eolico. Tra queste c’è anche l’idroelettrico. Stiamo valutando a Salina – ha aggiunto l’esperto – se è possibile realizzare un accumulo nella parte alta dell’impianto di distribuzione di acqua potabile, che servirebbe per motivi idraulici, per recuperare una parte di energia di pompaggi in alto mettendo delle turbine idrauliche per il recupero di energia quando l’acqua va in distribuzione. Un’idea che si vorrebbe realizzare in tutti gli acquedotti, laddove ci sia un carico idraulico”.

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Mario Catalano
Mario Catalano
Giornalista freelance, sono nato a Termini Imerese. Ho conseguito un Executive master in "Scrivere e Fare Giornalismo Oggi: il Metodo Corriere - 6^ Edizione" alla Rcs Academy Business School. Nel 2018 ho vinto il Premio Cristiana Matano (sezione giornalista under 30) e sono stato finalista dell'ottava edizione del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo. Mi occupo di economia, ambiente e sanità. Mi piace raccontare storie e andare oltre la realtà che ci circonda.

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