Decreto Sostegni, “rimborsi massimi del 5 per cento”. L’analisi dei commercialisti
Tanto rumore per nulla. Il decreto “Sostegni” da 32 miliardi approvato pochi giorni fa dal governo Draghi “non risponde alle aspettative”. Anche perché “il rimborso a fondo perduto sarà al massimo del 60 per cento della perdita media mensile. Cioè il 5 per cento di quella annuale”. Parola di Maurizio Attinelli, coordinatore degli Ordini dei commercialisti di Sicilia. Il decreto “manca di visione strategica”, e la logica seguita “è ancora assistenziale”. Nessuna traccia del “cambio di passo” auspicato con l’avvento dell’ex presidente della Bce a Palazzo Chigi. Per Attinelli la delusione è palpabile, “tra i contribuenti e di conseguenza tra i commercialisti”. Cittadini e imprese si aspettavano “contributi più consistenti”, invece le somme erogate “sono piuttosto modeste”. Per quanto riguarda i ristori, il metodo è stato cambiato rispetto ai precedenti decreti. Il contributo non sarà calcolato sulla perdita mese su mese, “ma sull’intero anno, fatturato del 2020 contro fatturato del 2019”. Una richiesta dei commercialisti accolta dal governo. Le cifre, però, lasciano a desiderare. Attinelli fa un esempio semplice. Se un imprenditore ha incassato 100 nel 2019, e soltanto 30 nel 2020, “il ristoro sarà effettivamente calcolato sulla perdita dell’intero anno, che corrisponde al 70”. Peccato che il meccanismo introdotto sia “quasi un gioco di parole”. Per chi fattura fino a 100 mila euro il rimborso sarà del 60 per cento, ma calcolato “sulla perdita media mensile del fatturato”. Diviso per 12 mensilità, il contribuito “sarà appena il cinque per cento della perdita complessiva del 2020”. Leggi anche –Approvato il decreto “Sostegni”. Alle imprese 11 miliardi, stop ai licenziamenti Come illustrato dal ministro dell’Economia Franco, il contributo medio ricevuto da una platea di tre milioni di imprese e autonomi sarà di 3.700 euro. “In quella cifra, però, rientra sia chi prenderà il massimo, fissato in 150 mila euro, sia chi dovrà accontentarsi del minimo, che per le persone fisiche è di mille euro e per quelle giuridiche di duemila”. Ricevere mille euro a ristoro di un intero anno non è proprio il massimo. Detto ciò, precisa il coordinatore dei commercialisti siciliani, è chiaro che il Governo ha agito “nell’ambito delle risorse a disposizione”, e che nessuno può fare miracoli, “nemmeno il presidente Draghi”. Tuttavia ci si sarebbe aspettati di più. Anche sul condono, che tanto ha fatto discutere le forze politiche di maggioranza. Leggi anche –Gli artigiani criticano la finanziaria. “Ancora fermi 9 milioni di trasferimenti” L’accordo raggiunto, ricorda Attinelli, riguarda le cartelle fino a cinquemila euro risalenti al periodo 2000-2010, “ma solo per le persone con un reddito inferiore a 30 mila euro”. Di fronte a questo stralcio “qualcuno ha gridato allo scandalo”, quando in realtà si tratta di cartelle “che in un Paese normale sarebbero già state stralciate”. Sul fronte delle tasse e della rottamazione, la riscossione coattiva è stata bloccata fino a fine aprile. Per Attinelli bisogna chiedersi cosa accadrà dopo, “visto che già a febbraio si era arrivati alla scadenza”. In quel caso la situazione fu risolta informalmente “con un comunicato stampa del ministero dell’Economia”. È chiaro però che una soluzione, prima o poi, andrà trovata. Leggi anche –Sicindustria a Draghi: “Non siamo più disposti a subire” Sul fronte del lavoro, spiega ancora Attinelli, la Cassa integrazione guadagni “è stata prolungata fino al 30 giugno, con l’omissione del pagamento del contributo addizionale”. Anche la cassa integrazione in deroga “è stata prorogata, fino al 31 dicembre”. Il blocco dei licenziamenti è stato protratto di conseguenza. “Un respiro di sollievo per i lavoratori”. Per le imprese in difficoltà, però, “la situazione resta problematica”. La “potenza di fuoco” dello Stato messa in campo nei mesi scorsi, già ridotta, comincia ad esaurirsi. La preoccupazione dei commercialisti siciliani è che i nodi vengano presto al pettine, “e molte imprese si trovino in seria difficoltà”. Leggi anche –Fipe Confcommercio, la delusione del Dpcm Draghi. “La storia si ripete” Il decreto contiene poi misure per i lavoratori dello sport, dello spettacolo, del turismo. E ancora, aiuti per la filiera della montagna e altri comparti danneggiati dalla crisi. “Di particolare importanza è l’esonero dai contributi previdenziali”, ricorda Attinelli. La misura è comunque legata al calo di reddito, “di almeno il 33 per cento rispetto al 2019”. C’è poi il capitolo della sanità. “La cosa fondamentale, in questo momento, è l’avanzamento del piano vaccinale”, dice il coordinatore dei commercialisti siciliani. Da questo punto di vista il lavoro del governo “è molto significativo”, con quasi tre miliardi stanziati “per l’acquisto di vaccini e di farmaci anti-Covid”. Misure imprescindibili “per una ripartenza dell’economia”. Leggi anche –Recovery, Pd Sicilia boccia Draghi: “Soldi al Nord, per noi le briciole” In conclusione per Attinelli la prima manovra firmata da Mario Draghi contiene tante misure, “che però difficilmente saranno risolutive”. Le politiche economiche del governo “non si intravedono ancora”. Il decreto Sostegni, infatti, “è più una manovra di emergenza che di lungo periodo”. Le speranze sono “sul nuovo scostamento di bilancio previsto ad aprile”, con la speranza “che i tempi di approvazione delle nuove misure siano più rapidi”. I commercialisti siciliani chiedono all’esecutivo “di avere più coraggio”, e di stanziare maggiori risorse per imprese e professionisti “devastati dalla crisi”. Il cambio di passo, appunto, deve ancora arrivare.