Era la peggiore regione d’Italia a gennaio 2021 per quanto riguarda i consumi, con un meno 76 per cento rispetto allo stesso mese del 2020. Adesso è appena meglio della media. Parliamo della Sicilia che, complice l’area rossa a inizio anno, aveva registrato un “tonfo”, come viene descritto nello studio di Confimprese-Ey, in parte recuperato a febbraio, mese nel quale la Sicilia è progressivamente rientrata in area gialla. Ma il risultato resta estremamente negativo, con meno 31,9 per cento. Un risultato su cui pesano le performance, in ripresa, delle due maggiori città, Palermo e Catania, le peggiori d’Italia a gennaio 2021, ma rispettivamente a febbraio al meno 33 per cento e al meno 44,1, contro il meno 79,9 e meno 77,3 di gennaio. Sotto la media regionale e nazionale sono invece Siracusa (meno 22 per cento), Agrigento (meno 21,8 per cento) e Messina (meno 21,2 per cento).

La ristorazione è ancora in grave perdita
L’osservatorio dei consumi di mercato di Confimprese ed Ey prende in considerazione ristorazione, abbigliamento e non food, coprendo la quasi totalità delle categorie merceologiche al dettaglio. E a livello nazionale nel confronto tra febbraio 2020 e febbraio 2021 la perdita è stata peggiore di quella siciliana, toccando il meno 35,8 per cento. Anche qui un netto miglioramento rispetto a gennaio, quando il calo complessivo si era attestato al 58,4 per cento. A subire ancora le maggiori conseguenze è la ristorazione, che cala del 50,3 per cento sempre rispetto a febbraio 2020. L’abbigliamento chiude a meno 36,5 per cento, mentre il non food riduce le perdite col meno 6,2 per cento.

Peggiora il dato annuale
Ma se febbraio segna un lieve miglioramento, così non è per quanto riguarda il confronto annuale. Il periodo da marzo 2020 a febbraio 2021, se confrontato con i dodici mesi precedenti, fa registrare una flessione totale a livello siciliano di 42,9 punti percentuali. A gennaio, sempre confrontando i dodici mesi, era del 40,9. Il totale mercato nazionale su base degli ultimi 12 mesi mobili chiude a meno 46,3 per cento.