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Depurazione a Catania, il 2023 potrebbe essere l’anno decisivo

Un pacchetto di infrastrutture da oltre 400 milioni di euro, somma destinata a crescere per via del caro-materiali. Lo stato dei progetti di depuratore e reti fognarie e le procedure di infrazione che costano 110 mila euro al giorno

L’intervento più corposo d’Italia in fatto di depurazione si trova a Catania e il 2023 potrebbe essere l’anno decisivo per avviare i cantieri. Si tratta di un pacchetto di infrastrutture che costeranno oltre 400 milioni di euro: saranno completati 360 chilometri di reti fognarie e ampliato il depuratore consortile di Pantano d’Arci, nella zona industriale etnea. “La somma è destinata però a crescere per via dell’adeguamento dei prezzi”, evidenzia il sub commissario per la Depurazione, l’ingegnere Riccardo Costanza, il quale prevede che “tra settembre e ottobre, chiuse le prime conferenze di servizi, sarà possibile avviare la progettazione esecutiva e il prossimo anno bandire le gare per i lavori”. L’intervento, gestito dalla struttura commissariale, prevede sette lotti. Dal primo al sesto si stratta dell’estensione della rete fognaria dal centro storico alle zone periferiche, che scarica sul vecchio e nuovo allacciante, due collettori già esistenti ma che hanno distorsioni e criticità da sistemare e che saranno ripristinati dopo il complesso lavoro di ricognizione delle infrastrutture che è già stato svolto.

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Pronto il progetto del depuratore di Pantano d’Arci

“Dei lotti della rete fognaria sono stati consegnati i progetti definitivi – spiega Costanza – già mandati in conferenza di servizi. Sono state chieste diverse integrazioni progettuali dall’Autorità di Bacino e dai gestori dei sottoservizi. Sono in corso ulteriori verifiche per chiudere le conferenze. Una volta acquisiti tutti i pareri, si procederà alla progettazione esecutiva, alla verifica e alla gara per l’affidamento dei lavori”. Per quanto riguarda invece il depuratore di Pantano d’Arci, Costanza riferisce che “è stato consegnato da pochissimi giorni il progetto, a settembre previa verifica della struttura commissariale potremmo avviare l’iter autorizzativo attraverso Paur”. Si tratta del Provvedimento autorizzativo unico regionale, che comprende le precedenti valutazioni di impatto ambientale Via e tutti i pareri necessari per la realizzazione dell’opera. L’intero sistema al servizio della cintura metropolitana di Catania si completa con la rete fognaria di Misterbianco e 11 comuni limitrofi (cinque lotti più depuratore consortile, a fine anno le gare), Acireale e altri 11 comuni limitrofi (completamento progettazione depuratore e reti in fase di indagine) e un ulteriore intervento a Mascali (potenziamento del depuratore e reti fognarie in fase di conferenza di servizi).

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Le procedure d’infrazione costano 110 mila euro al giorno

“In tutte le province dell’Isola, tranne Enna – riassume Costanza – ad oggi sono aperti 67 interventi, metà in fase esecutiva, con lavori completati, in corso e gare già bandite o aggiudicate, metà in fase di verifica, conferenza di servizi o completamento della progettazione. Il budget complessivo è di circa 1,7 miliardi di euro. Con l’aggiornamento dovuto al caro-materiali, si andrà oltre i due miliardi di euro e saranno necessari ulteriori finanziamenti, che auspichiamo di ottenere dalla nuova programmazione comunitaria e dal recupero delle economie dagli interventi completati”. Tutte queste opere, di cui Catania rappresenta il nodo più corposo, man mano che vengono messe in esercizio anche solo in parte, contribuiscono a far decrescere le sanzioni cui lo Stato italiano è sottoposto per via della procedura di infrazione comunitaria 2004/2034 aperta per le inadempienze ambientali alla direttiva comunitaria in tema di collettamento, fognatura e depurazione. Solo quelle che riguardano la Sicilia, commisurate al numero di abitanti, costano alla collettività 20 milioni di euro ogni sei mesi, 110 mila euro al giorno.

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Il caso Aci Castello: un anno per spostare dei cavi

Tuttavia, mentre si scava basta un intoppo per perdere mesi preziosi. Ad Aci Castello, per esempio, i lavori per il collettore fognario  da 21,7 milioni di euro, in capo al Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti, sono al 90 per cento, ma si sono arenati da un anno per un problema nello spostamento dei sottoservizi, ovvero dei cavidotti che interferiscono con l’opera. E-distribuzione attende che la Regione Siciliana paghi preventivamente l’intervento di spostamento. La Regione Siciliana tarda nei pagamenti da inizio anno, nonostante il bilancio regionale sia stato approvato. Così, il sindaco Carmelo Scandurra, spazientito, ha scritto alle autorità coinvolte, denunciando l’accaduto anche alla Procura della Repubblica e sottolineando “disagi alla viabilità cittadina e di collegamento con Catania e Acireale – si legge nella nota – nonché il permanere di una situazione di evidente inquinamento del mare e dell’annessa Riserva marina protetta Isole dei Ciclopi”. Anche il sub commissario era intervenuto: “Abbiamo lanciato un appello ai gestori dei sottoservizi – dice Costanza – affinché procedano al più presto allo spostamento dei cavi interferenti per permettere il completamento di un’opera così importante. Ad oggi purtroppo non ci sono sviluppi. Se si superasse tempestivamente questa criticità si potrebbe ipotizzare di completare l’opera entro il prossimo anno”.

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Agostino Laudani
Agostino Laudani
Giornalista professionista, nato a Milano ma siciliano da sempre, ho una laurea in Scienze della comunicazione e sono specializzato in infografica. Sono stato redattore in un quotidiano economico regionale e ho curato la comunicazione di aziende, enti pubblici e gruppi parlamentari. Scegliere con accuratezza, prima di scrivere, dovrebbe essere la sfida di ogni buon giornalista.

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