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Consumi retail, nel 2020 in Sicilia meno 34 per cento. Lo studio di Ey

Il 2020 segna una perdita di un terzo del fatturato per abbigliamento, ristorazione e non food. E dicembre vede un crollo di oltre il 40 per cento

L’ennesima conferma del 2020 come anno di recessione: il settore dei consumi retail ha perso il 34 per cento sul 2019. Lo afferma l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Ey-Confimprese, che analizzando l’andamento dei consumi di mercato di dicembre 2020, nei settori abbigliamento e accessori, food&beverage (ristorazione servita, quick service e bar) e non food (cosmetica, arredamento, servizi, cultura), ha certificato per tutta Italia un crollo superiore all’Isola, pari al 39 per cento.

I dati per regione forniti dall’Osservatorio Ey-Confimprese

Dicembre, mese dei consumi: -42%

In particolare risalto è però il drammatico calo dei consumi a dicembre, storicamente il migliore per via degli acquisti natalizia. Rispetto al 2019 c’è stato un vero crollo, con meno 46,6 per cento. Un dato che, a livello nazionale, è in miglioramento rispetto al meno 67,1 per cento di novembre. Per la Sicilia la situazione è analogamente grave, con un calo del 42 per cento rispetto al dicembre 2019. Ma nei trend per regioni a sorpresa le peggiori sono Friuli-Venezia Giulia e Veneto, entrambe a  meno 55,5 per cento, seguite a breve distanza da Toscana (-53,6%), Campania (-51,5%) ed Emilia-Romagna (-50,4%).

Le province siciliane sopra la media

Tra le province siciliane la peggiore è Catania che lascia sul terreno una perdita secca del meno 50,7 per cento, seguita da Palermo con 43,6, Ragusa meno 43, Agrigento meno 41. Staccate Trapani con meno 30,5, Messina con 28,9 e Siracusa con un calo del 24 per cento. Dati che comunque sono meno drammatici di quelli di altre province italiane. La peggiore è Caserta con 63,4 per cento e sede oltre che della Reggia che attrae centinaia di migliaia di turisti anche di importanti centri commerciali, mentre, per un confronto, le principali province campane di Napoli e Salerno arrivano a meno 47,2 per cento meno 45,5 per cento. Dopo Caserta i dati peggiori sono due province simbolo dell’arte e del turismo italiano, come Firenze (meno 61,6 per cento), e Venezia (meno 61,1). La città di Venezia è però quella con il peggior risultato assoluto, raggiungendo il meno 62,4 per cento. Roma, principale centro turistico e seconda città metropolitana per fatturato d’Italia, si ferma invece al meno 45,8 per cento. Meglio Milano città (meno 40,3), e il comune di Napoli (meno 38,3 per cento).

Mini effetto cashback a dicembre

Il crollo più importante a dicembre arriva dalla ristorazione meno 66,8 per cento, l’abbigliamento chiude a 45 per cento, il non food a meno 29,3. Sempre in grande sofferenza il turismo con un crollo del 67,2 per cento a dicembre, mentre su base annua chiude a meno 59,7 per cento. L’e-commerce, dopo l’exploit di novembre (più 92,6 per cento), rimane invece stabile come numeri assoluti rispetto al mese precedente, pur crescendo del 54,9 per cento rispetto a dicembre del 2019. Le iniziative come il cashback, scrive Ey-Confimprese, “sembrano aver funzionato per riportare i consumatori ad acquistare nei negozi fisici”.

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Leandro Perrotta
Leandro Perrotta
Catanese, mai lasciata la vista dell'Etna dal 1984. Dal 2006 scrivo della cronaca cittadina. Sono presidente del Comitato Librino attivo, nella città satellite dove sono cresciuto.

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