“Più si allargano le maglie, più i ristoratori tornano a respirare. Certo è ancora presto per cantare vittoria. E soprattutto non bisogna tornare indietro”. Dario Pistorio, presidente regionale di Fipe Confcommercio, commenta a FocuSicilia le prime quattro settimane di zona gialla in Sicilia. Con i contagi in netto calo e con il venir meno delle restrizioni – da lunedì sette giugno il coprifuoco è slittato a mezzanotte, mentre per la zona bianca bisogna ancora aspettare – il settore ristorazione prende una boccata d’aria dopo mesi difficili. La crisi economica innescata dalla pandemia lascia ferite profonde. “Molte imprese del settore sono rase al suolo. Alcuni aspettano di percepire gli ultimi ristori per chiudere”, dice il numero uno di Fipe Sicilia.
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Sognando la zona bianca
Per Pistorio le riaperture delle ultime settimane “sono state un bel passo avanti”. La ripresa “è paragonabile a quella dello stesso periodo dell’anno scorso”, con il vantaggio di una campagna vaccinale “che finalmente sta mostrando i primi risultati”. In Sicilia, secondo gli ultimi dati ufficiali, sono state somministrate più di tre milioni tra prime e seconde dosi. Le regole per la ristorazione in zona gialla sono ancora stringenti, con massimo quattro persone al tavolo, all’interno e all’aperto. Il presidente di Fipe guarda già alla zona bianca. “Dal 25 giugno potrebbe esserci il passaggio, con otto persone al tavolo. E soprattutto senza coprifuoco”.
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Dubbi su catering e discoteche
La misura, secondo il cronoprogramma del governo, dovrebbe essere abolita il 21 giugno, quando la maggior parte delle regioni italiane saranno nella zona di rischio minimo. Restano perplessità per alcuni settori, come il catering, per il quale si attendono regole definitive, legate anche a quelle delle cerimonie. Finora è arrivato soltanto un decalogo provvisorio. Paradossale, poi, la situazione delle discoteche. “Dovrebbero riaprire a breve, ma solo per bere e ascoltare musica, senza ballare. Che è un po’ come andare al cinema a vedere un film senza sonoro”, sorride amaro Pistorio.
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Le macerie della pandemia
Discoteche a parte, la risposta della popolazione è stata chiara. “La gente vuole essere accolta, ha voglia di uscire e divertirsi. Negli ultimi giorni abbiamo visto un bel movimento”, dice il presidente di Fipe. La speranza è che l’effetto psicologico duri a lungo, “e che la campagna vaccinale ci risparmi la quarta e la quinta ondata in autunno”. Il tessuto economico non reggerebbe a un’altra falsa partenza. Molte attività stanno per chiudere per sempre, avverte Pistorio. Il dato, spiega, emergerà nelle prossime settimane con la fine dei ristori. “C’è chi sta tenendo aperto soltanto di percepire gli ultimi contributi. Dopo, caleranno la saracinesca”.
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I limiti del Dl Rilancio
A proposito di contributi, le misure economiche varate dal governo nazionale stanno mostrando i propri limiti. Il decreto Rilancio, ricorda il numero uno di Fipe Sicilia, prevede uno sconto sui contributi per i nuovi assunti sotto i trent’anni e sopra i cinquanta. “Cosa buona e giusta, ma le aziende devono anzitutto riassumere il loro vecchio personale. Per ragioni etiche ma anche pratiche, di formazione e fiducia. Per queste riassunzioni, invece, non è prevista alcuna agevolazione”. La misura, dunque, “è molto utile per le nuove attività, ma non per quelle già in opera”.
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La questione sussidi
Pistorio interviene anche sulla polemica sorta intorno ai sussidi come il reddito di cittadinanza, che disincentiverebbero la gente a cercare lavoro. La questione però ha una doppia faccia. “Parecchie persone che percepiscono il reddito preferiscono arrotondare con qualche lavoretto in nero piuttosto che perdere il sussidio”. Tuttavia, accanto a quelli che vengono definiti “lavoratori furbetti”, ci sono anche datori di lavoro che non rispettano appieno le regole cercando di scaricare i costi proprio sui lavoratori. Il presidente non esclude che qualche ristoratore sottopaghi i dipendenti, ma si dice convinto che “nella stragrande maggioranza dei casi si applica il contratto nazionale, com’è giusto che sia”. Quanto alle ricerca di personale, inutile sperare nell’aiuto nei centri per l’impiego. “Manca un portale domanda-offerta. Altrimenti saremmo stati ben contenti di utilizzarlo”.