Crollano i consumi in ristoranti, viaggi e abiti. Palermo in testa con – 81%
Palermo è la città italiana che registra il maggiore calo nei consumi nel confronto tra aprile 2019 e aprile 2021. Secondo i dati dell’Osservatorio permanente di Confimprese-Ey sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food, la perdita nel capoluogo siciliano rispetto all’era pre-Covid supera l’81 per cento. Al secondo posto troviamo Firenze, con un calo del 75,5 per cento, poi Venezia che perde il 75,4 per cento. “Sono le città a più alta concentrazione turistica in Italia, e quindi quelle che nell’intero anno della pandemia hanno lasciato sul terreno le perdite più significative”, si legge nel rapporto. Fuori dal podio le altre grandi città italiane, Roma (meno 59 per cento), Milano (57 per cento), Torino e Napoli (55 per cento). La crisi ha colpito in misura più accentuata il Sud, che registra un calo di quasi il 66 per cento. La Sicilia perde il 65 per cento, meno della Sardegna (79 per cento), della Puglia (74 per cento) e della Campania (69 per cento). Secondo il rapporto il Mezzogiorno “è penalizzato dalla mancanza di afflussi turistici nelle località d’arte e di mare”. Risultati negativi registrano anche il Nord-Est (meno 64 per cento), il Centro (meno 63 per cento) e il Nord-Ovest (meno 61 per cento). Leggi anche –Istat, nel quarto trimestre 2020 calano il reddito delle famiglie e i consumi A livello nazionale, tra aprile 2019 e aprile 2021 i consumi registrano un calo di quasi il 63 per cento. I settori che hanno sofferto maggiormente sono la ristorazione (meno 74 per cento), il comparto abbigliamento e accessori (meno 63 per cento), e il non food (meno 35 per cento). Dati molto negativi anche dal settore dei viaggi (meno 75 per cento). Le principali strade commerciali (le cosiddette “high street”) registrano un calo del 55 per cento. Queste ultime “sono penalizzate dalle chiusure anticipate di ristoranti e bar, che hanno influito sul traffico nei centri città e nelle vie dello shopping”, sottolinea il rapporto. Leggi anche –Consumi retail, nel 2020 in Sicilia meno 34 per cento. Lo studio di Ey Per Mario Maiocchi di Confimprese, “sull’andamento negativo del mese di aprile hanno inciso i sei mesi di chiusura dei 1.300 centri commerciali nei festivi e prefestivi”. In un anno, prosegue Maiocchi, i centri commerciali “hanno perso 56 miliardi di fatturato, pari al 63 per cento”. Per Paolo Lobetti Bodoni di Ey “l’uscita dalla crisi degli acquisti è più lenta del previsto”. Il mese di aprile “registra forti segnali di debolezza rispetto al 2019, con quasi due terzi di vendite in meno”. Bisogna attendere i dati di maggio “per avere dei numeri, speriamo più positivi, legati alla riduzione delle limitazioni su ristoranti e centri commerciali”.