fbpx

Cutrone, Ance: attenti alla sfida di Recovery Plan e Superbonus

Il presidente dei costruttori siciliani chiede più tempo per il consolidamento antisismico degli edifici, meno burocrazia e velocità negli appalti

Il Recovery Plan, il superbonus 110 per cento, le grandi opere, i depuratori, il consolidamento antisismico, l’occupazione, la burocrazia e alcuni strani paradossi nelle gare d’appalto: di questo e di altro parla Santo Cutrone, presidente dell’Ance Sicilia, associazione che raggruppa le imprese edili, nell’intervista concessa a FocuSicilia. Ne esce un quadro ancora poco brillante per le prospettive di sviluppo dell’economia siciliana, ma ci sono anche segnali positivi e la possibilità di cambiare marcia.

Vigilare sui fondi europei

Per quanto riguarda il Recovery Plan, che dovrebbe portare in Italia, e in quota parte anche in Sicilia, oltre 200 miliardi dall’Unione Europea, Cutrone non si sbilancia: “Certo in Sicilia abbiamo un estremo bisogno di infrastrutture, dal Ponte sullo Stretto, che però non è stato inserito nel piano, allo sviluppo dei porti di Catania e Augusta per esempio, e tante altre. Ancora però non sappiamo esattamente quali opere saranno finanziate in Sicilia e ho il timore che se la classe politica che ci rappresenta non si fa sentire con decisione le risorse possano essere dirottate altrove”.

Leggi anche – Facciamo presto: ecco gli aiuti per rilanciare l’edilizia

Grandi opere? Manutenzione assente

Tra i grandi problemi della regione ci sono il mancato ammodernamento di infrastrutture strategiche come ad esempio la linea ferroviaria Catania Palermo, la carenza di manutenzione dell’autostrada sulla stessa tratta, spesso interrotta da cantieri infiniti e lavori non effettuati, la realizzazione della Catania Ragusa di cui si parla da decenni, e così via. “Manutenzione straordinaria –dice Cutrone – non se ne vede da molti anni purtroppo. Sembrano sul punto di partire cantieri per circa due miliardi di euro sulla ferrovia Messina Catania, e qualcosa presto dovrebbe essere avviata anche sulla Ragusa Catania, ma ci sono tante altre tratte che sono ancora ai tempi dei borboni. L’Anas pare stia programmando investimenti sull’autostrada Catania Palermo, ma spesso notiamo che dall’indizione della gara d’appalto all’assegnazione passano anni”.

Leggi anche – Ance: “Il 2020 anno positivo per gli appalti in Sicilia”

Chi funziona e chi no

Funziona meglio, a dire del presidente Ance, l’ufficio del commissario per le opere contro il dissesto idrogeologico, che sforna bandi e aggiudica gare abbastanza speditamente. La Sicilia da anni paga multe milionarie per la pessima situazione dei depuratori nell’isola, alcuni ancora da realizzare, altri da adeguare. “Ci sono fondi per circa 1,2 miliardi che non vengono spesi in questo settore. Di questi sono in fase di gara circa 150 milioni, ben poca cosa”.

Leggi anche – Edilizia, in dieci anni perso un quinto delle imprese

Superbonus ok, ma serve tempo

Il Superbonus 110 per cento, che potrebbe dare un grande impulso alle ristrutturazioni degli edifici privati consentendo anche il consolidamento antisismico, importantissimo in zone come la Sicilia orientale ad alto rischio sismico, sembra stentare. Per quale motivo? “Qualche cantiere – spiega Cutrone – è già partito a Palermo, a Gela, a Ragusa e Siracusa, ma il problema è che le procedure sono complesse e farraginose. Anche se il provvedimento è stato prorogato fino al 2022, siamo certi che il tempo non sarà sufficiente per completare le opere. Abbiamo bisogno di più tempo e di snellire la burocrazia. Inoltre noi chiediamo che oltre agli edifici privati sia possibile applicare il superbonus anche alle strutture aziendali e turistiche. Per l’adeguamento antisismico pensiamo che sarebbe opportuno rendere permanente la misura”.

Leggi anche – Edilizia: in dieci anni persi la metà dei lavoratori. Ma aumentano gli irregolari

Paradossi e soluzioni possibili

Dicevamo prima dei paradossi. Cutrone ne individua almeno due. Il primo riguarda il mancato adeguamento antisismico degli edifici strategici pubblici, come ospedali e scuole, di cui si parla da decenni. “La situazione è drammatica in questo ambito. Sarebbero necessari grandi investimenti pubblici, magari attingendo alle risorse del Recovery Plan. E invece si fa poco o niente, ma i lavoratori delle imprese che restano senza commesse vengono in qualche modo sostenuti anche con fondi pubblici, con l’indennità di disoccupazione, la cassa integrazione o altre forme di aiuto. Un paradosso, perché se le stesse risorse venissero investite nelle opere, si potrebbe migliorare la situazione di edifici così importanti e nello stesso tempo dare lavoro alle persone”. L’altro paradosso riguarda i tempi di aggiudicazione degli appalti: “Succede spesso – racconta Cutrone – che gli enti appaltanti chiedano alle imprese di rispondere a gare in pochissimo tempo, a volte provocando stress e disagi alle aziende. Poi, chiusa la gara, magari passano anni prima dell’aggiudicazione. Perché un tale controsenso? Bisogna accelerare”.

- Pubblicità -
Turi Caggegi
Turi Caggegi
Giornalista professionista dal 1985, pioniere del web, ha lavorato per grandi testate nazionali, radio, Tv, web, tra cui la Repubblica e Panorama. Nel 1996 ha realizzato da Catania il primo Tg online in Italia (Telecolor). È stato manager in importanti società editoriali e internet in Italia e all’estero. Nel 2013 ha realizzato la prima App sull’Etna per celebrarne l’ingresso nel patrimonio Unesco. Speaker all’Internet Festival di Pisa dal 2015 al 2018, collabora con ViniMilo, Le Guide di Repubblica e FocuSicilia. Etnalover a tempo pieno.

DELLO STESSO AUTORE

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Social

24,800FansMi piace
691FollowerSegui
392FollowerSegui
652IscrittiIscriviti
- Pubblicità -

Ultimi Articoli