Un fondo di rotazione da 15,6 milioni di euro, per sostenere il tessuto cooperativo. E per rivitalizzare il mercato del credito siciliano, al quale troppo spesso le piccole e medie imprese hanno difficoltà ad accedere. Parliamo di Coopfond, uno degli strumenti finanziari illustrati da Legacoop nel corso del convegno “La finanza cooperativa. Risposta alla crisi e opportunità di crescita”, che si è tenuto stamattina all’hotel Nettuno di Catania. “Questo fondo si finanzia attraverso l’accantonamento del tre per cento degli utili delle nostre cooperative e li rinveste nello sviluppo, dalle start up ai workers buyout, vale a dire le imprese rigenerate dai lavoratori”, spiega a FocuSicilia Alessandro Sciortino, presidente di Legacoop Sicilia orientale. In Sicilia, aggiunge il presidente, esistono già diverse realtà di questo tipo finanziate attraverso il fondo. “Sono ben 71, e l’ultima in ordine di tempo è nata proprio a Catania, con l’assegnazione a una cooperativa di lavoratori di Geotrans, azienda confiscata alla mafia”. Esperimenti che per funzionare hanno bisogno proprio di liquidità. “È quello che ci impegnano a fare, per mettere le imprese in condizione di lavorare al meglio, in un momento difficile ma al contempo ricco di opportunità”, osserva Sciortino.
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Le risorse a disposizione
Fondcoop è stato fondato circa trent’anni fa grazie alla Legge 52/1992, che istituisce i Fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo della cooperazione. Dal punto di vista aziendale, si tratta di una società per azioni, con socio unico Legacoop e un capitale sociale di 120 mila euro. Inoltre, pur non operando con il pubblico, è sottoposta a vigilanza da parte del ministero dello Sviluppo economico. Per quanto riguarda i numeri, come detto attualmente il fondo “vale” oltre 15 milioni. Secondo l’ultimo bilancio pubblicato online, la cifra è “in leggero aumento rispetto al dato riferito all’esercizio 2018 (14,5 milioni di euro circa) e comunque in linea con la media degli ultimi esercizi”. Come detto le risorse provengono dalle cooperative aderenti a Legacoop, “pari a 2.304, dato inferiore rispetto all’esercizio precedente (2.981)”. La drastica riduzione del numero dei “contributori”, si legge nel documento, è legata al particolare momento storico. “A seguito dell’emergenza sanitaria Covid-19 molte cooperative hanno ritardato l’approvazione dei bilanci d’esercizio e di conseguenza anche il versamento del tre per cento dei loro utili netti”.
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Cooperative sotto-finanziate
Malgrado le difficoltà, assicura Scortino, negli ultimi anni il fondo è riuscito a garantire un gran numero di interventi. “Si tratta di un meccanismo di rotazione, visto che i soldi investiti vengono recuperati nel corso degli anni, o attraverso restituzioni o con l’ingresso del fondo nel capitale di rischio”. Coopfond non è l’unico strumento finanziario a disposizione delle cooperative. A elencarne altri è Filippo Parrino, presidente di Legacoop Sicilia. “Ci sono le finanziarie nazionali, come Ccfs, Consorzio cooperativo finanziario per lo sviluppo, e Cfi, Cooperazione finanza impresa. E poi c’è il sistema del credito regionale, rappresentato da Ircac e Cooperfidi, oltre ad alcuni partner strategici nel settore bancario, come Bper e Banca etica”. Il tema della liquidità, sottolinea il presidente, è importante perché “troppo spesso le cooperative siciliane sono sotto-finanziate, e quindi hanno difficoltà a essere competitive sul mercato”. Altro problema molto sentito dalla categoria è quello della burocrazia. “Denunciamo questo sistema da anni. Ma dobbiamo stare attenti, perché non è facile sburocratizzare dove c’è un problema di legalità. Occorre prudenza”, avverte Parrino.
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Il ruolo dei commercialisti
A intervenire sul tema è Eleonora Contarino, segretaria dell’Ordine dei Commercialisti. “L’auspicata semplificazione non è ancora stata realizzata, né per gli imprenditori né per i commercialisti stessi, che sono costretti a stare in trincea. Quello che possiamo fare come Ordine è cercare di affiancare le imprese, anche e soprattutto negli adempimenti burocratici”. Il tema della semplificazione, sottolinea la rappresentante dei commercialisti, è importante anche alla luce delle ingenti risorse a disposizione tra fondi nazionali ed europei, e naturalmente del Pnrr. “Solo il tempo ci dirà se le nostre imprese saranno state in grado di gestire al meglio questa opportunità. Sicuramente c’è molta attenzione e voglia di fare, anche da parte della nostra categoria, che sta mettendo in campo dei corsi per la gestione e la rendicontazione delle risorse”. Un patrimonio professionale di cui potranno beneficiare anche le Pubbliche amministrazioni, conclude Contarino. “I tempi sono strettissimi, quindi c’è bisogno di una collaborazione di tutti i livelli per portare a casa i risultati”.